Qui su Pensierospensierato ho parlato più volte di ponti. Avevo parlato molto tempo fa dei dieci ponti più spaventosi del mondo, avevo parlato dell’Overtoun Bridge, famoso per essere il ponte in cui i cani si suicidano, avevo parlato del ponte più infestato la mondo, l’Emily’s Bridge, così come del Ponte del diavolo di Torcello e del ponte di Rialto a Venezia, del Ponte della Morte di Padova e del misterioso Ponte in val di Fassa.

Insomma, i ponti hanno un posto di rilievo nel mio blog, e così oggi voglio parlarvi di un ponte australiano famoso non solo per essere il più antico ponte australiano ancora in uso, ma anche per essere il ponte più infestato di tutta l’Australia… un ponte che nasconde un segreto, perchè è stato teatro di un efferato omicidio.


L’11 dicembre 1823 fu posata, come testimonia la lapide commemorativa che si può vedere sul ponte, la prima pietra di Richmond Bridge, in Tasmania, e la costruzione andò avanti per due anni, sfruttando la forza lavoro dei detenuti.
Tra questi detenuti ve n’era uno, in particolare, che aveva assunto il ruolo di capo: George Grover, appartenente a una banda di predoni e ladri che avevano terrorizzato Richmond con ruberie e scorribande. Arrestato e condannato per furti e rapine, oltre che per resistenza a pubblico ufficiale e per stupro, anche in carcere Grover si era distinto per essere un uomo senza pietà. Desideroso di guadagnarsi il rispetto di tutti gli altri detenuti, aveva iniziato a dettare la sua legge, fatta di soprusi, minacce, violenze fisiche e verbali. Non è difficile credere che fosse un uomo temuto, e odiato.
Quando i detenuti vennero impiegati per la costruzione del ponte, a Grover venne la brillante idea di mettersi in mostra il più possibile per aspirare, magari, a una libertà anticipata. Suo compito allora divenne, in accordo con le guardie della prigione, quello di controllare e supervisionare il lavoro degli altri detenuti, “convincendoli” a lavorare di più, magari a suon di bastonate e altre violenze. Inutile dire che Grover, già poco amato, venne definitivamente odiato da tutti i carcerati.
Anche finita la costruzione del ponte, Grover rimase nelle vicinanze, comportandosi come aveva sempre fatto, vivendo di espedienti, furti e rapine, con un piccolo manipolo di fedelissimi che lo accompagnavano ovunque. Ma come aveva i suoi adepti, aveva anche molti nemici, che non vedevano l’ora di sbarazzarsi di lui una volta per tutte, anche perchè Grover era tornato alla vita di un tempo e le sue continue rapine stavano iniziando a dare fastidio.
Nel marzo 1832 un agricoltore locale, Gilbert Robentson, stava celebrando la festa del raccolto, con fiumi di rum locale che scorrevano. A questa festa partecipò, non invitato, anche George Grover, che vi arrivò già completamente ubriaco. George però non aveva intenzione di festeggiare, quanto piuttosto di rubare del vino a Gilbert.

Alcuni degli agricoltori che lavoravano per Robentson però si accorsero delle intenzioni di Grover, e lo cacciarono in malo modo. L’uomo camminò, barcollando, fin su Richmond Bridge, e si addormentò profondamente, sdraiato per terra, ai piedi del parapetto sulla sommità del ponte.
Il mattino seguente, George Grover venne ritrovato sotto Richmond Bridge.
Era caduto dall’alto, e il suo corpo, nella caduta e nell’impatto con il suolo, si era come spezzato, ed è per questo che si parla dell'”uomo spezzato di Richmond Bridge”. Ma George era ancora vivo quando venne ritrovato, e aveva abbastanza fiato in corpo da riuscire a testimoniare che stava riposando sul ponte quando quattro uomini erano sopraggiunti, lo avevano afferrato per le gambe e le braccia e lo avevano scaraventato di sotto.
Assassinato, dunque. Ma da chi? I colpevoli non vennero mai identificati, e mentre alcuni rapporti dicono che Grover era completamente ubriaco quando cadde (da solo) dal ponte, altri dicono che le ferite che aveva sul capo gli erano state provocate con un piccone. Ciononostante, nessuno venne condannato per la morte di Grover, e il caso venne chiuso senza alcun colpevole.

Da allora, però, il suo fantasma continua ad aggirarsi senza pace sul Richmond Bridge: appare sotto forma di una sagoma scura, con abiti appena percettibili, e senza volto. Si vede mentre si aggira, nervoso, appostandosi dietro gli alberi sotto al ponte, dove morì, o anche mentre cammina sulla sommità del ponte da cui cadde.

Chiunque l’ha visto concorda in un elemento: George Grover, o meglio il suo fantasma, è pieno di rabbia e risentimento, e cammina avanti e indietro, facendo ben udire i suoi passi, come se stesse aspettando i suoi assassini al varco, pronto a restituire loro pan per focaccia, gettandoli giù dal ponte come fecero con lui… ma i suoi assassini probabilmente sono già morti, supposto che sia stata davvero assassinato, e George Grover continua il suo mesto andirivieni, aggrappato a un tempo che non avrà mai fine.

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