20140806_071502Mi sono sempre chiesta questa cosa: quando una persona muore, dove va la sua anima?
Lasciamo da parte le teorie della Chiesa Cattolica in merito alla reincarnazione. Già nell’antichità autori celebri come Platone, Pitagora, Empedocle, ma anche Cicerone, Virgilio e tanti altri filosofi, storici, scienziati, credevano nella nuova vita dopo la morte, presupponendo che l’anima, una volta uscita dal corpo, si reincarnasse in un altro corpo, proprio perchè immortale.

Ma poi la Chiesa Cattolica, nel Concilio di Costantinopoli del 553, abrogò la credenza nella reincarnazione, quando l’imperatore bizantino Giustiniano bandì gli insegnamenti di Origene dalla dottrina della Chiesa Cattolica Romana: ogni riferimento fu cancellato dalle scritture, e dopo questo Concilio venne affermato che le anime dopo la morte erano destinate ad andare in paradiso, in purgatorio o all’inferno. Nessun’altra destinazione.
Però mi chiedo: c’è la possibilità che una persona riesca a rivivere, in qualche modo, le vicende di un’altra persona vissuta nel passato, al punto tale da poter pensare che l’anima di questa persona si sia reincarnata in essa?

Qualche tempo fa (era il 18 gennaio di quest’anno), come qualcuno di voi forse saprà (l’ho scritto su facebook ma adesso ho deciso di parlarne apertamente), ho rivissuto sulla mia pelle un fatto abbastanza sconvolgente. Un fatto storico. Una sorta di martirio.

 

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La Casa di Lucrezia, a Padova

IL FATTO STORICO.
Ne ho parlato diffusamente nei post a lei dedicati, ma riassumiamo brevemente la sua storia.
Nella notte tra il 15 e 16 novembre 1654, nel suo palazzo padovano i cui resti, molto modificati, esistono ancora in pieno centro storico, fu assassinata la nobildonna Lucrezia Dondi dell’Orologio, moglie di Pio Enea II degli Obizzi, il proprietario del Castello del Catajo.
Quando la servitù irruppe nella stanza, richiamata dalla urla strazianti della donna, trovarono la povera Lucrezia in un lago di sangue, la gola recisa da una rasoiata, praticamente decapitata. La donna, oltre al marito, lasciava tre figli: Ippolita, Roberto e Ferdinando. Proprio Ferdinando, il più piccolo, la notte dell’omicidio dormiva nel letto della madre, ma era stato rinchiuso nella stanza vicina proprio dall’assassino di Lucrezia, che voleva approfittare della donna…
Nei giorni seguenti furono celebrati i funerali di Lucrezia, sepolta nella tomba di famiglia, situata nella Chiesa di Santa Maria Mater Domini, nucleo originario della Basilica di Sant’Antonio di Padova, oggi nota come “Cappella della Madonna mora”.
Un suo busto commemorativo fu esposto nel Palazzo della Ragione, a memoria del martirio subito dalla donna.
Subito si indagò per cercare di scoprire il colpevole di quel fatto, e furono arrestati tre uomini che avevano avuto dei dissapori con Pio Enea. Fu allora lo stesso marito di Lucrezia che concentrò i suoi sospetti su un amico del figlio maggiore, Roberto, un giovane che frequentava spesso casa Obizzi: Attilio Pavanello. Si indagò sul giovane, e a casa sua fu trovato un fodero di un rasoio compatibile con la lama spezzata rinvenuta sul luogo del delitto. E come se non bastasse, Attilio presentava un profondo taglio sulla mano destra che non sapeva giustificare.
Senza contare, poi, che Attilio si era invaghito di Lucrezia… a tal punto da tentarle violenza. Pio Enea denunciò Attilio all’Auditore di Ferrara, ormai convinto della sua colpevolezza. Il ragazzo fu arrestato e interrogato, ma non confessò mai il delitto: era un nobile e aveva buone e potenti amicizie sia a Padova che a Ferrara… e dopo cinque mesi di reclusione, fu rimesso in libertà. Per tredici anni non mise piede nel territorio della Repubblica, per paura della vendetta degli Obizzi.

20130504_114551Ma la mattina del 12 febbraio 1667, a Padova, Attilio Pavanello, tornato a Padova credendo che nessuno più volesse vendicare Lucrezia, stava camminando tranquillamente lungo la strada che conduceva a Ponte Corvo quando fu affrontato da Ferdinando, il figlio più piccolo di Lucrezia, l’ex bambino che la notte dell’omicidio della madre dormiva con lei nel letto. E fu proprio Ferdinando che, con l’aiuto dei suoi uomini armati, trucidò colui che credeva l’assassino della madre a colpi d’archibugio e di coltello, e quindi lo decapitò con la spada. Fuggì poi a Ferrara, mentre il padre fu arrestato perché ritenuto complice del figlio, ma dopo pochi giorni di prigionia venne rilasciato, e tutta la vicenda presto insabbiata. Attilio Pavanello, l’assassino assassinato, fu quindi sepolto nella tomba di famiglia, che si trovava nel chiostro della Basilica di Sant’Antonio, e di lui si persero le tracce.

Qualche tempo fa, assieme a un amico, sono stata in visita alla Basilica e alla Biblioteca, per cercare informazioni sulla tomba del Pavanello, ma la ricerca non ha dato alcun esito. Alcuni testi consultati dicevano che effettivamente la lapide tombale esisteva, ma di essa non si sa più nulla. Presumibilmente, rendendosi conto di quale grave delitto aveva commesso una persona lì sepolta, i monaci hanno spostato la lapide, lasciandola giustamente cadere nell’oblio.

Tuttavia, come dicevo, il 18 gennaio, sono stata “vittima” di un episodio alquanto singolare. Premetto che, per qualche strana ragione, mi sono sempre sentita molto legata a Lucrezia degli Obizzi. Da bambina, quando ero piccola, andavo spesso con mia mamma alla Basilica di Sant’Antonio, e ricordo che uno dei punti che più preferivo era la cappella della Madonna Mora. Amavo stare lì, per molto tempo, a osservare la bella statua della Madonna protetta dalla grata, e guardavo il viavai dei pellegrini che andavano a posare la mano sulla tomba di Sant’Antonio, luogo così pieno e carico d’energia che attira milioni di fedeli ogni anno.

Ricordo che mi piaceva osservare la lapide che si trova in quella cappella, e mi chiedevo chi ci fosse sepolto sotto…Adesso so che si trattava di Lucrezia degli Obizzi.

Poi, quando passavo in auto lungo strada Battaglia, ero incuriosita da quel maniero che si vedeva al di là della strada, con il ponte, e la mura, e gli alberi…quante volte ho voluto capirne di più, sapere cosa fosse….e quando finalmente l’ho visitato, ecco che scopro che si trattava del Castello del Catajo, legato, come sappiamo, a Lucrezia degli Obizzi.

L’ho visitato, sono venuta a sapere della storia del martirio della donna, sono venuta a conoscenza dell’esistenza della famosa “pietra insanguinata“, che reca le tracce di sangue sparse dalla poveretta, e ho provato a “immedesimarmi” in lei…e sappiamo poi cos’è successo

 

Poi, per due volte ho sognato Lucrezia. Dapprima, ero in visita al castello. In comitiva con alcune persone, il luogo di ritrovo era il piazzale del castello, da dove si vedevo guglie e torrette…e una torre più alta, con un paio di finestre illuminate.

Notavo un’aria pesante, opprimente in quel castello…scattavo qualche foto, poi siamo entrati e mi trovavo in una sala al pianterreno, con delle sedie di legno antiche, e molte armature…e una serie di porte ai lati della stanza. Una di queste porte conduceva verso un corridoio buio e stretto. Ero in gruppo con alcune persone, e di colpo le guide ci hanno fatto uscire da quella stanza perchè era scoppiato un temporale ed era meglio allontanarci dal ferro…ricordo che ad un certo punto mi sono allontanata dal resto del gruppo, e ho percorso quel corridoio…c’erano molte stanze, molte porte, quadri di paesaggi alle pareti, dei ritratti di persone, altre armature…e poi una finestra, in alto, sopra a un arco, protetta da una tendina rossa. Ricordo che ho fotografato quella finestra, e sul display del cellulare è apparsa una bambina, con uno sguardo cattivo, arrabbiato, feroce…pareva la bimba dell’esorcista, per intenderci….ricordo che aveva gli occhi azzurri, era riccia e digrignava i denti. Ma nonostante questo, non  avevo paura di lei….le parlai, chiedendole chi fosse, se fosse il fantasma di una bambina morta nel castello, e lei mi disse di no, che era la padrona del castello e che dovevo andarmene…e poi ricordo che tutti correvano e urlavano, perchè un uomo armato e mascherato era apparso all’improvviso e cacciava via chiunque si trovasse davanti…e io, noncurante della sua presenza, cercavo di raggiungere quella bambina, senza esito.

 

021020111354Il secondo sogno, invece, più recente, avvenne come ho detto il 18 gennaio, due giorni prima di quello che sarebbe stato il 35° compleanno di Mathias…non so se questo abbia un collegamento con il sogno oppure no, ma….nel sogno, ancora una volta mi trovavo nel castello del Catajo, solo che il tempo non era quello presente…era tipo il Medioevo o qualcosa di contemporaneo a quel periodo…c’era gente vestita come a quei tempi, e ricordo che io camminavo per le stanze del castello, guardavo dalle finestre, c’erano delle scale ripide e scure che dovevo percorrere, e scendevo, lentamente, tenendo in mano una cordicella con alla fine una lampadina, che però durante la discesa si spense…così toglievo dal muro una torcia, l’accendevo, e continuavo nella discesa. Sentivo freddo, avevo paura, il pavimento era bagnato e umido, e c’era odore di muffa. Mi trovavo penso vicino a un fiume, perchè c’era dell’acqua che scorreva, lì vicino, lo sentivo chiaramente… poi a un certo punto sono stata attaccata da qualcosa o qualcuno, non lo ricordo…e da allora il sogno, da piacevole che era stato, si è trasformato in un incubo…mi sono sentita afferrare alla gola, stringere forte, da due mani che volevano soffocarmi…ho cercato di opporre resistenza, ma senza esito…finchè ho sentito qualcosa di freddo che mi attraversava il collo e un dolore fortissimo…ricordo che mi toccavo il collo e lo sentivo bagnato…le mie mani erano rosse di sangue, e mi sentivo poco a poco venir meno… chiamavo aiuto ma la voce non mi usciva…sentivo solo che avevo qualcosa di importante da dire, ma non ce la facevo…e poi mi sono svegliata. Con un dolore molto forte al collo e, cosa anche peggiore, un segno trasversale rosso che mi attraversava tutta la gola, proprio come se qualcuno mi avesse tagliato la testa…..

 

Ma non è tutto.

 

Qualche giorno dopo, una persona (che è medium) mi ha contattata su facebook con questo messaggio:

Ciao Donata,ho letto il tuo post.Non sapevo come fosse morta questa dama ma guardando la tua foto profilo ho visto che in passato ti hanno ucciso e riguarda una ferita alla gola. Non ho certezza che tu sia la dama degli obizzi pero’ so che sei in buona fede,non hai scritto quel post come tanti fanno per scherzo.Potresti essere veramente lei.Forse la tua anima vuole risolvere le cose,in fondo e’ un omicidio crudele.Dovresti approfondire la cosa se ritieni importante superarla.A volte certi nostri blocchi,ostacoli e paure sono proprio frutto di vite passate,cose non risolte,sopratutto se la morte e’ stata tragica.Un saluto e scusa per il distrurbo ma mi sentivo di dirti cosa ho visto […] Ho visto tramite la tua foto che sicuramente sei stata uccisa con un’arma che taglia la gola.Ho letto che questa dama e’ stata uccisa con una rasoiata da un certo Attilio Pavanello quindi potresti essere tu. […] Ti ha detto qualcosa di particolare il suo fantasma?C’e’ un’altra ipotesi oltre al fatto che sei lei ovvero che la conoscevi a quei tempi oppure lei ti sta chiedendo aiuto.Se pero’ ti senti molto legata a lei come se lei fosse una parte di te allora lei e’ la tua vita passata.Tu hai la risposta.Senti che devi risolvere qualcosa?Hai qualche sensazione particolare? Senti il castello come se fosse casa tua? […]  Questo legame fin da piccola e’ importante,e’ una cosa caratteristica delle vite passate.Il fatto che hai sognato per la prima volta la sua morte e’ perche’ qualcosa si sta sbloccando in te,anche perche’ e’ un omicidio. Anche questo fatto che non sapessi nulla su quel posto fa pensare che tu sia la reincarnazione di Lucrezia.

Beh, lascio trarre a voi le conclusioni, ma…io in cuor mio sono certa che ci sia un legame molto forte tra me e Lucrezia, altrimenti non mi spiego tutte le sensazioni che ho sempre vissuto in quel castello, in prossimità della sua tomba, non mi spiego i sogni fatti e, soprattutto, non mi spiego il fatto di aver rivissuto così nitidamente il suo martirio… Una spiegazione razionale indubbiamente ci deve essere ma….a me piace pensare che la poveretta, dopo tanti anni, cerchi di risolvere qualcosa… forse è legato alla sua data di morte, 16 novembre 1654…forse alla sua data di nascita, 21 settembre 1610 (o 1612), non lo so….ma devo scoprirlo.

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15 pensiero su “Io sono Lucrezia degli Obizzi. Una reincarnazione?”
  1. Continua: forse sei una discendente di Lucrezia, chi lo sa, magari da qualche ramo cadetto della famiglia! E avendo tu un animo molto sensibile e magari piacendole, vuole parlare con te, perchè la sua storia non venga dimenticata. O perchè forse, inspiegabilmente, è ancora bloccata quaggiù, anche se ripeto mi sembra strano, essendo lei una donna molto pia e devota. Avrebbe dovuto avere un biglietto in mano per il Paradiso! Non vedo l’ora di andare al Catajo, credo che porterò un fiore sulla pietra rossa, e poi più avanti andrò a vedere la tomba di Lucrezia al Santo. Grazie ancora per aver condiviso con noi le tue emozioni e le tue ricerche! Anch’io sono appassionatissima di storie di fantasmi legate al nostro meraviglioso patrimonio storico artistico!

  2. Ma se tu fossi Lucrezia rediviva…il fantasma non dovrebbe esistere…perchè la sua anima dovrebbe essere dentro di te…o no? Non credo nella reincarnazione…credo che Lucrezia voglia comunicare con te, anche se mi sembra strano…pensavo che i fantasmi fossero anime del purgatorio in cerca di preghiere…ma Lucrezia era una donna Pia e devota, sicuramente sará in Paradiso! Boooh…

  3. Inciampo per caso in questo blog in particolare, cercando informazioni su Lucrezia… e ti ringrazio non solo per aver condiviso questi pensieri pubblicamente, ma anche per altri due motivi. Il tuo ultimo sogno mi ha ricordato una visione che ho avuto durante un esercizio di meditazione, a seguito del quale ho pianto per l’intera giornata e a stento parlavo – episodio che avevo totalmente rimosso! Ora ricordo la lama sul collo e il collo bagnato, le mani sporche di sangue…non si trattava di Lucrezia, ero in un altro posto geografico e forse in un’altra epoca, ma ti ringrazio di avermi riportato alla mente questo ricordo, per quanto cruento: tutto ciò ha sicuramente un suo perché. Inoltre, mi hai fatto venire voglia di scrivere i sogni che mi tormentano da una vita; forse anch’io, lanciandoli in pasto alla rete, potrò trovare un giorno qualcuno che leggendo le mie esperienze trova delle risposte alle sue domande o vede riaffiorare ricordi sepolti.
    Grazie ancora,
    A.
    Prov. di Treviso

  4. Il fatto che si sia un legame forte tra te e il personaggio di Lucrezia è innegabile, anche senza voler entrare nel merito della reincarnazione, che ahimé non è verificabile. Ho visto anche i tuoi post precedenti ed è evidente che Lucrezia sia entrata, fantasma o meno, a far parte della tua vita. Le immagini dell’impronta insanguinata, della tua mano e del riflesso di luce apparso in una foto, sono cose che non si dimenticano. Se aggiungi a tutto questo la malinconia di di una persona cara che non c’è più, allora forse una spiegazione razionale c’è. Fai benissimo comunque a continuare nelle tue indagini, anche se dubito si possa mai risalire alla tomba di Pavanello. E’ davvero affascinante ciò che scrivi e spero di leggere presto un nuovo articolo. Mi incuriosisce la faccenda della data di nascita e morte della ragazza.. mi sono perso qualcosa?

    1. Caro TOM, Lucrezia sta entrando sempre più a far parte della mia vita, in un modo o nell’altro…non è solo il fatto di quanto mi è accaduto, e che ho raccontato qui e nei precedenti post…la tomba del Pavanello l’ho cercata e ricercata, alla fine i frati della Basilica mi hanno detto che effettivamente esisteva (c’è una descrizione molto accurata della lapide di questa tomba), ma purtroppo adesso no esiste più in quanto con i lavori fatti motlo tempo fa al chiostro dei Novizi dove si trovava, molte tombe sono state spostate e le lapidi ,specie le più rovinate, tolte e mai più ricollocate…credo che anche la tomba dei Pavanello abbia subito la stessa sorte…Riguardo la data di nascita e morte di Lucrezia, non so, sto studiandoci su, ma c’è qualcosa che ritorna…

  5. Ciao sono incappata nel tuo blog tramite la pagina fb dei ghost hunter team, ed è un blog veramente fatto bene.Volevo chiederti solo cosa ne pensi riguardo ai sogni premonitori. Io ne ho fatti tanti sulla scomparsa di persone e affetti a me cari che poi sono realmente accaduti. Grazie per l’eventuale risposta.

    1. Ciao Ma, io ci credo molto bene ai sogni premonitori, e sono convinta che qualcosa di vero in essi ci sia…razionalmente potrei dirti che sono solo proiezioni di quanto il nostro subconscio elabora, durante la giornata, e che poi si riversa in forma di sogno durante il sonno…spesso sognamo cose che effettivamente poi avvengono, ma potrebbe esser solo una semplice casualità….ma se così non fosse? se davvero i sogni avessero qualcosa di importante da dirci? non so, le risposte sono tante, sta a noi credere a qualcosa 🙂

  6. Beh, io non credo nella reincarnazione, ma ognuno è libero di avere di pensarla come crede… in fondo l’anima può essere vista come una forma di energia, e l’energia non si crea nè si distrugge…

      1. Potrebbe, in questo modo di vedere. Nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma. Energia compresa. Quindi se vedi l’anima come una forma di energia, puoi domandarti in che cosa si trasforma… Entra a far parte dell’energia dell’universo? Se ne distacca nuovamente? Entra in un nuovo organismo? Accede a un nuovo piano dell’esistenza? Ovviamente per chi crede a una o più di queste cose.

        1. sì, secondo me l’anima è davvero una forma energetica, ma credo sia praticamente impossibile capire in cosa si trasforma una volta che l’involucro che la ospita cessa di esistere…la vedo come una specie di seme…ogni seme contiene il futuro generativo, quando cade, e muore, da esso esce la futura pianta, e la vita continua…

  7. Quante stronzate scrivi pur di elemosinare un po di visitatori? Poveretti pure loro che credono a ste puttanate

    1. non ho bisogno di elemosinare visitatori mio caro, ne ho quanti mi bastano, evidentemente molti più dei neuroni (esauriti) che ancora danno vita al tuo cervelletto. Posto che tu ne abbia uno.

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