Il poeta della morte: il caso di Jack Unterweger, lo Strangolatore di Vienna
Guardate la foto dell’uomo qui di fianco. Potreste mai immaginare che si tratti di un serial killer spietato, violento, sadico e abile manipolatore? Ebbene, Jack Unterweger aka lo Strangolatore di Vienna aka Jack the Writer, dopo essere uscito dal carcere in seguito a condanna per omicidio, ed essere stato giudicato completamente guarito dai suoi impulsi violenti del passato, dopo solo un anno diventò un serial killer e l’incubo per ogni donna di Vienna degli anni ’70.
Jack sembrava avere una particolare predilezione per le prostitute, e ne uccise 11, anche se il numero totale degli omicidi a lui attribuiti varia tra i 1 e i 15. La travagliata relazione tra Johann “Jack” Unterweger e le prostitute risale alla tenera età. Era nato a Graz, in Austria, nel 1950. Unterweger non conobbe mai il padre, che probabilmente era un soldato statunitense rimasto senza nome. Crebbe con la madre, che oltre a essere una cameriera, probabilmente si guadagnava da vivere facendo la prostituta.
Quando la donna venne arrestata per frode, Unterweger fu mandato a vivere con i suoi nonni. Non fu un’esperienza positiva: Jack raccontò che il nonno era violento e per di più alcolizzato, anche se questa sua versione venne contraddetta dalla zia, che affermò che i nonni, benché effettivamente poveri, in realtà fossero molto amorevoli e premurosi col piccolo Unterweger, che però non era esattamente un bambino tranquillo.
Jack Unterweger infatti passò la sua adolescenza entrando e uscendo di prigione per vari piccoli crimini, tra cui furti e rapine, ma ben presto questi crimini degenerarono in assalti di prostitute nella sua zona. Tra i 16 e i 25 anni, Unterweger venne condannato per 16 reati, la maggior parte dei quali erano violenze sessuali.
Trascorse la maggior parte di questi anni in prigione, uscendo solo per pochi mesi se non per settimane. Poi, nel 1974, Unterweger commise il suo primo omicidio.
Conobbe in un bar una ragazza di appena 18 anni, la tedesca Margaret Schafer, e dopo averla stuprata la strangolò con il reggiseno. Fu processato per il crimine nel 1976 e condannato all’ergastolo. Quando Unterweger confessò l’omicidio del 1976, ammise di aver ucciso Margaret perchè aveva visualizzato in lei una proiezione della madre, e sentendosi assalire da una rabbia incontrollabile nei confronti della ragazza, aveva finito per strangolarla.
Mentre Unterweger era in prigione, iniziò a scrivere. Scrisse poesie, racconti, opere teatrali e infine un’autobiografia di grande successo chiamata Fegefeuer – Eine Reise ins Zuchthaus (Purgatorio – Un viaggio in penitenziario).
Questo libro divenne ben presto un bestseller, anche perché ne venne tratto in seguito un film, e i cittadini austriaci fecero una campagna per il rilascio di Unterweger, sostenendo che i suoi scritti avessero dimostrato la sua riabilitazione. Addirittura, alcune scuole usarono il suo libro. In breve tempo divenne famoso col soprannome di Häfenpoet (Il prigioniero poeta), e un gruppo di intellettuali austriaci, tra cui la scrittrice Elfriede Jelinek, futuro premio Nobel, firmarono una petizione per il suo rilascio, che avvenne il 23 maggio 1990, dopo che aveva già scontato 15 anni di carcere, il termine minimo per l’ergastolo in Austria. Dopo la sua liberazione, Unterweger partecipò a un tour nazionale discutendo i suoi libri su vari programmi televisivi e radiofonici, e occupandosi anche di porre in risalto le difficili condizioni di vita all’interno dei carceri austriaci…
Divenne una vera e propria celebrità, fino a quando la polizia non si imbattè in un cadavere che galleggiava nel fiume Vitava, vicino a Praga, Repubblica Ceca. Si trattava di Blanka Bockova, prostituta. Il suo corpo è stato trovato coperto di foglie e con una serie di calze grigie legate al collo. Gli amici l’avevano vista la sera prima mentre beveva qualcosa in un bar assieme a un uomo sulla quarantina…
Alcune settimane dopo, Brunhilde Masser, una prostituta nella città natale di Unterweger, scomparve. Il suo corpo fu trovato diversi mesi dopo, e l’autopsia stabilì che era stata uccisa allo stesso modo di Blanka Bockova.
Una terza donna, Heidemarie Hammerer, fu uccisa poco dopo le altre donne. Fu trovata in un parco pubblico, nascosta sotto un cumulo di foglie. Era stata strangolata con un reggiseno.
Jack Unterweger
Altre quattro prostitute che lavoravano a Vienna scomparvero nel giro di un mese l’una dall’altra. La quarta donna che ebbe la sventura di incontrare Unterweger, Sabine Moltzi, fu rapita e uccisa la sera del 16 aprile 1991. La sera del 7 maggio 1991, toccò invece a Karin Arogiu. La ritrovarono sul ciglio della strada: nuda e con solo i gioielli addosso. Era stata strangolata con il suo body e stranamente non era ricoperta di foglie. E le altre due vittime? Si chiamavano Elfriede Schrempf e Regina Prem.Elfriede Schrempf, scomparsa la notte tra il 7 e l’8 marzo del 1991, ebbe un’esperienza se possibile ancor più drammatica. Anche lei era una prostituta, ma Unterweger adottò un approccio diverso nei giorni precedenti alla sua uccisione: chiamò i genitori della ragazza un paio di volte, deridendoli e facendo illazioni sul modo in cui la loro figlia si guadagnava da vivere. Il suo cadavere fu trovato sei mesi dopo, il 5 ottobre 1991. Il 16 aprile 1992 venne ritrovato il cadavere di Regina Prem, che era sparita tra il 28 e il 29 aprile. I resti erano in avanzatissimo stato di decomposizione, quindi fu impossibile stabilire la causa della morte.
La polizia austriaca capì di aver a che fare con un pericoloso serial killer… e August Schenner, investigatore in pensione che aveva 70 anni al tempo degli omicidi, riferì alla polizia austriaca che il modus operandi di quel serial killer che agiva a Vienna gli ricordava un caso del quale si era occupato quasi vent’anni prima. Tutto combaciava: il fatto che le vittime fossero prostitute, le tecniche di omicidio, avvenute con indumenti della vittima, l’età delle donne uccise. L’investigatore fece anche il nome dell’assassino catturato vent’anni prima: Jack Unterweger. Tuttavia, nonostante la stretta sorveglianza a cui Unterweger era sottoposto, non si riuscì mai a trovare prove sufficienti per arrestarlo.
E poi la situazione si complicò. Nel 1991 Jack Unterweger fu chiamato come giornalista da una rivista austriaca, che gli affidò l’incarico di scrivere un articolo sulla criminalità a Los Angeles e in particolare sulle differenze tra il mondo della prostituzione statunitense e quello europeo.
L’uomo iniziò a lavorare a Los Angeles, a stretto contatto con la polizia americana, con la quale usciva in pattuglia in alcuni quartieri a luci rosse della città, con l’obiettivo di indagare il più possibile sul mondo della prostituzione americana.
Ma se di giorno era dalla parte degli inquirenti, di notte vestiva i panni di serial killer… E uccise altre tre donne. Shannon Exley, Irene Rodriguez e Sherri Ann Long trovarono la morte allo stesso modo: picchiate, violentate con un ramo di un albero, quindi strangolate con un reggiseno. Quando finalmente la polizia austriaca trovò prove sufficienti, Unterweger era già sparito. Fu scatenata una vera e propria caccia all’uomo, e Jack venne inseguito in Europa, Canada e di nuovo negli Stati Uniti, dove l’FBI lo arrestò a Miami il 27 febbraio 1992, estradandolo in Austria, dove sarebbe stato processato per 11 omicidi.
Proclamando la sua innocenza, Unterweger si fece intervistare dai media austriaci per cercare di convincere gli spettatori che non era lui l’assassino, ma questa volta gli austriaci non gli credettero, e l’uomo venne riconosciuto colpevole di nove di questi omicidi. Il 29 giugno 1994 venne condannato all’ergastolo senza possibilità di libertà condizionale.
Ma Unterweger trovò lo stesso il modo di sfuggire al carcere: si suicidò la notte della sua condanna, con una corda realizzata con la sua uniforme da carcere. Il nodo era lo stesso tipo che aveva usato per uccidere le sue vittime. E morì da (presunto) innocente, o meglio, da innocente fino a prova contraria: poiché Unterweger non ebbe il tempo di appellarsi alla sua condanna, secondo la legge austriaca, viene tecnicamente considerato non colpevole, in quanto il suo verdetto non era ancora giuridicamente vincolante.
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Allucinante! E se penso che una buona parte della società nella quale viveva lo aveva eletto come proprio idolo letterario….