Caledonia Mills, quando il poltergeist gioca con il fuoco
La fattoria di Caledonia MillsNel gennaio del 1922, l’agricoltore Alexander MacDonald, sua moglie Janet e la loro figlia adottiva Mary Ellen, lasciarono precipitosamente la loro casa di campagna a Caledonia Mills, in Nuova Scozia, dopo essere stati vittime di quasi trenta attacchi da parte di un poltergeist particolarmente violento, che si manifestava per lo più attraverso incendi.
Nonostante molti ricercatori, giornalisti, detective e investigatori paranormali abbiano esaminato sia l’azienda agricola che la casa dei MacDonald, il cosiddetto “spettro di fuoco” non è stato mai spiegato in modo completo.
L’attività del poltergeist affliggeva ormai la famiglia da quasi un anno: nessuno dei MacDonald riusciva a dare una spiegazione agli strani fenomeni che avvenivano nella loro azienda.
Fenomeni che includevano lo spostamento del bestiame quando il fienile era deserto, la comparsa di grosse quantità di cenere nel latte conservato, e le code dei cavalli che venivano trovate intrecciate tra loro, con grande sofferenza da parte degli equini.
I fenomeni più notevoli, tuttavia, erano gli incendi, di piccole e medie dimensioni, che si verificarono di continuo, e che hanno affibbiato alla fattoria di Caledonia Mills il nome con cui è ricordata: la fattoria dello spettro di fuoco.
Gli incendi sarebbero scoppiati spontaneamente in tutta la casa e nei terreni, in luoghi spesso lontani dal focolare o da qualsiasi altra fonte di scintilla. Tutto in quella casa prese fuoco, dalla semplice carta da parati alle sedie, dai quadri alle pareti agli asciugamani nei bagni, perfino quelli bagnati… La situazione si fece così insostenibile che, a turno, i membri della famiglia organizzarono delle ronde per cogliere sul fatto il misterioso piromane, ma non si scoprì mai nulla. Ben presto la storia giunse alle orecchie di tutta Caledonia Mills, e moltissime persone di offrirono per dare la caccia al misterioso individuo che si divertiva a incendiare casa MacDonald, ma nonostante i tentativi, nessuno riuscì mai a individuare l’autore di quegli attacchi incendiari, che però si manifestavano puntualmente, anche in presenza delle “sentinelle”.
Alla fine, di fronte all’evidenza, la famiglia MacDonald non poté far altro che gettare la spugna e abbandonare la fattoria. Non appena la famiglia si fu trasferita dalla casa, i giornalisti e gli investigatori paranormali iniziarono le indagini. Si narra che perfino Sir Arthur Conan Doyle venne invitato a esplorare i fenomeni… E da quel momento iniziarono ad affluire i resoconti di chi si era trovato faccia a faccia col poltergeist di fuoco.
Mary Ellen MacDonald
Tra i racconti più notevoli ci sono quelli di Harold Whidden, un giornalista dell’Haldifax Herald e del detective della polizia Peachey Carroll, che trascorsero due notti in casa. Durante questo periodo, entrambi sperimentarono diversi avvenimenti, tra cui la sensazione di essere schiaffeggiati sul braccio e sul viso da mani fantasma. Whidden rimase così turbato dalle sue esperienze che alla fine decise di non pubblicare nulla di quanto aveva scoperto a Caledonia Mills, ma i suoi scritti uscirono ugualmente, postumi, e si possono leggere nel sito internet dedicato al caso, che li riporta con tanto di foto dell’epoca.
Un altro investigatore del paranormale che visse in casa per diversi giorni fu il dottor Walker Franklin Prince, che dopo aver indagato in lungo e in largo, prendendo in esame anche i singoli membri della faiglia e le loro storie, concluse che l’attività poltergeist era legata alla figlia di quindici anni della famiglia, Mary Ellen, che a suo dire, era la responsabile diretta dei fenomeni.
Prince ipotizzò che la ragazzina vivesse un forte disagio interiore, essendo stata adottata dai MacDonald e non essendosi mai integrata in fondo in quella famiglia. Forse, il suo status instabile era la causa scatenante di quei fenomeni. A riprova della sua teoria, il fatto che mentre aveva trascorso il periodo di “indagine” a Caledonia Mills, nulla di strano era avvenuto, contrariamente al solito, quando erano presenti tutti i membri della famiglia e quando, soprattutto, i fenomeni si verificavano dove si trovava (o si era trovata) fisicamente Mary Ellen. A turno, i membri della famiglia vennero portati in casa durante la sua indagine, nel tentativo di “innescare” il fantasma, cosa che puntualmente avveniva.
La cosa più strana fu che Prince segnalò in seguito che nel suo ufficio di New York, dopo che erano trascorse diverse settimane da quando aveva ufficialmente completato le indagini sul poltergeist di fuoco di Caledonia Mills, aveva udito degli strani rumori, simili a scoppi ripetuti, che l’avevano accompagnato per diversi giorni, incuriosendolo, e spaventandolo, non poco.
Purtroppo per Mary Ellen, l’indicazione del dottor Prince che potesse essere la causa, anche se inconsapevolmente, dei fuochi e di altre attività di poltergeist, la segnò per tutta la vita, e questo certo non l’aiutò: la gente prese l’abitudine di chiamare “fantasma” la stessa Mary Ellen e, secondo alcuni resoconti, la donna venne rinchiusa in un ospedale psichiatrico per diversi anni.
Infine, dopo che lei e la sua famiglia si furono allontananti dalla fattoria di Caledonia Mills, i fenomeni cessarono.
Tuttavia, non era così che doveva finire la storia del poltergeist di fuoco di Caledonia Mills. Nel corso degli anni vennero infatti presentate diverse altre spiegazioni del fenomeno: Edward J. O’Brien, docente presso la vicina Università di St. Francis Xavier, ipotizzò che gli incendi potessero essere causati da onde radio prodotte dalle torri radio di Wellfleet, Massachusetts e Glace Bay, in Nuova Scozia, onde che attraversano proprio la zona in cui si trova Caledonia Mills.
Molti libri sono stati scritti sullo strano fenomeno, tra cui Fire Spook: The Mysterious Nova Scotia Haunting di Monica Graham, che ipotizzava una mano umana dietro le vicende: un vicino particolarmente dispettoso che avrebbe appiccato manualmente gli incendi.
Poltergeist o mano umana, la leggenda dello spirito di fuoco di Caledonia Mills persiste ancor oggi, nonostante da molto tempo sia la fattoria che le stalle della famiglia MacDonald siano scomparse… Ancora oggi però moltissimi appassionati e ricercatori si recano sui luoghi in cui un tempo sorgevano la casa e la fattoria di Mary Ellen e della sua famiglia, per indagare su questa storia, ma sono luoghi abbastanza difficili da trovare, perchè immersi nella vegetazione, e non ci sono indicazioni, l’urbanizzazione ha cancellato le tracce e a nessuno piace ricordare l’esatta ubicazione di luoghi considerati “maledetti. Eppure, le persone che riescono a trovarli sono concordi nell’afermare una cosa: se qualcuno porta a casa con sé qualcosa proveniente dalla proprietà che un tempo fu dei MacDonald, la casa dell’incauto cercatore di tesori brucerà. Lo spirito di Mary Ellen, dunque, sembra non aver perso il suo vizio…
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Povera Mary Ellen, un avita distrutta dai preconcetti e dalle leggende sorte su di lei.
Ottimo articolo, as usual..
povera donna davvero 🙁