Oggi ultimo post prima delle ferie.

E ho deciso, visto che sono abbastanza pazza, di realizzar un post fotografico.

Vi ricordate che l’anno scorso avevo presentato con gioia le mie adorate piante carnivore?

Lucrezia, la Dionea (scorso anno)

La prima che avevo portato a casa è stata Lucrezia, la Dionea muscipula, la tipica pianta carnivora con trappole “a scatto”. Si conosce anche con il nome di Venere Acchiappamosche, perchè spesso cattura mosche, ma qualsiasi altro insetto, intrappolandolo tra le sue foglie dentellate, e non lo rilascia finchè non l’ha ben mangiato.

Altea, sarracenia purpurea
Poi, era stata la volta di Altea, una simpatica Sarracenia, del genere Purpurea, una pianta che non è spettacolare come la Dionea, perchè per catturare le prede non compie nessun movimento strano, ma si limita a imprigionare e poi digerire le prede all’interno delle sue ampolle, che contengono semplicemente acqua e succhi gastrici che la pianta produce in abbondanza. Bisogna sempre ricordare di controllare che le ampolle abbiano liquido a sufficienza al loro interno: in caso contrario, le prede riescono tranquillamente a uscire perchè le pareti degli ascidi (questo è il nome tecnico) non sono cerosi e scivolosi.

Maya, la Sarrecenia Alata

Altra pianta che avevo portato a casetta era un’altra Sarracenia, del tipo Alata, che avevo chiamato Maya. Sì, lo so che è da pazzi chiamare per nome delle piante, ma che ci volete fare, sono pazza, e son contenta di esserlo!

La sarracenia Alata, a differenza della Purpurea, ha un meccanismo di cattura delle prede leggermente diverso: i suoi ascidi contengono ugualmente acqua, che instillo manualmente con una siringa, ma in più i suoi ascidi sono stretti e lunghi, sicchè la preda, quando cade, non riesce più a uscirvi anche perchè non riesce a volare, e anche nel caso in cui non avesse le ali (vi cadono spesso anche forbici, formiche e pure una lucertola), non riescono a uscire perchè l’interno degli ascidi e ricoperto di cera, che rende scivoloso, e dunque impossibile, qualsiasi movimento.

Oggi, questo post contiene le foto delle mie piccolette, per farvi vedere come sono cresciute nel giro di un solo anno, e alcune sorprese.

Lucrezia…ma quei ce ne sono due! Le gemelle Lucrezie!
Ecco dunque come si presenta oggi Lucrezia.
Come vedete, da una piantina ne sono state prodotte due, per divisione dela pianta stessa, e da questa molto probabilmente ne otterrò un’altra, da quella di sinistra per l’esattezza.
Come vedete, le foglie sono abbastanza macchiate, perchè se è vero che le piante carnivore mangiano insetti, è pur vero che anche gli insetti possono intaccarle. Nel  nostro caso, Lucrezia è stata intaccata dal Ragnetto Rosso, ma sono fortunatamente riuscita a debellare l’infastazione con un blando antiparassitario di origine naturale, e ora la pianta si sta riprendendo. Ha già emesso nuove trappole perfettamente sane, quindi la temuta morte di Lucrezia è stata scongiurata! ^__^
Anche Altea ha subito una bella metamorfosi. Da piccola che era è diventata un vero e proprio gigante, riempiendo tutta la sua ciotola:
Sarracenia purpurea: un nome che ha il suo perchè….
E si vede bene perchè si chiami “Sarrecenia Purpurea“: ha un colore davvero splendido!
Per quanto riguarda Maya, eccola qui, nel suo splendore:
Maya cresce….

Al suo fianco avete sicuramente intravisto un’altra piantina…ebbene, lei è Nina, la Nephente.

Nina, la Nephente
Piccola Nina arrivata a casa

Si vede, è ancora piccola piccola, e difatti ha solo un mese da quando l’ho portata a casa, ma se confrontiamo la foto qui sopra a questa a fianco che la riproduce appena portata a casa, beh le differenze ci sono, e si vedono!

Nuovi ascidi prodotti, nuove foglie emesse, ascidi preesistenti ingranditi, altri seccati ed eliminati, tronco sollevato di almeno un paio di centimetri…Nina è una pianta che necessita di cure non troppo particolari, pur essendo una nephente, piante che tutti gli appassionati conoscono per essere una varietà rara e difficile da coltivare. Basta solo aver l’accortezza di riporla in casa durante l’inverno e di appenderla a un supporto quando produrrà ascidi più lunghi, potarla quando serve e NON rinvasarla…e crescerà a vista d’occhio, regalando spettacoli davvero belli.

E poi, poteva forse mancare nella mia collezione una carnivora appicicaticcia? Ovviamente no, ed ecco dunque arrivare anche lei, Sophia, la Drosera Capensis, genere Alba.

Sophia, Drosera Capensis Alba

Questo è l’aspetto della piccola Sophia appena portata a casa.

La Drosera è una piantina molto curiosa, che cattura le prede in modo molto strano: quando un insetto resta incollato alle sue foglie, ricoperte di una sostanza vischiosa, le foglie di arrotolano lentamente su se stesse, avvolgendo la preda e digerendola. Questo se l’insetto catturato è grande, tipo una formica o una farfalla. Se invece è piccolo, ad esempio una zanzara (e quante ne ha catturate la mia piccola!!!) o i moscerini, basta che l’insetto si appoggi sulla foglia per essere invischiato dalle goccioline che ricoprono la superficie della pianta, e che qui sopra si vedono, e finisce digerito senza neanche accorgersene.

A distanza di un mese, l’aspetto di Sophia è questo.

Sophia, oggi.

Molto cresciuta e con pure due bei steli fioriti, ma già appassiti. Notate come si vedono le goccioline vischiose sulle foglie e come si vedano dei puntini neri…sono le prede catturate e digerite.

Ma non è tutto.

Dionea fiorita

Anche quest’anno, Lucrezia la Dionea ha fatto i fiori, che ho lasciato crescere tranquilli.

In teoria i fiori andrebbero tagliati appena spuntano per no indebolire la pianta, a meno che non si vogliano ottenere i semi…e siccome io volevo i semi, ho lasciato crescere i fiori, li ho impollinati con l’ausilio di un pennellino dato che essendo fiori senza alcun profumo vengono bellamente evitati dalle api e dagli altri insetti che potrebbero impollinarli, e poi ho atteso paziente.

I fiori impollinati hanno ripiegato dopo un giorno i petali su se stessi, si sono chiusi e quindi sono seccati.

Semi di dionea muscipula

Li ho lasciati seccare sulla pianta, poi li ho tagliati con la luna piena e ho seminato i semini, che vedete qui sulla destra sul palmo della mia mano.

Sono davvero minuscoli, e prima di esser seminati devono subire un processo un po’ particolare perchè diano un buon risultato…ma non ve lo voglio svelare, ogni coltivatore di piante carnivore ha i suoi segreti e li mantiene gelosamente! :p

In media una pianta produce circa 30 semi…avendone io piantate 3, ho ottenuto circa 90 semi, ma la percentuale di produzione è piuttosto bassa, circa del 10-15 per cento…non ci si può aspettare quindi che su 100 semi piantati tutti e 100 nascano!

Semi di Dionea Muscipula appena piantati

Io mi sarei accontentata che su 90 semi ne nascesse uno 😀

Quindi, una volta seminati i semi nella sfagnera che vedete qui a fianco, ho immerso il contenitore (semplice scatola di plastica che conteneva delle fialette di ricostituente) in un sottovaso pieno d’acqua distillata, effettuando poi frequenti spruzzature.

L’importante è che si usi SOLO acqua distillata, per tutte le piante carnivore: l’acqua calcarea, l’acqua minerale e l’acqua del rubinetto sono proibite, a meno che non vogliate far morire le piante anzitempo.

E finalmente, dopo quasi 20 giorni, la sfagnera ha iniziato a produrre qualcosa…

PICCOLE DIONEE CRESCONO!!!
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13 pensiero su “Piccole dionee crescono”
  1. Ciao a tutti! Ho piantato delle Dionee e son germogliate , volevo chiedere dopo quanto hanno cominciato a crescere le mandibole 🙂

  2. Ciao, non puoi proprio dirmi in che modo hai trattato i semi? Avrei bisogno di un altra informazione… come hai impollinato i fiori? Grazie in anticipo e complimenti per le bellissime piante! 🙂

    1. Grazie Luigi! Beh li ho impollinati molto semplicemente con un pennellino pulito…i semini…beh, li ho messi nel congelatore per 15 giorni, poi lasciati 24 ore nell’acqua calda e infine posati su una miscela di torba acida di sfagno al 50% e perlinte al 50%, bagnata con acqua piovana e posti al caldo (ma non al sole)…e hanno germogliato 😉

  3. Eh pazza per esserlo lo sei, dare i nomi alle piante poi…ma sono cresciute parecchio però, quando me ne regali una? Vorrei una dionea grande abbastanza per ingurgitare qualche stronzo che perpetua nell’azione di rompituradicoglioni…

  4. Mi hai fatto venire fame, forse anch’io non sono del tutto normale.
    Un bellissimo “arrivederci”, con piante reali anziché fantasmi terremoti e vulcani, virtuali i primi, purtroppo vivi dormienti i secondi e terzi.
    Fai buone vacanze, che siano produttive, ma soprattutto serene.
    Ciao, a presto.

  5. Lo sai che sono davvero belle, sei stata brava a curarle, loro soffrono e gioiscono, e questo è accertato dalla scienza.
    Ti auguro buone ferie, ma anche altro…e tutto di buono.
    Un abbraccio grande grande
    Angie

    1. Grazie Angie, sì credo anch’io che le piante gioiscano e soffano come gli esseri umani, poi queste sono ancora più “vive” delle altre… un abbraccio

  6. Woooow! Hai proprio un gran pollicione verde eh! 😉 Comunque molto belle davvero! Mi hanno sempre attratto le piante carnivore ma non ho mai avuto occasione di prenderne una. Bellissimo post comunque! E buone ferie 😉

    1. Grazie infinite! Se cmq ti interessano, ti segnalo che il 15 e il 16 settembre, a Padova, all’Orto Botanico, fanno il meeting autunnale dei soci AIPC (Associazione nazionale piante carnivore). Ne parlerò qui sul blog, ma se intanto vuoi darci un’occhiata, ecco il sito dell’associazione dove trovi tutte le informazioni necessarie! Grazie, a presto!

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