Già una volta avevo parlato, qui nel blog, nel post dedicato al fantasma della Torlonga, della figura di Ezzelino da Romano e della sua crudeltà. Mi ero, in quell’occasione, soffermata sulla crudeltà che egli manifestava verso i suoi prigionieri, sulle tecniche di tortura che utilizzava. Oggi invece voglio scrivere questo post basandomi unicamente sulla sua figura.
Chi era Ezzelino da Romano?


Nato nel 1194, Ezzelino è un personaggio che ha lasciato grandi ferite aperte nel cuore dei padovani
, ed era universalmente conosciuto come “La Belva”. Mai ebbe pietà, neppure di sé stesso, mai provò amore, mai conobbe pentimento. Era solo desideroso, smanioso di veder scorrer intorno a sè sangue, dolore, violenza, tortura, massacri, era solo lieto di trovarsi intorno vittime rantolanti ad implorare una pietà mai concessa. Era il genio del male, una persona che, si dice, avesse fatto patti col diavolo per aumentare sempre più la sua malvagità.

Notizie sulla sua vita sono disponibili su internet a questo indirizzo: http://www.stupormundi.it/Ezzelino_III.html

Era un uomo truce, violento, non esitava ad uccidere i nemici, ne confiscava i beni, demoliva le loro case. Ad ogni minimo sospetto di cospirazione applicava terribili torture, riempiendo le prigioni di prigionieri. A tanta ferocia si oppose papa Innocenzo IV che lo scomunicò (1254) e bandì una crociata, incitando i vescovi e le città di Lombardia, Emilia e Marca Trevigiana ad andargli contro.
Dice di lui Salimbene: “Hic plus quam diabolus timebatur…. Nec Nero in crudelitatibus simils ei, nec Domizianus, nec Decius, nec Dioclezianus, qui, fuerunt maximis in tyrannis”. (Lui è più temuto del diavolo…Né Nerone fu simile a lui per crudeltà, nè Domiziano, né Diocleziano furono nell’esercitare la tirannide peggio di lui.
Dante lo colloca all’Inferno, nel girone dei violenti, immerso nel fiume di sangue bollente che è il Flegetonte

E quella fronte c’ha ‘l pel così nero, / è Azzolino (Inf. XII, 108-109)

Ma come morì Ezzelino? Dopo una serie di lunghe battaglie, in cui più volte aveva visto avvicinarsi pericolosamente il momento della resa, Ezzelino dopo esser stato ferito a un piede da una freccia, fuggì verso Bergamo, dove venne vinto e catturato. Morì nel castello di Soncino, e anche sulla sua morte le leggende che circolano sono molteplici: si dice che abbia rifiutato le cure, e si sia strappato le bende che lo coprivano, morendo così dissanguato; si dice che si sia suicidato, tagliandosi la gola con la sua stessa spada. Si dice anche che dopo la morte non sia mai stato sepolto in terra benedetta, in quanto era stato scomunicato dal Papa.

La sua fine viene così descritta: “Condotto nella tenda di Buoso di Doara, cupo, minaccioso, ristretto in sé stesso, metteva spavento nei circostanti coll’immobilità dello sguardo inclinato, uno sguardo feroce, in un più feroce silenzio. Vedendolo in tanta miseria, gli mandarono medici perché ne prendessero cura. Ma egli strappa furiosamente le bende delle piaghe e dopo undici giorni di orribile agonia, trasportato a Soncino, ivi rende lo spirito ed ivi le esecrate ceneri hanno in terra riposo”.

Era il 27 settembre del 1259. 
Eppure, ci sono molte leggende che circolano su di lui, sia sul personaggio sia sulla sua stessa morte. Si dice anche che sia stato dannato dopo aver avuto un alterco con Sant’Antonio da Padova, il santo che in quel periodo viveva a Padova e che sicuramente Ezzelino conobbe.
Invitato dal Santo a pentirsi per le malefatte compiute, Ezzelino rispose con un netto rifiuto, cacciando malamente Antonio che profetizzò la sua sventura dopo la morte.
Tuttavia questa leggenda è in disaccordo con quanto normalmente si afferma dell’incontro tra il tiranno e Antonio. Secondo la leggenda infatti, Ezzelino fu apostrofato duramente dal Santo, e proprio le parole aspre e dure di Antonio lo spinsero a pentirsi delle sue malefatte e a convertirsi, diventando “simile a un agnello” e restando da quel giorno un grande devoto del Santo padovano.
(Fonte: http://www.santantonio.org/portale/santantonio/miracoli/santo/mirac5.asp).

Questo bel video trovato su youtube riprende alcuni momenti salienti della puntata di Voyager andata in onda il 17 gennaio 2011, incentrata sulla figura di Ezzelino e sui misteri che l’accompagnano.

 

Nel video si dice che il fantasma di Ezzelino (sul quale esiste una taglia di 10.000 euro per chi lo immortala) sia legato alla palude di Onara, nella quale nacque, secondo quanto afferma una leggenda.

Un’altra leggenda vuole che il fantasma di Ezzelino sia imprigionato nel castello di Bassano del Grappa, che ebbe il suo massimo splendore al tempo della potente dinastia degli Ezzelini, che qui s’insediò  dopo le vicissitudini che la videro ritirarsi dal castello di Onara (Padova) e poi da quello di Castel di Godego (Treviso) per stabilirsi nel vicino castello di Romano. Secondo la leggenda, il fantasma di Ezzelino governa i ruderi del castello e, dall’alto del colle che domina il paese, controlla le vie di passaggio. La sua figura si vedrebbe sulla sommità del maschio.

In verità, ci sono diversi castelli nel territorio di Padova che nascondono misteri e leggende, e un po’ alla volta li riporterò tutti nel blog.
Secondo un’altra avvincente leggenda, il fantasma di Ezzelino vagherebbe nel castello di Monselice. Per la verità, l’intero castello sarebbe luogo eletto a dimora da ben due fantasmi (tre si si conta anche quello di Ezzelino), e moltissime segnalazioni che provengono da quei luoghi, unite ad alcune ricerche storiche che sono state compiute, fanno supporre che qualcosa di vero ci sia. Il castello è comunque un’opera meravigliosa, e vi consiglio caldamente di visitarlo, non solo per l’importanza storica che riveste, ma soprattutto per le interessanti leggende che esso nasconde….. ma questo sarà materia di un prossimo post interamente dedicato al castello di Monselice.
Resta comunque da dire che la leggenda di Ezzelino da Romano ha suscitato molti dibattiti, e ancor oggi si disquisisce sul luogo in cui riposa l’anima inquieta del tiranno…
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12 pensiero su “Il fantasma perduto di Ezzelino III da Romano”
  1. spero non la prenderai come una critica ma come un consiglio: quando scrivi un articolo storico informati molto bene prima. Questo perché purtroppo nel web si trovano sì tante fonti, ma spesso totalmente sbagliate per cui occorre sempre fare una bella scrematura del materiale disponibile.
    Ci sono varie imprecisioni storiche ma ti segnalo solo quella a mio avviso più significativa: Ezzelino catturato a Cassano d’Adda fu portato a Soncino dal suo ex alleato Buoso da Dovara che lo tenne nel suo palazzo (presumibilmente! Non si è sicurissimi del luogo che ha ospitato il famoso tiranno nei suoi ultimi giorni di vita), ma sicuramente NON è stato portato al castello di Soncino che fu costruito ben due secoli emmezzo dopo la morte di Ezzelino!

    1. Grazie della precisazione, in realtà, come riporta anche la stessa enciclopedia Treccani, Ezzelino morì a Soncino nel 1259. Il castello di Soncino invece fu costruito a partire dal X secolo e, come riporta lo stesso sito della Proloco, “Le più antiche notizie riguardanti la Rocca di Soncino risalgono al X secolo, quando venne costruita una prima cinta muraria quale riparo da opporre alla calata degli Ungari. Nel 1200 il castello venne assediato e distrutto dai Milanesi e dai Bresciani. […] Nel 1283 si trova menzionata una nuova Rocca, mentre nel 1312 il castello è occupato dai Cremonesi e nel 1391 i Milanesi ne faranno una testa di ponte contro i Veneziani la cui politica di espansione in terraferma avveniva ormai a danno del Ducato Milanese.
      Come vedi, quindi, al tempo di Ezzelino III da Romano il castello esisteva eccome.

  2. Ancora una volta sulle informazioni scientifico-storiche, hanno la meglio le dicerie e quanto la chiesa ha saputo far divulgare per far dannare e dimenticare chi voleva togliere il potere temporale ai vescovi e riunire sotto l’imperatore tutta l’alta Italia. La figura di Ezzelino III è stata, finalmente, rivalutata da molti storici come uomo sicuramente d’arme, ma appassionato di astrologia scienze e arte. Sarebbe importante studiare molte fonti e non solo quelle ufficiali o pseudo tali.

  3. Ecco chi era. Adesso mi è tutto chiaro ; mi hai illuminato .
    Certo che non era un tipo simpaticissimo; il soprannome “la Belva” dovrebbe pur significarmi qualcosa.
    Bella storia, anche oggi ho imparato qualcosa.

  4. @Edu. infatti, però io lo trovo affascinante!
    @Nick grazie! in effetti la figura di Ezzelino ha significato tanto x Pd, nel bene ma sopratt nel male!
    @Giuliana: benvenuta nel blog! ci sono tanti castelli a Pd e dintorni con storie misteriose da raccontare, stay tuned xk presto li racconterò.

  5. Ezzellino è ancora oggi una figura odiata dai padovani, andando per la città numerose sono le testimonianze rilasciate dai cittadini dell’epoca come targhe coniscrizioni di giubilo apposte dopo la fuoriuscita del tiranno dalla città.
    Bel post, come sempre.

  6. Interessante figura quella di Ezzelino da Romano. Attendo di leggere il post dedicato al castello di Monselice. L’ho visitato di recente ma non sapero nascondesse dei segreti. Quali altri castelli del padovano hanno dei segreti?

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