Gein_FarmBella la casetta qui di fianco, vero?

Un’atmosfera a dir poco idilliaca. Un luogo ameno, immerso nella natura, con la neve…la casetta dei sogni, indubbiamente. Pensate quindi cosa potreste trovare, entrandovi. Un caminetto acceso, una bella tavola apparecchiata, magari un bel dolce al cioccolato che vi attende, sotto una campana di vetro. E il profumo del thè appena fatto.

In un angolo, un vecchio baule occhieggia, coperto da una tovaglietta lisa. Sembra quasi fuori posto, sinistro…e difatti, appena lo aprite, incuriositi dal suo aspetto così strano, ai vostri occhi si presenta uno spettacolo a dir poco agghiacciante…

 La casa in cui vi trovate è infatti quella in cui visse Ed Gein.

Figlio di Augusta Lehrke e George Gein, Ed Gein nacque a La Crosse, nel Wisconsin, il 27 agosto 1906. Il padre, uomo violento e alcolizzato, non si occupava minimanete di crescere ed educare Ed e il fratello maggiore Henry, che infatti vennero rigidamente educati e cresciuti dalla madre, Augusta commessa nell’unica drogheria del paese.

La donna, luterana e fanatica religiosa, manteneva i figli in uno stato di pressochè totale isolamento: frequentavano la scuola del paese e lavoravano nella loro fattoria. La donna inoltre aveva trasmesso ai figli un concetto molto negativo del mondo, giudicandolo immorale, pieno di ubriaconi, molesti, depravati e violenti. Secondo Augusta, tutte le donne erano prostitute e il solo concetto di accostarsi carnalmente a una di esse doveva essere, per i figli, motivo di scandalo: il sesso era accettabile solo al fine di procreare, tutto il resto, peccato mortale che condannava dritti all’inferno.

Ogni pomeriggio, per far entrare bene nella mente dei figli i suoi insegnamenti, leggeva loro numerose pagine della Bibbia, in particolare tutti quei passi dell’Antico Testamento dove si parla di omicidi, morte violenta e punizioni divine.

Appare dunque chiaro come, nella sua adolescenza, Ed non ebbe alcun contatto con l’altro sesso, e crebbe anzi manifestando una vera e propria fobia nei confronti delle donne, giungendo poi a odiarle. Non traeva piacere nel guardare le coetanee fare il bagno nude nei fiumi o negli stagni. Per lui il massimo della perversione era osservare i suoi genitori macellare un maiale in uno scannatoio vicino alla loro fattoria.

Ed Gein, il Macellaio di Plainfield

Con la mente intrisa di queste immagini sanguinolente, Gein raggiunse la pubertà, e fu allora che Augusta divenne ancor più possessiva, continuando a far vivere i figli, ma soprattutto Ed, in una specie di campana protettiva.

Purtroppo, a scuola Ed era spesso preso di mira dai compagni più grandi e prepotenti, che lo deridevano non solo per la sua corporatura esile e un atteggiamento timido e leggermente effeminato, ma anche per lo strano comportamento che manifestava in classe, quando scoppiava a ridere senza motivo durante le conversazioni o quando mostrava un ghigno quasi diabolico.

I problemi più grossi iniziarono nel 1940, con la morte dell’odiato padre. Fu allora che il fratello Henry, stanco delle vessazioni della madre Augusta, aeva iniziato a ribellarsi alla donna, tentando di convincere anche il fratello minore Ed a ripudiare le idee strampalate della donna e di allontanarsi da lei. Ma ovviamente, Ed non volle sentir ragioni. I due fratelli litigarono. Poi, nel 1944, nella fattoria Gein scoppiò un disastroso incendio.

Messosi in salvo, Ed raccontò alla polizia di aver perso di vista il fratello mentre l’incendio infuriava, ma non fu in grado di riferire agli ufficiali dove si trovasse il fratello nel momento in cui l’aveva perso di vista. Poi, il cadavere mezzo bruciacchiato di Henry venne rinvenuto, e la polizia giunse alla conclusione che il poveretto fosse morto per asfissia nel tentativo di spegnere il fuoco. Stranamente però non aveva considerato, o forse non aveva considerato abbastanza, quella strana ferita che Henry portava in testa… un colpo al capo? un trauma causato da una caduta? impossibile stabilirlo, al momento, ed Ed Gein fu lasciato libero di continuare a coltivare il suo amore morboso per la madre Augusta.

Tuttavia il 29 dicembre 1945 anche Augusta morì, vittima di un attacco apoplettico. La donna aveva già subito un primo attacco, che l’aveva lasciata paralizzata per alcuni mesi, fino a quando il secondo colpo apoplettico non l’aveva stroncata.

La morte di Augusta fece piombare Ed in una disperazione totale: privato della sua unica ragione di vita, dell'”l’unico filo che ancora ne preservava la sanità mentale”, come l’avevano descritta molti psicologi criminali chiamati a investigare sul suo caso, per Ed fu l’inizio della fine.

Il 17 novembre 1957 Ed Gein si recò nella drogheria di Plainfield per acqustare una latta d’olio lubrificante per il motore della sua macchina. Qui uscì senza l’olio ma con la commessa della drogheria, una donna di nome Bernice Worden. Nulla di strano a uscire con una donna, anche se ti chiami Ed Gein e le donne sono tutte prostitute, come ti ha convinto tua madre. Ma appunto, se ti chiami Ed Gein è del tutto probabile che quella donna esca non viva dal suo negozio. Ed è ciò che accadde a Bernice, la quale fu dapprima uccisa con un colpo di fucile all’ilterno della sua bottega, quindi caricata nel bagagliaio della macchina di Ed, e infine portata a casa dell’uomo.

Allertata da un’impressionante quantità di sangue lasciata alla drogheria, e sospettando di Ed, la polizia irruppe a casa dell’uomo, e durante l’ispezione di un capanno di proprietà di di Ed, gli agenti fecero la prima macabra scoperta.

319Bernice Worden si trovava lì, in quel capanno, appeso a testa in giù per le caviglie, aperto a metà a partire dagli organi sessuali, senza viscere (che giacevano a lato) e soprattutto senza testa. Questa si trovava nella stanza adiacente, con lunghi chiodi conficcati ai lati, segno chiaro che Ed aveva tutta l’intenzione di appendere la testa della donna alla parete, proprio come si farebbe con una testa di cervo….

Ma non è tutto. Nella casa degl orrori di Gein furono rinvenuti molti altri “trofei” macabri, tra cui innumerevoli ossa umane, alcune delle quali usate perfino come braccioli di una poltrona o come gambe di un tavolino, quattro nasi; diversi organi genitali femminili conservati sotto alcool, moltissimi teschi (tra cui uno, appartenente a un bambino, usato come tazza su cui Gein abitualmente si cibava), dieci teste di donne usate come decorazioni nella camera da letto; pelle umana usata come tappezzeria per lampade e sedie; un cuore umano, due labbra umane che decoravano una finestra; un tamburo fatto di pelle umana; nove maschere fatte di pelle umana mummificata; una colonna vertebrale che fungeva da lampada e, soprattutto, diversi vestiti… di pelle umana.

Riguardo questa pratica così macabra, Ed Gein confesò il suo modus operandi: aveva riesumato una donna di mezza età morta pochi giorni prima, che assomigliava terribilmente a sua madre. Ed aveva portato a casa il corpo della defunta, l’aveva scuoiata e ne aveva poi lavorato la pelle per realizzarne un “abito”. Ma non era stata questa l’unica sua operazione: in totale, Ed violò circa 18 tombe.

Di fronte a questi scempi, Gein venne giudicato mentalmente instabile e condotto all’Ospedale Statale Centrale (ora Dodge Correctional Institution) dove venne interrogato e processato. Quando quest’ospedale venne trasformato in prigione, Gein venne trasferito all’Ospedale Statale Mendota a Madison, e nel 1968 i dottori determinarono che era abbastanza sano da sostenere il processo. Ma nuovamente Ed scampò la sedia elettrica, poichè venne discolpato per insanità mentale, ma rimase fino alla morte in un manicomio criminale.

Il 20 marzo 1958, mentre Gein era detenuto, un incendio distrusse la sua casa.

L’incendio, di matrice dolosa, sembrava essere stato appiccato proprio per cancellare le tracce d’un orribile passato… ma in seguito venne ricostruita per farne un museo dell’orrore. Nello stesso anno, anche l’automobile di Ed Gein, quella che era stata usata dal serial killer per trascinare i corpi delle sue vittime, venne venduta per il prezzo di $760 a Bunny Gibbons… che ne fece un’attrazione turistica! “La macabra auto di Ed Gein” era a disposizione di tutti quelli che volevano vederla, al modico prezzo di 25 cents.

Tutto, o quasi, ebbe fine il 26 luglio 1984, quando Ed Gein morì per insufficienza respiratoria nell’Ospedale Statale Mendota.Venne sepolto nel paese in cui era nato, Plainfield, ma anche qui fu destinato a non poter mai riposare in pace.

La sua tomba nel cimitero di Plainfield infatti rimase vittima di numerosi atti di vandalismo, fino a quando, nel 2000, non venne sottratta la lapide di pietra che la sormonta. Venne ritrovata l’anno seguente nelle vicinanze di Seattle e quindi trasportata in un museo nella contea di Waushara, Wisconsin.

Uno dei peggiori fatti di cronaca degli ultimi tempi…

 

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6 pensiero su “Ed Gein e la casa degli orrori”
  1. Verrebbe quasi da dire che i disturbi mentali siano almeno in parte ereditari. Di sicuro un’educazione sbagliata non fa che peggiorare il tutto. Storia inquietantissima.

    1. sì, indubbiamente l’educazione ricevuta da Ed ha avuto esisti disastrosi nella sua psiche, e la presenza troppo pressante della madre non ha fatto altro che aumentare a dismisura il suo disagio…certe volte le famiglie distruggono, più che proteggere!

  2. Proprio casa degli orrori *_*
    PS: “il cadavere messo bruciacchiato di Edward” –> al di là dell’errore di battitura messo/mezzo, il cadavere dovrebbe essere di Henry, giusto?

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