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Nel centro storico di Padova, a due passi dal Duomo, si trova una splendida dimora cinquecentesca, fatta costruire da Annibale Maggi nel 1502, con una imponente facciata arricchita da trifora e timpano di gusto lombardesco.
La facciata è arricchita da splendidi tondi marmorei policromi, simili a specchi, che ne determinano il nome: Casa degli Specchi.

Come vedete da questa foto che ho scattato qualche giorno fa, la casa è veramente bella, ricca e deliziosamente corredata, nella facciata, dai tondi marmorei ed edicole. Attualmente è sede di uno studio di architetti e di una società di P.R.

Sulla casa circola la leggenda secondo cui sarebbe stata il luogo natale dello storico Tito Livio, al punto di essere sempre ricordata con la doppia denominazione di Casa degli Specchi o di Tito Livio.

Nel 2000 la casa è stata restaurata, e ho scovato su internet, nel sito della Regione Veneto, la descrizione storico-culturale della casa realizzata da Adele Giro Pasetti, estratto della relazione redatta in occasione del restauro dal dott. Alessandro Pasetti Medin, storico dell’arte presso il Servizio Beni Culturali della Provincia Autonoma di Trento.

La relazione contiene degli interessanti elementi di carattere storico-culturale e artistico relativi alla casa e alla sua storia, splendide immagini della dimora e di alcuni particolari altrimenti difficilmente visibili, e quindi vi consiglio di leggere attentamente l’estratto, per farvi un’idea di cosa stiamo parlando.

screenshot.825In questo post non parleremo però di Casa degli Specchi; o meglio, non è a lei direttamente che ci riferiremo, quanto piuttosto della casa che si erge sulla sinistra della dimora, a confine con l’avancorpo orientale della Casa degli Specchi, che nella foto qui a destra potete intravedere.

Si tratta di una dimora totalmente diversa dalla casa di cui abbiamo parlato finora, costruita sicuramente molto prima, almeno alla fine del Trecento, con muratura a facciavista e archi con colonne.

La dimora in questione, che sotto i portici offriva un tempo una tabaccheria, chiusa ormai da anni, è attualmente disabitata.

Su questa casa circolano alcune interessanti storie su questa casa, ampiamente note ai padovani che però si mantengono fermi sul loro proposito del silenzio. Mai come in questo caso, però, vige la regola del “si dice”. Non ci sono infatti prove certe che le cose che si raccontano siano effettivamente avvenute nella casa, tanto più che le testimonianze sono molteplici e abbastanza diversificate. Si tratta insomma di pure dicerie, che forse nascono nella fantasia delle persone che, vedendo Casa degli Specchi e trovandola quanto meno originale, immaginano storie misteriose.
Contariamente agli scorsi post che trattavano di case misteriose, ammetto di non aver idea di chi siano i proprietari della casa, così come di non sapere  se le cose che vengono dette abbiano un fondamento di verità o se si tratti di pura fantasia. Tutto è nato da qualche domanda fatta in giro, e le risposte che ho ricevuto sono andate a formare il post che state leggendo.

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Secondo quanto si afferma, tutto iniziò prima del restauro di Casa degli Specchi. Fu allora che la tabaccheria fu chiusa e spostata dall’altro lato della strada, e la casa venne lasciata a se stessa. Ogni volta che ci transito davanti, i balconi che si affacciano sulla strada sono sempre ermeticamente chiusi, e non ci sono segni di vita all’interno. Per molto tempo, solo i piccioni hanno trovato piacevole il luogo, scegliendolo come dimora, penetrando dalle finestre rotte ed edificando il proprio nido all’interno delle stanze.

Poi, nemmeno i piccioni se la sono sentita più di abitarvi, e se si osserva la casa, si nota che nessuna delle finestre che danno sulla via mostra tracce del passaggio dei pennuti. Le due finestrelle all’ultimo piano sono aperte, ma protette da una specie di grata di metallo che dovrebbe (in teoria) impedire agli uccelli di entrare.
Ci sono dei vetri rotti al piano terra, e dei pannelli di legno, lordati dai soliti simpatici che girano per la città scribacchiando ovunque. Una saracinesca arrugginita chiude la vetrina della tabaccheria, e sono diversi anni che tutto tace. Non si sono mai visti dei lavori in corso d’opera, non si è mai vista la tabaccheria aperta, non si sono mai viste le finestre aperte. Perchè? non si sa.

Cosa si dice di questa casa?

Molte persone sostengono che i tondi policromi di Casa degli Specchi siano una sorta di amuleto: come specchi, essi allontanerebbero le energie negative dalla casa, e le rifletterebbeo nelle case vicine, in questo caso proprio nella casa confinante. Questa è un’ipotesi che è stata avanzata varie volte per spiegare strani fenomeni che avvenivano all’interno di alcune abitazioni “stregate” (o presunte tali).

ca dario, veneziaUna simile idea è stata avanzata di recente anche per spiegare il fenomeno di Ca’ Dario, a Venezia.

Si dice infatti che nel palazzo a fianco, palazzo Barbaro Wolkoff, nel cui ultimo piano nel 1894 visse Eleonora Duse, il portone acqueo (cioè quello che dà direttamente sul Canal Grande) sia sormontato da una specie di talismano, che allontanerebbe la maledizione da sè e la invia ad altre case adiacenti. Dal momento che il palazzo in questione è collegato alla Ca’ Dario da un sottile contrafforte (lo vedete bene nella foto qui sopra), si capisce bene come la maledizione “respinta” vada a influenzare la casa adiacente che è, guarda caso, Ca’ Dario!

peggy_guggenheim_collection_veneziaStrano però che Peggy Guggenheim, la cui collezione sorge a pochi metri da Ca’ Dario, non abbia mai detto nulla!

E sì che, in quanto a superstizioni, Peggy non era niente male. Fece seppellire i suoi numerosi cagnolini, li stessi con i quali spesso si faceva ritrarre nelle foto, nel giardino di Palazzo Venier dei Leoni che ospita la sua Collezione d’arte, stabilendo che dopo la sua stessa morte avrebbe dovuto essere cremata e le ceneri sepolte in un angolo del giardino, assieme ai suoi cani, che avrebbero vegliato su di  lei per l’eternità.
Alcuni individuano il misterioso talismano nello stemma circolare che si trova nel palazzo situato tra Ca’ Dario e la Peggy Guggenheim Collection: il palazzo, che ospita il consolato americano, sorge sull’area che fu di palazzo Venier delle Torreselle.

Ovviamente sono solo ipotesi, senza nessun fondamento, ma sono pur sempre originali. Ma torniamo alla nostra casetta padovana.

Cosa succede(va) nella casa?

screenshot.827Come in ogni caso di tradizioni orali, le informazioni abbondano, ed è quasi impossibile vagliarle tutte per stabilire quali siano vere e quali false, dettate magari solo da suggestione.

I più sono concordi nell’affermare che all’interno della casa di avvertivano strane presenze, ed erano tutte presenze abbastanza negative, che non lasciavano tranquille le persone che si trovavano nella casa.

Le presenze suscitavano negli occupanti della casa incubi spaventosi, visioni terrificanti, in un caso (pare) una ragazza che dormiva all’ultimo piano della casa si ritrovò, senza sapersi spiegare il fenomeno, seduta sul balcone con le gambe fuori a penzoloni, pronta a saltare giù.

Altri affermano invece che vedevano riflesse sui vetri delle case strane facce, volti maligni e cattivi, che incutevano terrore.

In un caso, una persona disse che gli sembrava che i muri di una stanza al piano terra si “gonfiassero” come se all’interno fosse contenuta dell’acqua, ed emanassero cattivo odore. (Forse si tratta di semplice umidità?).

Altri dicono di aver visto in qualche occasione il fantasma di una donna anziana, con i capelli bianchi lunghi, spettinati e arruffati, vestita con un lungo abito nero e reggente una candela spenta nella mano destra. Altri ancora riferiscono la presenza di un fantasma di una bambina con le labbra cucite, ma nessuno è stato in grado di riferire chi fossero i due personaggi che apparivano.

Tutte le testimonianze sono però concordi in un’affermazione: le stanze della casa sono incredibilmente fredde, e suscitano una sensazione di disagio estrema.

Va detto però, che da circa cinque-sei anni nessuno parla più della casa, e non si segnalano più cose strane che avvengano al suo interno….la Casa degli Specchi ha forse esaurito il suo potere scaccia-jella?

Forse i padovani non ricordano che a pochi passi da Casa degli Specchi sorgono altri due luoghi che hanno molto da dire, in fatto di misteri e strani e paurosi avvenimenti, ma questo sarà materia di prossima narrazione…

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10 pensiero su “La casa degli Specchi”
  1. Ragazzi,non cè nulla da temere in queste cose,non perchè non esistono ma bensì perchè sono interazioni con l’ambiente.Pù la nostra paura aumenta più questi fenomeni si correlano con essa.Siamo energia ,come enrgia sono questi fenomeni,personalmente sono uno dei fondatori di un gruppo che rileva l’eventuale esistenza di tali fenomenologie, posso assicurarvi che oltre al mio sentire ci sono tantissimi riscontri sul campo.Ma nulla a che vedere con la negatività..la sensazione può essere più o meno piacevole certo….ma è tutto canalizzato da noi.saper gestire se stessi significa gestire anche tali accadimenti…

  2. Non è che voglio fare lo sborone eh? Però mi intripperebbe un sacco. Diciamo che la paura non è mai stato un problema (anvedi te!) e non avendo mai avuto esperienze personali di questo tipo, sai, non butto via niente! 😉

  3. Sempre storie molto interessanti…ed anch’io come Edu, in quella casa….,vere o false che siano le testimonianze,non ci passerei una notte per niente al mondo!!!

  4. @Nick. Grazie! Allora segui i prossimi post, parlerò di un altro luogo che a Padova è molto conosciuto e, se possibile, ancora più pauroso di Casa degli Specchi

    @Edu. ^__^ è una casetta affascinante in effetti, ma sinceramente io avrei qualche problema a dormire in Ca’ Dario :/

  5. Sono davvero raccapriccianti le storie che girano su questa casa. Non passerei la notte in quelle mura per tutto l’oro del mondo.
    Segnalazione davvero interessante a spaventosa.
    Le case infestate sono un classico intramontabile.

  6. Mi piace sempre di più questo tuo amore per le case misteriose; oltretutto anche sotto quella casa come in quella del tuo ultimo post su Venezia ci sono passato diverse volte.
    E’ bello conoscere queste informazioni, lo dirò a Venusia la prossima volta che passiamo a Padova.

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