Tra tutti i fenomeni che annunciano la morte, quello della “mano della morte” è senza dubbio il più pauroso, e proprio per questo ho tenuto per ultima la sua trattazione.

Si tratta di un “segnal” semplice e complicato nello stesso tempo: semplice perchè è impossibile da stravolgere nel suo significato; complicato perchè si verifica assai raramente.
Però, quando si verifica, è impossibile da non riconoscere.

Per presentarvi meglio questo segnal, credo non ci sia nulla di meglio che riportavi per intero un esempio che lo illustra in maniera chiara e completa. Senza aggiungere altro.

Sconsiglio la lettura del brano seguente a persone facilmente impressionabili.

Erano passate da poco le nove di sera, di una sera di novembre in cui era caduta tanta neve. Io e mia mamma ci trovavamo in casa, come il solito, sedute al tavolo in cucina. Io stavo finendo di mangiare pane e latte, mentre la mamma allattava mio fratello. In salotto, sulla poltrona sedeva invece mio padre, che stava, secondo abitudine, leggendo la Bibbia.
Al piano superiore c’era invece la nonna, a letto, gravemente ammalata. Il dottore era già venuto a visitarla e l’aveva trovata molto aggravata. Sarebbe durata poco ormai questa agonia e la nonna presto non ci sarebbe stata più.
Ad un certo punto, sentii un rumore che veniva da sopra. Un rumore come di una persona che camminava strascicando la gamba. Sapevo che non poteva essere la nonna, che era infatti a letto ormai da anni, e al piano di sopra non c’era nessuno a parte lei.

Però quel suono continuava, erano proprio i passi di una persona che camminava sul pavimento di legno della stanza da letto della nonna, che si trovava proprio sopra la cucina. La mia stanza da letto invece era dalla parte opposta della casa, mentre quella di mamma e papà era di fianco a quella della nonna. Mi alzai dalla sedia e andai verso la scala, perchè quel rumore continuava e nè mia mamma nè mio papà sembravano essersi accorti di niente. Solo mio fratello aveva smesso di succhiare il seno della mamma e guardava in alto, con una faccia molto preoccupata. Evidentemente aveva anche lui udito qualcosa, anche se era nato da poco più di 4 mesi.

Poi la nonna emise un lamento, e questa volta fu abbastanza forte perchè i miei genitori lo sentissero. Subito mi allontanai dalla scala e andai a rifugiarmi dietro la sedia di mia mamma. Mia mamma però continuava ad allattare il fratellino, così mio papà si alzò dalla poltrona, con la Bibbia in mano, e si avviò verso le scale. Fui tentato di dirgli che avevo sentito qualcosa sopra, ma non so per qualche motivo non dissi nulla, anche perchè i passi si erano avvicinati davvero tanto alla scala di legno che portava su e se mio papà fosse salito di sicuro avrebbe trovato davanti a sè la persona che stava scendendo.
Però mio padre salì le scale come se niente fosse e non lo sentii urlare, segno che non aveva visto nessun ladro al primo piano. Però sentii i suoi passi nella stanza della nonna ed erano molto diversi da quelli che avevo udito prima, segno dunque che c’erano due persone di sopra.
Mio papà poco dopo tornò giù, e disse a mia mamma che la nonna (che era sua mamma) aveva iniziato a respirare a fatica ed era molto pallida, segno forse che la fine si stava avvicinando.

Mi accorsi allora che qualcuno ci stava osservando dalla finestra. Non vidi bene chi fosse, ma vidi chiaramente che era qualcuno di incappucciato, che portava un mantello e un cappuccio calato sul davanti a coprirgli il viso. Ma non so come, quell’immagine mi inquietò moltissimo e dissi a mio papà che qualcuno ci stava osservando. Però quando mio papà si affacciò alla finestra, disse che lì fuori non c’era nessuno. Al che io mi alzai e, davvero spaventato, mi aggrappai alla manica di papà dicendogli che però io qualcuno avevo visto, là fuori. Allora mio padre mi prese in braccio e mi disse di guardare la neve fresca che si era depositata proprio sotto alla finestra: se ci fosse stato qualcuno lì davanti alla finestra, disse, le sue orme si sarebbero viste lì sulla neve fresca, mentre invece era tutto intatto, segno che nessuno era transitato lì davanti.
Eppure io qualcuno avevo visto, una figura scura e incappucciata. Fu in quel momento che mia mamma, che nel frattempo era salita al piano di sopra, lanciò un forte grido e mio fratello si mise a piangere.
Io e mio papà corremmo su, e trovammo la nonna che stava davvero morendo. Aveva il viso pallido e tirato, le labbra raggrinzite che facevano vedere i denti, le mani strette al lenzuolo che stava stropicciando, e ciò che più mi fece impressione, gli occhi spalancati a fissare un punto davanti a lei, verso la finestra.
Rantolava, e vedevo la sua lingua muoversi rapidissima dietro le gengive, la mandibola serrarsi, la bocca aprirsi e richiudersi velocemente. In quel momento credetti che quelli fossero gli spasmi della morte, ma poi mi resi conto che la nonna stava cercando solo di parlare, comunicarci qualcosa, anche se noi non capivamo cosa.
Poi provai a seguire lo sguardo della nonna, e fu allora che vidi cosa l’ava stava guardando, comprensibilmente spaventata.

Una mano rinsecchita, nera e come bruciata, che era appoggiata al vetro della finestra e si muoveva, come a voler graffiare il vetro.
Mi sembrava la mano di uno scheletro, ma era troppo piccola e secca per poterlo essere, e in più le lunghe dita erano nere come il carbone, fatte quasi di carbone, e graffiavano il vetro, producendo un rumore stridulo…urlai terrorizzato, ma mio padre mi intimò di far silenzio. Provai a dirgli quel che avevo visto, ma lui mi disse di far silenzio, che non avevo visto niente e che era solo la mia fantasia a giocarmi brutti scherzi.

Però la nonna sembrava aver capito, e mi rivolse uno sguardo che non dimenticherò mai. Pareva dirmi: sì, lo so cosa hai visto, l’ho visto anche io.

Ma nè mia mamma nè mio padre sembravano essersi accorti di nulla. E intanto quella mano era ancora lì. Non fui in grado di affacciarmi per vedere meglio quel terribile spettacolo, la paura mi paralizzava, e più osservavo quella mano rinsecchita più sentivo la paura crescere dentro di me, stringermi il cuore. Sentivo dei brividi freddissimi lungo la schiena, un senso di peso al cuore, tanta paura. E ero del tutto incapace di muovermi.
Poi la mano si fermò. Rimase lì, come in attesa, le cinque dita nere premute sul vetro della finestra, come se volesse salutare qualcuno…poi fece un movimento strano. Girò su se stessa, mettendo il palmo verso l’alto, e molto lentamente chiuse le dita, ripiegandole sul palmo. Lentamente, molto lentamente…fino a quando, a pugno chiuso, si allontanò dal vetro e sparì dalla mia vista.

Fu allora che mia mamma ruppe il silenzio: “la nonna è morta” disse.

Non dissi nulla a nessuno di quello che avevo visto…che altro non era se non la mano della morte, che viene a prendere le anime delle persone per accompagnarle nel loro ultimo viaggio.

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4 pensiero su “I segnai della morte: la mano della morte”

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