Santiago Fight 513

Una delle più grandi domande che i fisici si sono posti per decenni è se lo spazio e il tempo possono deformarsi in modo così importante da far sì che alcuni punti del tempo si tocchino o si sovrappongano, rendendo possibile i viaggi nel tempo. La storia che vi propongo oggi, sebbene sia solo una storia, come tante di quelle che si raccontano sugli aerei, sembrerebbe però dare nuova luce a questo tipo di argomenti. Ecco la storia del volo Santiago 513.

Il volo 513 partì da Aquisgrana, in quella che allora era la Germania Ovest, il 4 settembre 1954. L’aereo della compagnia Santiago era un Lockheed Super Constellation, e a bordo c’erano 88 passeggeri e quattro membri dell’equipaggio. Era una tratta di routine, un volo fatto centinaia e centinaia di volte… Difficile anche solo pensare che qualcosa sarebbe potuta andar storta…

Da qualche parte sopra l’Atlantico, però, accadde qualcosa. Il volo scomparve senza lasciare traccia. Subito partirono le ricerche, che però non portarono a nessun risultato.

L’aereo venne ufficialmente inserito nell’elenco dei velivoli scomparsi.
Poi, un bel giorno, il Santiago 513 riapparve sui monitor, e atterrò normalmente a Port Alegre, in Brasile. Era il 12 ottobre 1989, ben 35 anni dopo la data in cui avrebbe dovuto atterrare.

Dalla torre di controllo partirono messaggi verso l’aereo, che rimasero senza risposta. Eppure, l’aereo era atterrato senza alcun problema. Quel che impensieriva le autorità aeroportuali era che quel velivolo che si trovavano davanti era quanto di meno tecnologicamente avanzato aveva solcato i cieli dell’epoca, e per di più, la compagnia aerea Santiago aveva cessato la sua attività nel 1981.
Restava però da capire il perché della mancata comunicazione tra l’aereo e la torre di controllo. Le autorità aeroportuali inviarono una squadra per indagare. Quando le forze di sicurezza hanno ottenuto il permesso di accedere all’aereo, il motivo della mancanza di comunicazione è stato immediatamente chiaro… I primi soccorritori, infatti, si trovarono davanti il macabro spettacolo di 92 scheletri, tutti seduti ai loro posti. Quando i soccorritori entrarono nella cabina di pilotaggio, si trovarono davanti lo scheletro di Miguel Victor Cury, il capitano, che stringeva ancora i comandi tra le mani. I motori dell’aereo erano ancora al minimo… com’era possibile che uno scheletro fosse riuscito a far atterrare un aereo?

Ovviamente in molti furono quelli che gridarono alla bufala, altri invece suggerirono che magari l’aereo avrebbe potuto incappare in una sorta di “distorsione temporale” che avrebbe fatto sparire e poi ricomparire l’aereo.
Tuttavia, nessuno riusciva minimamente a dare risposta alle due domande più pressanti di tutte: cosa accadde a bordo dell’aereo per ridurre ogni passeggero a uno scheletro? E soprattutto, com’era possibile che uno scheletro fosse riuscito a pilotare l’aereo fino al punto da farlo atterrare, in completa sicurezza, sulla pista di un aeroporto?

Ci fu un ricercatore del paranormale, Celso Atello, che ipotizzò che il Santiago 513 fosse entrato in una sorta di distorsione temporale, ma nemmeno lui fu in grado di spiegare il perché di quegli scheletri. Il dibattito su quello che è successo a bordo del Santiago 513 si tinse di giallo quando il Governo decise di segretare le indagini in corso, senza far trapelare nulla, il che ovviamente fece indignare i ricercatori, che volevano assistere alle indagini in corso, perché “il pubblico ha il diritto di sapere cosa stava succedendo”.

Eppure, molte, moltissime ombre ammantavano un caso che ormai stava lentamente sgonfiandosi. A partire proprio dal suo esordio. Il primo a occuparsi del caso del Santiago 513 e dei suoi 92 scheletri, nel 1989, fu infatti un giornale locale, il Weekly World News, tabloid di notizie in gran parte pubblicato negli Stati Uniti dal 1979 al 2007, famoso per le sue stravaganti storie basate spesso su temi soprannaturali o paranormali, ma con un approccio alle notizie che rasentava la satira.

E per di più, non esistono foto nè del velivolo (quello sulla copertina qui di fianco è l’immagine di un altro Lockheed Super Constellation), né degli scheletri che sarebbero stati rinvenuti all’interno dell’aereo. In più, appare strano che il carburante del velivolo si sia mantenuto (l’aereo è stato trovato con i motori al minimo, segno che un carburante per mantenerli attivi era presente).
Appare anche strano il fatto che online non vi siano altre notizie di questo aereo eccezion fatta per quelle riportate dal Weekly World News, ed è ancor più strano che i vertici della compagnia Santiago, sparita come detto nel 1956, non ricordassero nulla di quel volo.

Ma a quest’ultima obiezione si potrebbe rispondere, forse, con l’unica vera prova: cercando online, non sono riuscita a individuare nessuna compagnia aerea brasiliana di nome “Santiago”: né tra quelle esistenti, né tra quelle esistite.

Una bufala? Un vero viaggio spaziotemporale? Nessuno può dirlo.

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FONTE: https://siamagazin.com/santiago-flight-513-commercial-airliner-takes-off-in-germany-in-1954-lands-in-brazil-in-1989/

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