AmmonsAmmons

Quella che sto per presentarvi è la storia di una casa infestata. Una storia di possessione-vessazione diabolica veramente singolare, molto diversa dai casi di poltergeist che ho narrato finora…

Il fatto si svolse nell’Indiana, e la cosa che lo rende sensazionale è che tutta la vicenda è provata, senza ombra di dubbio, dalle testimonianze (tra cui c’è anche una fotografia) della polizia, di funzionari della sanità pubblica americana, e perfino dalla Chiesa.
L’elemento che più mi ha sorpreso, in questa storia, è che i dati di maggior interesse, che ho riportato in quest’articolo, non vengono da blog o siti di paranormale, come invece avviene per la maggior parte degli articoli che trovate su Pensierospensierato, ma da una fonte che definirei quasi “incredibile”.
Perchè chi ne ha parlato, diffusamente, e con dovizia di particolari, è stato il Vatican Insider, che come forse non tutti sapranno, è la sezione del sito online del quotidiano La Stampa che si occupa prevalentemente di notizie del mondo ecclesiastico. Date un’occhiata a Vatican Insider, e capirete di cosa sto parlando.

Ebbene, è proprio il Vatican Insider a raccontare questa vicenda, attraverso la penna di Marco Tosatti, ancora nel 2014. E nonostante siano passati 4 anni, quella della casa degli Ammond è ancora una vicenda che fa parlare di sè.
Ma andiamo con ordine.

Latoyna Ammons
Latoyna Ammons

Il primo quotidiano a occuparsi della vicenda della famiglia Ammond fu l’Indianapolis Star , che riportò centinaia di stralci di documenti ufficiali del caso e anche dozzine di interviste con diversi personaggi che con il caso Ammond ebbero a che fare. Tra le testimonianze riportate dall’Indianapolis Star figurano funzionari di polizia, del Department of Children Services (ente pubblico che si occupa di bambini), psicologi, membri della famiglia Ammons e anche un sacerdote cattolico, quello che venne chiamato ad esorcizzare la casa quando le cose stavano letteralmente precipitando.

Gli Ammons e la loro nuova casa

Tutto ebbe inizio nel novembre del 2011, quando la famiglia Ammons si trasferì in una casa a Caroline Street, nella cittadina di Gary, Indiana. La famiglia era composta da cinque persone: Latoyna Ammons, i suoi tre figli (due maschi di 7 e 9 e una ragazzina 12 anni), e sua madre, Rosa Campbell.

La casa non era nulla di speciale: una semplice casetta a un piano, con una veranda, le pareti bianche, in tutto e per tutto uguale alle classiche case del ceto medio della cittadina. All’inizio tutto sembrava normale, poi iniziarono le stranezze.

Dapprima furono le mosche a creare scompiglio. Ma non una mosca ogni tanto: sciami interi di grosse mosche nere, che avevano trovato casa nella veranda. Gli Ammons pensarono che era davvero strano che ci fossero tutte quelle mosche, specialmente in quella stagione: era dicembre, il periodo non certo ideale per la presenza di quegli fastidiosi insetti, e poi la cosa più strana era che più mosche venivano uccise, più ne arrivavano. E nè lo spray antimosche né la carta moschicida sembravano sortire alcun effetto.
Gli Ammons si dissero che dovevano, semplicemente, imparare a convivere con quegli insetti, che non erano pericolosi, ma solo molto fastidiosi.

Poi, fu la volta dei passi. Passi pesanti che si sentivano nel pianterreno, e lo scricchiolio della porta fra pianterreno e cucina. E quando Latoyna andò a indagare scoprì che i figli e sua madre dormivano profondamente nei loro letti, e in casa non c’era nessuno a parte loro. Latoyna chiuse la porta a chiave, per maggior sicurezza, e tornò a dormire… salvo sentire lo stesso rumore, pochi istanti dopo.

Rosa Campbell, la madre di Latoyna Ammons, si svegliò una notte, sentendosi osservata, e vide una figura maschile attraversare il corridoio davanti la porta della sua stanza, dirigendosi verso il soggiorno. Credendo si trattasse di un malintenzionato o di un ladro, saltò giù dal letto, salvo scoprire che non c’era nessuno in soggiorno. Ma si accorse di un elemento davvero inquietante: impronte umide di scarpe, troppo grandi per appartenere a un membro della famiglia. Cosa stava succedendo? La donna si ripropose di allertare la polizia, perché era chiaro che qualcuno si fosse introdotto in casa, quella notte.

Poi, il 10 marzo 2012, la situazione precipitò.

Erano le due di notte, e Latoyna era in casa assieme alla madre e a un gruppo di amici, ricordando una persona cara recentemente scomparsa. Latoyna andò nella stanza da letto nella madre a prendere una fotografia del defunto, e iniziò a urlare. I presenti accorsero in suo aiuto, e si bloccarono sulla soglia della stanza, terrorizzati, quando videro che la figlia di 12 anni della donna stava lievitando, inconscia, sopra il letto. Tutti i presenti cominciarono a pregare, terrorizzati, e dopo qualche minuto che parve interminabile, finalmente la ragazzina scese. Quando si svegliò, non ricordava nulla.

Una casa per duecento demoni

Rosa Campbell
Rosa Campbell, la madre di Latoyna Ammons

Dopo quell’episodio, Rosa Campbell e Latoyna Ammons chiesero aiuto alle chiese di Gary, ma ricevettero solo risposte negative. Alla fine, in preda alla disperazione, si rivolsero a due chiaroveggenti. Le due donne si recarono a casa Ammons e non appena ebbero messo piede nella dimora, entrambe sentenziarono che quella casa era infestata da più di duecento demoni. Badate bene, demoni, non spiriti. Un caso di infestazione diabolica senza precedenti.
Le chiaroveggenti consigliarono a Latoyna di rivolgersi a un medium, che l’aiutasse a liberarsi di quei demoni, ma pochi giorni dopo aver interpellato le chiaroveggenti le cose volsero al peggio.

Sembrava che i demoni si fossero particolarmente accaniti verso i tre bambini della donna: gli occhi dei bambini diventavano protuberanti, assumevano una colorazione nerastra, sorridevano in modo sinistro, maligno e, cosa assai più inquietante, le loro voci diventavano profonde. Il figlio di nove anni di Latyona raccontava di sentirsi la testa leggera e calda, quando era posseduto da qualcuno di quei demoni: il corpo gli si scuoteva senza sosta, e non riusciva a controllarlo. Il figlio piccolo invece spesso rimaneva da solo, seduto in uno stanzino, dialogando con un amico immaginario, ma la madre non aveva mai dato peso a questo, visto che a quell’età molti bambini avevano un amico immaginario… ma a un tratto si metteva a singhiozzare, e gridava in preda al panico. Una volta sua madre lo vide letteralmente volare fuori dal bagno come se qualcuno l’avesse buttato fuori. La figlia più grande invece raccontò agli psicologi che si sentiva strana, come se qualcosa la tenesse bloccata mentre tentava di soffocarla, e non riusciva né a muoversi né a parlare, quando veniva aggredita da quelle entità. Disse di aver udito più volte una voce minacciarla che non avrebbe mai più rivisto la sua famiglia, e che sarebbe morta entro venti minuti.

La situazione diventò così insostenibile che a un certo punto, mentre la possessione diventava sempre più violenta, gli Ammons decisero di lasciare temporaneamente la loro casa per andare a dormire in hotel. Era il solo modo per dormire, ma non durò a lungo: gli hotel costavano, e in quella famiglia era solo Latoyna a lavorare, e per giunta saltuariamente. Alla fine, esasperati, furono costretti a tornare a casa, e decisero di rivolgersi al medico di famiglia, il dott. Geoffrey Onyeukwu, perchè la situazione era addirittura peggiorata.

Nemmeno i medici sembrano capirci qualcosa….

Era il 19 aprile 2012 quando il dott. Onyeukwu entrò a casa Ammons, e in seguito l’uomo dichiarò all’Indiapolis Star che in vent’anni non gli era mai accaduto niente di simile, e quando entrò in casa ebbe paura. In effetti, la situazione che si trovò davanti non fu delle migliori. I bambini maledirono il medico non appena lo videro, parlando con voci innaturali, gridando. Poi, davanti agli occhi del medico, il più piccolo degli Ammons fu sollevato e buttato contro il muro senza che nessuno lo toccasse. I bambini persero conoscenza, e non c’era modo di farli rinvenire. Il medico chiamò l’ambulanza per chiedere aiuto, e chiese anche che venissero mandati degli agenti di polizia, perchè lui stesso aveva a che fare con una situazione che non si era mai trovato ad affrontare, e non sapeva da che parte iniziare. A casa Ammons si presentarono sei o sette agenti, e diverse ambulanze. I bambini furono subito portati all’ospedale Metodista. Ripresero conoscenza, almeno i due più grandi, ma il bambino più piccolo gridava e si agitava furiosamente, e ci vollero cinque uomini per tenerlo fermo.

L’ospedale allertò, come da prassi, il DCS, Department of Children Services, per appurare se i bambini fossero stati maltrattati o trascurati dalla madre e dalla nonna o se la madre stessa avesse problemi mentali o d’alcolismo, e venne inviata un’ispettrice. Valerie Washington arrivò all’ospedale metodista, e iniziò a far domande a Latoyna Ammons. Mentre parlava con la madre, il figlio più piccolo cominciò a ringhiare, mostrando i denti, e le pupille scomparvero, mostrando gli occhi completamente bianchi. Il bambino strinse le mani intorno al collo del fratello maggiore, e non ci fu verso di intimargli di lasciarlo andare. Dovettero intervenire tre adulti per staccare le mani del bambino dal collo del fratello, ormai cianotico.
Più tardi Valerie Washington e un’infermiera, Willie Lee Walker, portarono i due bambini in una stanzetta per parlare con loro. Valerie era ancora scossa per l’accaduto precedente, e rimase impietrita quando il piccolo cominciò di nuovo a ringhiare verso il fratello, dicendogli con una voce profonda, innaturale: “è tempo di morire, ti ucciderò”. Per tutta risposta il bambino di 9 anni, con un sorriso strano sul volto, cominciò a camminare all’indietro, arrampicandosi su un muro fino al soffitto e poi saltò sopra sua nonna, atterrando sui piedi.

Queste incredibili testimonianze furono messe nero su bianco da Valerie Washington nel suo rapporto al DCS, e Anche Wallie Lee Walker, l’infermiera, confermò l’accaduto.

“Ha camminato sul muro, ha fatto un salto ed è caduto in piedi. Non c’è nessun modo in cui avrebbe potuto farlo” ha detto Walker all’Indianapoli Star. E non si è trattato di un’acrobazia, poichè anche Valerie Washington riferì alla polizia che il bambino “è scivolato sul pavimento, sul muro e sul soffitto”.

Di fronte a questo prodigio sia l’assistente sociale che l’infermiera sono scappate dalla stanza, terrorizzate. Subito dopo il bambino non ricordava niente dell’accaduto. Il DCS stabilì che i bambini dovessero essere separati dalla madre in via precauzionale. C’era qualcosa, in quella casa, qualcosa di pericoloso, che non poteva essere sconfitto in modo razionale. C’era solo un modo per mettere fine alla terribile vicenda della famiglia Ammons, ed è quello che avvenne di lì a poco.

Continua…

 

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2 pensiero su “La casa dei demoni della famiglia Ammons. Prima parte”

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