San Diego: il mistero di Whaley House e dei suoi fantasmi
Situata al 2476 di San Diego Avenue, Whaley house può sembrare una casa come tutte le altre, perfino anonima nei suoi due piani, come tante altre case americane di San Diego… una casa in mattoni senza nulla di speciale, se non fosse che è stata definita per ben due volte la “casa più infestata in America”, la prima volta da Time Magazine, l’altra dalla serie tv America’s Most Haunted di Travel Channel. Cos’è che rende questa casa un tale luogo di attività soprannaturale?
Thomas Whaley, di origine scozzese-irlandese, nacque il 5 ottobre 1823 a New York, settimo figlio di una famiglia di nobili origini. Alla morte del padre, Thomas Whaley intraprese la carriera del padre, ricco uomo d’affari, cambiando spesso città per sviluppare al meglio i suoi traffici commerciali: San Diego, San Francisco, New York, ancora San Diego…avrebbe forse continuato a fare il pendolare alla ricerca del posto migliore, e dell’occasione migliore, per arricchirsi, se non avesse incontrato a New York una donna, Anna Eloise Delaunay, che sposò il 14 agosto 1853. Ma New York non era adatta per la neonata famiglia, così Thomas e Anna Whaley si trasferirono a San Diego, e il 7 dicembre 1853 scelsero quella che sarebbe diventatata in seguito il loro nido d’amore: Whaley House, un’anonima casa a due piani di San Diego, che però l’estro di Thomas contribuì a trasformare, rendendola com’è adesso. Fece portare a San Diego i mattoni con cui era stata edificata la vecchia casa di famiglia e realizzò con quei mattoni la facciata di Whaley House.
E in questa nuova casa la famiglia Whaley crebbe. Thomas e Anna Whaley ebbero sei figli: Francis Hinton (28 dicembre 1854), Thomas Whaley Jr. (18 agosto 1856), Anna Amelia (27 giugno 1858), George Hay Ringgold (5 novembre 1860), Violet Eloise (14 ottobre 1862) e Corinne Lillian (4 settembre 1864). Purtroppo, Thomas Whaley, Jr. si ammalò di scarlattina a soli 18 mesi, e morì il 29 gennaio 1858. Non fu l’unica disgrazia che colpì la famiglia Whaley: un incendio distrusse il loro negozio, in cui commerciavano un po’ di tutto, e, distrutti sia per la perdita del loro figlio che per la perdita dle loro negozio, la famiglia Whaley si trasferì a San Francisco. Rimasero poco: il tempo di tessere nuovi rapporti commerciali fiorenti, e nell’estate del 1868, quando i rapporti commerciali andavano ormai gonfie vele, Thomas decise che era giunto il momento di tornare a casa: Whaley house riaccolse i suoi proprietari dal 12 dicembre 1868. La nuova casa dei Whaley era conosciuta come la più bella della California del sud. La casa era arredata con mobili di mogano e palissandro, tappeti di Bruxelles e tende di broccato e damasco. Per la sua ricchezza fu considerata una dimora principesca. In breve tempo diventò importante luogo di ritrovo per San Diego e cambiò anche diverse destinazioni d’uso: oltre a essere la casa dei Whaley, infatti, fu sede del primo teatro di San Diego, del tribunale della contea e perfino un negozio.
Il 5 gennaio 1882 vi fu un doppio matrimonio a casa Whaley, anche se i due matrimoni vennero vissuti in modo molto diverso. Violet, contravvenendo ai desideri del padre, sposò un artista, George T. Bertolacci, del quale si era invaghita, ma sul quale era stata ripetutamente messa in guardia dal padre, mentre la sorella Anna Amelia sposò il cugino di primo grado, John T. Whaley, figlio di Henry Hurst Whaley.
Due settimane dopo il matrimonio di Violet, mentre la coppia si trovava ancora in luna di miele, George Bertolacci venne trovato morto a letto. Violet non riuscì a riprendersi da questa prematura scomparsa, e a darle il colpo di grazia fu la scoperta di alcune lettere che George aveva scritto all’amante, in cui rivelava di aver sposato Violet solo per poter mettere le mani sul suo patrimonio…
Quando la vera natura di George Bertolacci venne resa nota, la povera Violet venne esposta al pubblico ludibrio da parte della ricca e benpensante società americana dell’epoca, che speculò sul fatto che Violet fosse tornata senza marito dalla luna di miele. Quando iniziò a circolare la diceria che in realtà George e Violet avessero in realtà divorziato (cosa che la morale restrittiva e gli standard sociali del periodo consideravano intollerabili), Violet si ritrovò improvvisamente sola, evitata come la peste dalle ricche signore con le quali aveva finora condiviso piacevoli momenti, e la poveretta, per uscire da questa situazione, non trovò di meglio da fare che chiudersi nello studio del padre e spararsi al petto con la pistola del padre. Era il 18 agosto 1885 e Violet aveva appena 22 anni. Lasciò un biglietto per spiegare il suo gesto, che citava una poesia di Thomas Hood dal titolo “Bridge of Sighs”:
Mad from life’s history
Swift to death’s mystery
Glad to be hurled
Anywhere, anywhere, out of this world.
Resa pazza dalla storia della vita,
rapida verso il mistero della morte;
Felice di essere lanciata,
dovunque, ovunque, fuori da questo mondo.
Il suicidio di Violet non lasciò indenni gli altri membri della famiglia: la sorella minore, Corrine Lillian, era a sua volta fidanzata al momento della morte di sua sorella, ma il promesso sposo troncò in fretta la relazione, a causa dello scandalo che ne sarebbe derivato. Dopo questi tragici eventi, Thomas Whaley pensò, per evitare lo scandalo che montava sulla sua famiglia, di abbandonare Whaley House, trasferendosi in una piccola e anonima casetta al 933 di State Street, nel centro di San Diego, dove sperava di poter vivere serenamente al riparo da ulteriori dicerie. Whaley house rimase così vacante per oltre due decenni.
Nel frattempo, il primogenito della famiglia Whaley, Francis Hinton, sposò Susan E. Murray a Mendocino, in California, il 31 dicembre 1888. Quando il padre morì (il 14 dicembre 1890) decise di tornare alle origini, alla vecchia Whaley House, che nel frattempo, non essendo stata più abitata, era caduta in rovina. Alla fine del 1909, Francis Whaley iniziò il restauro dell’edificio e trasformò la casa in dimora per i superstiti della famiglia e in un’attrazione turistica: Anna Whaley, vedova di Thomas e madre di Francis, e i tre fratelli sopravvissuti, Corinne Lillian, George e lo stesso Francis con la moglie iniziarono così ad abitare la vecchia Whaley House. E tutti quelli che l’abitarono morirono al suo interno: il 24 febbraio 1913 morì Anna, giunta alla bella età di ottant’anni. Un anno dopo, morì Francis Whaley. Quindi fu la volta di George Whaley, il 5 gennaio 1928. La più longeva fu Corinne Lillian Whaley, che continuò ad abitare Whaley House fino alla sua morte, avvenuta nel 1953.
Proprio da questo momento inziarono a ricorlare le leggere sulla “presunta” infestazione di Whaley House: a infestarla sarebbero i Whaley al gran completo, perchè tutti morirono al’interno della casa, verso la quale avevano dimostrato, in più occasioni, un forte attaccamento, ed erano desiderosi di abitarla in ogni tempo, vivi o morti… Non ci sarebbero dunque solo gli spiriti dei due morti più tragicamente, la suicida Violet e l’infante Thomas Jr., ma anche gli spiriti di Anna, Francis, George e Corinne Lillian Whaley vivrebbero ancora all’interno di quelle stanze… e a quanto pare, erano gli stessi Whaley a credere che la loro dimora fosse infestata dallo spirito di un uomo, che loro chiamavano affettuosamente “Yankee Jim”: si trattava di James Robinson, un uomo condannato a morte e impiccato per aver rubato una barca. Sul luogo in cui venne posato il primo mattone di Whaley House, infatti, esisteva una sorta di patibolo pubblico, e proprio qui, nel 1852, James era stato impiccato.
fonti: wikipedia
http://whaleyhouse.org/index.htm
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Bella storia anche questa, una volta tanto il male non viene dai fantasmi ma dalle ristrettezze mentali della società dell’epoca.
Ciao!