barclay

barclay Il 13 giugno 1994, giorno in cui Nicholas Barclay scomparve, era un giorno come tanti altri. Il ragazzino, 13 anni, stava giocando a basket con i suoi amici, in un quartiere tranquillo di San Antonio, Texas. La mamma di Nicholas, Beverly, dormiva dopo aver svolto un duro turno di lavoro notturno. In casa c’era solo il fratello maggiore, Jason. C’era anche un’altra sorella, Claire, più grande di Jason, che però era fuori città per lavoro.
Nicholas chiamò a casa quella mattina, dicendo a Jason di andare a svegliare la mamma e chiederle di venirlo a prendere. Dal suo tono di voce non si capiva se fosse in pericolo, ma Jason, col senno di poi, disse che Nicholas gli sembrava effettivamente un po’ strano… ma il ragazzo non gli diede peso, sul momento, e rifiutò di svegliare la mamma. Fu un grave errore.Il tempo passava, e Nicholas non rincasava. La madre del ragazzo, però, non si preoccupò più di tanto: già in passato il figlio si era attardato fuori casa, e per di più Nicholas non era esattamente un angelo: aveva problemi di scatti d’ira piuttosto frequenti, spesso aggrediva sia la madre che il fratello, fisicamente e verbalmente. La donna l’aveva cacciato di casa più di una volta, in seguito a questi episodi di violenza. Dal canto suo, Nicholas aveva una fedina penale tutt’altro che immacolata: si era introdotto in un negozio di scarpe, ne aveva rubate un paio e aveva persino minacciato un insegnante con un coltello. Proprio per questi crimini, il giorno seguente avrebbe dovuto comparire in tribunale per essere giudicato per le sue azioni e probabilmente affidato a una comunità di recupero. Forse era stata proprio la paura di finire in un riformatorio ad aver spinto il ragazzino ad allontanarsi, ma in questo modo aveva solo aggravato la sua posizione.

Alla fine la polizia venne informata della sparizione del ragazzino, e si presentò subito un dilemma: come avrebbe potuto un ragazzino di 13 anni sopravvivere senza soldi per vivere? Forse si sarebbe rifugiato nel solito sistema di stratagemmi e furti, per cui vennero monitorati tutti gli episodi sospetti, nella speranza di ritrovare Nicholas in seguito a segnalazioni di rapine e furti, ma stranamente nessuno denunciò nulla. Non c’erano indizi che potessero spiegare dove potesse essere finito Nicholas, e altre domande sono sorte quando il tempo è andato avanti, inesorabile, e di Nicholas non c’erano ancora tracce.

Nei mesi successivi la scomparsa del ragazzo, la polizia è stata chiamata in casa Barclay più volte: la maggior parte delle chiamate erano dovute alle lotte tra Beverly e Jason, la cui relazione era diventata molto instabile dopo la scomparsa di Nicholas: Beverly accusava il figlio di non averla svegliata quando Nicholas aveva chiamato, mentre Jason affermava che in fondo alla donna non importava poi molto di Nicholas e che aveva tirato un sospiro di sollievo quando il ragazzino era stato affidato alla comunità di recupero.

Poi, tre mesi dopo, la svolta: da casa Barclay partì una telefonata alla poilizia, fatta dal giovane Jason, che affermava che Nicholas era tornato. Quando la polizia arrivò per indagare, Jason disse di aver visto il fratello minore mentre tentava di entrare nel garage di famiglia, e di come il fratello fosse scappato, quando si era acorto di essere stato notato da Jason… ma dopo una ricerca, nessun segno di scasso o effrazione venne rinvenuto, e soprattutto non c’erano tracce di Nicholas. La polizia non credette che il ragazzo fosse tornato, e erano quasi certi che Jason non l’avesse affatto visto. Il caso venne ben presto archiviato: Nicholas Barclay risultava semplicemente “missing”, scomparso. Venne diffuso un identikit, per cercare comunque di ritrovarlo: maschio caucasico con capelli castani chiari e occhi azzurri. Tatuaggi molti: un cuore con la lettera “J” sulla spalla sinistra, “T” sulla mano sinistra tra il pollice e l’indice e le lettere “L” e “N” sulla caviglia sinistra, parte esterna. Aveva una grossa fessura tra gli incisivi inferiori. Nicholas è stato visto l’ultima volta con una maglietta bianca, pantaloni viola, scarpe da ginnastica nere e uno zaino rosa.

Poi, tre anni dopo, la svolta. Nell’ottobre 1997 il National Center for Missing and Exploited Children in Virginia ricevette una chiamata da una persona che si trovava a Linares, in Spagna. Si trattava del responsabile di una struttura di accoglienza per minori, secondo il quale un ragazzo americano dell’apparente età di 17 anni si era presentato al rifugio, affermando di essere sfuggito a un traffico di prostituzione minorile. Il responsabile della struttura aveva avuto una strana sensazione, e dopo aver cercato in internet le foto di minori scomparsi, aveva riconosciuto nel ragazzino che si era presentato al centro proprio il ragazzo americano scomparso tre anni prima, Nicholas Barclay.

Le autorità americane vennero subito informate del fatto, e Claire Barclay partì subito alla volta della Spagna, e confermò che il ragazzo era effettivamente Nicholas. Gli venne dato un passaporto americano e tornò a casa a San Antonio, Texas, per riunirsi con la sua famigli che lo attendeva ansiosa. Eppure, dopo aver riabbracciato Nicholas, la gioia non era perfetta. C’era qualcosa che non quadrava. La preoccupazione più evidente era che il ragazzo venuto dalla Spagna non sembrava per niente il ragazzo scomparso nel 1994. Nicholas Barclay aveva capelli biondi e occhi azzurri, ma questo Nicholas aveva gli occhi marroni e i capelli castani, e per di più aveva un accento francese. Nicholas venne interrogato a lungo su queste stranezze, e il ragazzo le spiegò in un modo abbastanza strano: gli occhi avevano variato il loro colore a causa di alcune sostanze chimiche che gli erano state iniettate mentre era prigioniero dei trafficanti di sesso, per curargli una grave forma di congiuntivite che aveva contratto, mentre i capelli erano stati semplicemente tinti… In quanto all’accento francese, Nicholas aveva viaggiato in molte parti d’Europa, e aveva imparato il francesce proprio grazie a questi suoi spostamenti.

Si capisce benissimo come siano le scuse più strampalate e assurde mai udite prima, e pare davvero strano come a nessun membro della famiiglia Barclay venne mai il dubbio che la persona che si trovavano davanti non stesse dicendo poi tutta la verità…ma sappiamo che Nicholas in passato non era stato esattamente quell oche si può definire un “bravo ragazzo”, e quindi i suoi familiari probabilmente erano abituati alle sue stranezze… e poi Nicholas era tornato dopo tre anni di silenzio, sfuggito a una situazione drammatica… quello era Nicholas Barclay, figlio e fratello perduto. Punto.

Nonostante l’accettazione di Nicholas da parte della famiglia, molti altri rimasero scettici sulla ricomparsa del “figliol prodigo”. In particolare l’investigatore privato Charlie Baker, che aveva sentito parlare a lungo del caso Barclay si è presentato, con una televisione locale, a casa Barclay, per fare un’intervista al ragazzo al centro di questa intricata storia. Mentre la famiglia Barclay non voleva l’attenzione dei media, Nicholas accettò di buon grado di sottoporsi all’intervista e raccontò tutto il suo passato, dalle violenze in famiglia agli atti di vandalismo, all’esperienza in comunità e alla prigionia dei trafficanti. Narrò tutto con molti particolari, e con una tranquillità che Charlie Baker fiutò da subito come “sospetta”. Durante l’intervista, Baker osservò attentamente una foto di Nicholas, scattata quando il ragazzo aveva 13 anni. Confrontò quell’immagine con l’uomo che gli stava davanti per essere intervistato e il suo occhio attento di detective non ha potuto fare a meno di notare le allarmanti differenze nell’aspetto fisico del ragazzo, specialmente le orecchie del ragazzo. Le orecchie sono come le impronte digitali e Baker lo sapeva: è la sola parte del corpo umano a essere completamente formata fin dalla nascita, e non cambiano mai di forma quando s’invecchia… magari aumentano in grandezza, com’è logico che sia, ma la forma di base resta quella. Quando l’investigatore ha confrontato le foto del ragazzo com’era a 13 anni e com’era in quel momento, ha visto subito che la forma delle orecchie non corrispondeva. (Già un altro caso di orecchie famose è al centro di un giallo a tutti gli effetti: ricordate il caso di Paul McCartney?)

La prova lampante che quel ragazzo non era Nicholas. Ma chi era allora il ragazzo che aveva vissuto con la famiglia Barclay, spacciandosi come loro figlio per ben 6 mesi, prima che l’FBI ottenesse un ordine dal tribunale per verificare la sua identità?

Dopo aver prelevato dal finto Nicholas le impronte digitali e un campione di sangue, l’FBI stabilì che la persona che viveva con il Barclay non era Nicholas: si trattava invece del 23enne Frederic Bourdin, un francese. Bourdin, soprannominato “The Chameleon” dai media francesi, aveva utilizzato finora oltre 40 false identità prima di assumere l’identità di Nicholas Barclay. Frederic sapeva perfettamente chi era Nicholas, aveva studiato il suo caso, e la scelta di assumere l’identità di Nicholas non era accaduta per caso, ma c’era un preciso disegno dietro: Frederic era infatti convinto che Nicholas fosse stato ucciso, e sperava che, in questo modo, l’assassino si sarebbe forse palesato.

L’intervento della polizia però aveva mandato all’aria il suo piano, e dopo che era stata rivelata la sua vera identità, Bourdin aveva affermato che la famiglia Barclay sapeva chi era davvero il ragazzo che avevano di fronte, che non si trattava cioè di Nicholas, e proprio quest’atteggiamento aveva fatto crescere in Frederic il sospetto che proprio la famiglia del giovane fosse in qualche modo coinvolta nella sua sparizione. Frederic aveva pure un sospetto, per l’omicidio di Nicholas: il fratello Jason, che si era dimostrato molto spaventato dalla sua presenza, intimorito… forse perchè sapeva che non poteva trattarsi davvero di Nicholas, e temeva che la sorte del fratello venisse rivelata dall’impostore.

Ma non ci fu mai nessuna risposta per il caso Barclay/Bourdin: Frederic venne infatti condannato a 6 anni in prigione, e sebbene la polizia avesse rivolto i propri sospetti sulla famiglia Barclay, non c’erano prove sostanziali per sostenere che avessero danneggiato Nicholas. Parker interrogò Jason sulla scomparsa di suo fratello, e per metterlo alle strette affermò di sapere con certezza, grazie a delle prove inoppugnabili, che era coinvolto in qualche modo nella sparizion del fratello. Eppure, secondo Parker, Jason lo continuò a fissare, immobile, senza proferir parola e senza neanche tentare una difesa… Giorni dopo, Jason è stato trovato morto per overdose di cocaina.

Nessuno potrà mai dare una risposta a quel che successe a Nicholas Barclay: non si sa dove sia finito, se sia vivo o, presumibilmente, morto. Nicholas Barclay resta ciò che restano ancor oggi moltisisme persone: missiong, perse nell’oblio e nel silenzio di una società che li ha inghiottiti.

 

FONTE

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6 pensiero su “Lo strano caso di Nicholas Barclay, missing boy”
  1. LOL! non me n’ero resa conto, ma adesso che mi ci hai fatto pensare sì, sei sempre tu che inizi così! be un modo per dirti “TORNA A BLOGGAREEEEEEEEEEEE!” un bacione, manchi!

  2. Lo Strano Caso ?
    Ricorda i post di un altro blogger….un certo nick Parisi LOL 😀
    Sto scherzando,lo prendo come omaggio, grazie e complimenti, ottimo post!
    E’ sempre un piacere leggerti

  3. Mamma mia che storia. Avevo saputo già di persone che tornavano, scambiandosi coi veri spariti.
    Ma scusa, possibile che il vicinato, i parenti ecc… nessuno diceva nulla sul fatto che Nicholas non era Nicholas? 😮

    Moz-

    1. mah, probabilmente nessuno se n’è veramente interessato, era un quartiere un po’ problematico…e il ragazzo stesso era problematico. Forse i vicini se ne sono semplicemente fregati, un po’ come succede quando rapiscono persone e nessuno sa nulla…vedi il caso di Natasha Kampush….

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