Florence Newton

Florence NewtonDopo Salem, parliamo di un’altra presunta strega, Florence Newton, meglio conosciuta come la strega di Youghal, dal nome del villaggio irlandese in cui si svolse tutta la vicenda.

Tutto partì nel 1661, quando a Youghal appunto, piccolo porto nella contea di Cork (Irlanda), scoppiò un’epidemia di febbre che colpì quasi la metà della popolazione. Esattamente come avvenne a Salem, anche a Youghal, in cui la maggior parte della gente era credente e nel modo più conservatore, si imputò la febbre a un preciso disegno divino che voleva in qualche modo punire la popolazione, anche se, poco prima, un altro evento era accaduto, e non era certo passato inosservato.

La mattina di Natale del 1661 una vecchia mendicante, Florence Newton, andò a bussare alla porta di un ricco uomo d’affari, John Pyne, chiedendo un pezzo di pane. Ad aprire la porta fu Mary Longdon, la cameriera dei Pyne, donna burbera e dalle maniere spicce, che cacciò in malo modo la mendicante, dicendole di lasciare in pace i suoi padroni che in quel momento stavano dormendo.

Non erano trascorsi che pochi giorni che Mary Longdon si recò alla fontana del paese, che fungeva da lavatoio pubblico, per lavare i panni del padrone, e per strada si imbattè in Florence, che camminava tranquilla, chiedendo qualche soldo ai passanti. Mary stava china alla fontana a lavare i panni, quando si sentì battere lievemente sulla spalla, e giramdosi, vide il volto sorridente di Florence a pochi centimetri dal suo. L’anziana mendicante le diede un bacio sulla guancia, di fronte agli sguardi allibiti delle altre domestiche radunate al lavatoio. Poi Florence disse a Mary che non mangiava da qualche giorno, e le chiese se avesse qualcosa da darle. Le disse anche che non le serbava rancore, per il gesto della mattina di Natale: non era un gesto da cristiani cacciare il prossimo proprio il giorno della nascita del Salvatore, ma Mary aveva adesso la possibilità di rimediare al suo errore, dandole qualcosa da mangiare o un po’ di denaro. Sentendosi osservata dalle altre donne, Mary si sentì in imbarazzo, e di nuovo cacciò bruscamente Florence, che questa volta si adirò, fissò la donna con occhi torvi e borbottò qualcosa, qualcosa che nessuno fu in grado di capire.

Tuitto si sarebbe forse risolto in questo modo se non fosse che quel bacio rubato iniziò a turbare profondamente Mary, perchè da quando Florence glielo aveva dato, le cose non erano più andate bene. Il mattino successivo al fatto, Mary si svegliò e vide un vecchio signore, vestito di seta rossa, che stava ai piedi del suo letto, e accanto a lui una donna col volto coperto da un velo bianco, che disse di chiamarsi Goody Newton. Goody è un termine colloquiale che sta per “comare”. Quindi l’apparizione si chiamava comare Newton. Newton, come Florence.
Ma non è tutto. Di fronte all’apparizione, Mary si sentì improvvisamente pesante, non riusciva a muovere le gambe, e il vecchio vestito di rosso le disse che, se avesse seguito i suoi consigli, avrebbe ottenuto tutto ciò che voleva. Mary rifiutò, dicendo che solo Dio concede, a seconda di quanto lo si preghi, e le due figure sparirono nel nulla. Mary riacquistò l’uso delle gambe.

Da quel momento, le cose per Florence iniziarono a mettersi male, molto male. In primo luogo, Mary era adirata con lei per la brutta figura che le aveva fatto fare al lavatoio con le altre domestiche; in secondo luogo, Mary detestava gli accattoni, che restavano tutto il giorno lì con la mano tesa, senza far fatica, e a fine giornata qualcosa lo raccattavano sempre, diversamente da lei che ogni pezzo di pane doveva guadagnarselo con tanta fatica… E Florence, la vecchia Florence, amata (ma forse meglio dire compatita) da tutti, lei in realtà l’aveva sempre detestata.

Come avrebbe potuto toglierla di mezzo, se non accusandola di qualcosa che faceva paura, e tanta? E fu così che, complice anche quel sogno che l’aveva abbastanza inquietata, Mary decise di denunciare Florence Newton per stregoneria.

All’inizio Mary si confidò con alcuni amici, che poi sarebbero diventati i testimoni chiave del processo contro Florence, e disse loro di come si sentisse minacciata da quella donna. Poi interpellò altri personaggi più insigni, tra cui medici e studiosi, che con lei non avevano nulla a che fare direttamente, ma che erano stati incaricati di dare una risposta scientifica ad alcuni strani fenomeni che si diceva si fossero verificati in casa Pyne, alla presenza della sola Mary, come lievitazione di oggetti, lancio di suppellettili addosso ai visitatori e altri fenomeni minori di poltergeist.

Poi, vennero chiamati anche dei medici, che ebbero il compito di occuparsi non di Florence, quanto di Mary, che disse ai magistrati che, la mattina stessa in cui aveva fatto quello strano sogno, le era accaduta una cosa stranissima: aveva iniziato a vomitare spilli, chiodi, fili di lana intrecciati a fuscelli, fascette di paglia e perfino qualcosa di simile a pietre di vetro; il medico incaricato di controllare la donna, trovò effettivamente quegli oggetti in un catino, dove la donna disse di averli vomitati, e soprattutto trovò la donna in uno stato terribile di agitazione e delirio, e con un segno violaceo sulla guancia, molto simile a un morso… e la donna disse che in quel punto esatto era stata baciata a tradimento da Florence. Era stato allora, secondo la donna, che Florence Newton le aveva fatto la fattura.

Passarono pochi giorni, e Mary si recò nuovamente al lavatoio, e qui venne colpita da alcune pietre che le erano state scagliate addosso da una mano invisibile. Riportò varie lesioni alla testa, alle braccia e alla schiena. Nessuno capì mai da dove quei sassi fossero stati scagliati, ma ci fu chi giurò di aver visto una forma, del tutto simile a Florence, scappare attraverso i vicoli dopo l’apparizione di quei sassi.

Dopo circa tre mesi dall’accaduto Mary, davanti agli occhi dei cittadini, iniziò a compiere movimenti inconsueti, e disse di sentirsi strattonata da una forza invisibile, che la graffiava al viso e la colpiva ripetutamente alla schiena. E a chi le chiedeva chi le facesse del male, Mary rispondeva sempre allo stesso modo: Florence Newton, la strega!

A questo punto Florence, per salvarsi la pelle, lasciò la sua casa e si rifugiò nel bosco, in una casupola mezza diroccata che avrebbe, forse, potuto darle riparo e sicurezza, e da dove avrebbe potuto fuggire in caso di pericolo.

Gli anziani della comunità, all’udire ciò che testimoniava Mary, come prima cosa andarono a casa Pyne, e misero i sigilli a porte e finestre per impedire che il maligno entrasse in casa e facesse del male anche alla famiglia Pyne. Poi, organizzarono una sorta di “battuta di caccia” nella quale la lepre era rappresentata dalla povera Florence, che doveva essere acciuffata e portata davanti a un tribunale, per essere giudicata colpevole di stregoneria.

Ma, mentre i cittadini di Youghal batteva i boschi a tappeto per scovare Florence, a casa Pyne le cose non andavano certamente meglio, quando Mary fu vista alzarsi in volo fino al soffitto, al punto tale che il prete del villaggio ordinò che fosse legata con corde al letto e quindi sottoposta a un rito di benedizione.

Il 24 marzo 1661 Lord Myre, sindaco di Youghal, fece imprigionare Florence Newton, poiché oltre a Mary, altre due donne del posto l’accusarono di stregoneria. Il caso divenne così sentito e famoso che intervenne addirittura il procuratore generale, Sir William Ashton, che prima ancora di interrogare Florence volle sentire i molti testimoni che avevano assistito in prima persona a quanto era accaduto a Mary Longdon. Di fronte all’orrenda ferita che aveva Mary sulla guancia, la colpevolezza di Florence era più che manifesta: la guancia della donna infatti si era infettata, entrata in cancrena, lacerandosi e mostrando addirittura la chiostra dei denti all’interno della bocca. Ma questa prova “visiva” non era tuttavia sufficiente a dimostrare la colpevolezza di Florence. Come se già la situazione per Florence non fosse abbastanza complicata, arrivò l’accusa di aver circuito due donne del posto, di averle istruite sulla stregoneria e di averle rese adepte del maligno. In realtà, le due donne eran due paesane impietosite per la difficile condizione di vita di Florence, che le avevano fatto visita più volte per portarle cibo, vestiario e conforto…

Così venne dato avvio a un processo per tre, e la prima cosa che la giuria pensò fu di sottoporre le tre presunte streghe alla prova dell’acqua: una tavola di legno veniva appesa al collo dell’accusato, si scriveva sopra il nome dell’accusato, lo si legava e lo si gettava nel lago. Se affondava la sua innocenza era stata dimostrata, mentre se galleggiava (e spesso galleggiavano, vista la presenza della tavola), era dimostrata la colpevolezza.

Di fronte a questa prospettiva, Florence si addossò tutta la colpa, per scagionare le altre due donne, che avevano avuto la sola “colpa” di aver provato un po’ di cristiana pietà per l’anziana. Di fronte al sindaco, alla comunità di Younghal intera che l’accusava, Florence Newton ammise di essere l’unica strega di Youghal.

Florence Newton venne condotta al tribunale di Cork, e qui le fu chiesto di recitare il Padre Nostro: come si sa, nessuna strega è in grado di recitarlo correttamente, e purtroppo Florence sbagliò, dimenticando la frase “e rimetti a noi i nostri debiti“. Questo convinse i giudici della sua colpevolezza, e fecero arrestare e imprigionare la donna.
Quella mancanza convinse i giudici a farle incarcerare in attesa della decisione della pena di morte.

Il suo carceriere, David Jones, impietosito dalla donna e convinto della sua innocenza, tentò in tutti i modi di insegnarle correttamente il Padre Nostro, perché nella nuova e decisiva “prova” riuscisse nel suo intento. Ma ti nuovo Florence sbagliò a recitare la preghiera, e venne condannata senza altro attendere. Jones si rammaricò dell’accaduto, e le espresse la sua tristezza…così Florence, in segno di gratitudine, baciò la mano a David, ma subito l’uomo si ritrasse, avvertendo un forte dolore al braccio. Passarono pochi giorni, e David Jones finì a letto, col braccio in cancrena…e dopo pochi giorni morì, non prima di aver terrorizzato sua moglie raccontandole di come lo spirito di Florence Newton lo tormentasse…

Una nuova accusa si aggiunse a quelle già contro Florence, che si vide colpevole di aver stregato ben due persone, ma se Mary si era salvata, non altrettanto fortunato era stato David… che aveva avuto la colpa di aver insegnato a una strega una preghiera a esse proibita… o almeno fu quanto convinse la giuria a emettere sentenza di morte per Florence Newton. Ormai non c’era più nulla da fare per Florence, e la donna passò gli ultimi giorni, nella sua cella, terrorizzando gli altri carcerieri, affermando che il diavolo veniva regolarmente a trovarla, sotto forma di levriero, e ammise anche di aver gettato il malocchio su Mary Longdon, per punirla della sua cattiveria, ma negò categoricamente di essere una strega.

I documenti del processo, parziali, non ci dicono come terminò il processo a Florence Newton. La donna quasi certamente venne giustiziata, ma non si sa in che modo…Quanto a Mary Longdon, la principale accusatrice, dopo la scomparsa di Florence sembrò rimettersi in sesto, guarendo completamente dalla malattia che le aveva deturpato il viso, e nessun fenomeno strano avvenne più a casa Pyne.

Giustizia era stata fatta? Forse. O forse no…. chi può dirlo?

Florence Newton…innocente, fino a prova contraria.

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