Mummia del demone di KaranjiOggi parliamo di demoni, con una storia che è destinata a restare forse per sempre nel limbo del mistero irrisolto. Un caso in cui il protagonista di questa vicenda, che sembra sempre più aderente alla leggenda che non alla verità, andò distrutto in un incendio, e di lui resta solo una fotografia ingiallita.

Insomma, gli ingredienti per bollare questa storia come una bufala colossale ci sono tutti.

Dal momento però in cui questo fatto avvenne in Giappone, e dato che la creatura protagonista del post è considerata sacra, nessuno si è mai sognato di definire il Demone di Rakanji come un falso, anzi.

La nostra storia ha origine a Nakatsu, nel quartiere di Sohonzan, famoso perchè in questa zona della città sorgono molti templi buddhisti appartenenti alla setta spirituale di Sodo. Tuttavia, tra questi templi ce n’è uno che ha un’importanza davvero curiosa: è dedito al culto di Rakan. Di questo tempio, uno dei più antichi, circolano leggende anche sulla sua fondazione: si dice che il monaco indiano Hodo Sennin abbia portato qui l’immagine di un Buddha, realizzata interamente in oro, e che Buddha gli sia apparso in sogno chiedendogli esplicitamente di realizzare un tempio per lui. Qui Hodo Sennin realizzò un’opera maestosa, sulla sommità del monte Rakan, una rupe rocciosa famosa per essere attraversata da numerose grotte.

E per questo il tempio si chiama “Rakanji”. Anche il tempio in sè è stato scavato in una grotta, e nella sala principale si trovano ben 3777 statue in pietra di Buddha. Oltre a queste, completano il luogo 500 statue di Rakans, scolpite dai monaci Shogaku e Gyakuryu Kenjun.

Tra le 3777 statue di Buddha, in particolare, ve ne sarebbe una che rappresenta il cosiddetto Juoson, giudice del diavolo, che la leggenda vuole sia stata scolpita dal monaco zen Fukaku del periodo Muromach (1336-1573).

Sfortunatamente il tempio fu distrutto da un incendio nel 1943, e quello che si può ammirare oggi è la ricostruzione, seppur fedelissima, eseguita nel 1969. E dentro a questo tempio, c’è un’immagine, appunto, che ritrae lui, il demone bambino.

La foto ritrae la mummia di una strana creatura che si dice fosse custodita all’interno del tempio: la creatura in questione è molto simile ai demoni della tradizione orientale, che sono chiamati Oni. Dunque si tratta di un piccolo Oni.

Ovviamente i più scettici sentenziano che la foto ritrae solamente un bambino deforme, o anche che essere la mummia di una specie animale ora estinta. Purtroppo, la distruzione del soggetto originale della foto rende impossibile qualunque analisi dei resti, e tutto ciò che rimane del demone di Rakanji è costituito dalla foto.

Che ritrae, appunto, questo essere dall’aspetto umanoide: la pergamena misura circa 25 – 30 cm, e osservando l’immagine riprodotta, possiamo dedurre che l’Oni, ritratto ripiegato su se stesso, fosse alto tra i 40 e i 50 cm. La creatura ha mani e dita molto simili a quelle umane, anche se dotate di artigli: da questo elemento potremmo dedurre che potrebbe trattarsi di una creatura carnivora… sulla sua testa appaiono delle piccole corna, e alcuni buddisti che avevano avuto modo di osservare la mummia originale affermarono che lungo la schiena c’erano due escrescenze, simili a delle ali… che il demone di Rakanji fosse un essere alato?

Il suo aspetto mummificato sembrerebbe datarlo indietro di almeno 4 – 5 secoli, e da questo elemento in molti hanno avanzato l’ipotesi che potesse trattarsi di una specie di pipistrello gigante, ora estinta, che popolava le grotte del monte in cui ora sorge il tempio.

Purtroppo, tutte queste informazioni restano solamente delle ipotesi, e non avendo a disposizione il “corpo del reato”, il demone di Rakanji è, e resta, solo un essere mitologico.

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2 pensiero su “Il demone di Rakanji”

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