Nell’ottobre di quest’anno è uscito il film Ouija, l’origine del male, il prequel del primo episodio di film dedicato alla tavoletta Ouija. La tavoletta è stata protagonista qui sul blog di un’intervista che mi rilasciò ormai tre d’anni fa una ragazza, Giulia, che mi raccontava la sua esperienza.

Da allora, moltissime persone mi hanno scritto in privato per mettersi in contatto con Giulia, per saperne di più sulla sua storia, per capire, scoprire, forse mossi più da una macabra curiosità che dalla reale volontà di aiutare…

Devo dire che ho finora sempre mantenuto i contatti con Giulia, ho parlato con lei più volte, mi sono fatta raccontare nei dettagli la sua esperienza, le ho spiegato che tanta gente voleva parlare con lei, ma la sua risposta è sempre stata una sola: no. Non ne voglio parlare più, voglio solo dimenticare. Giulia mi ha raccontato dettagliatamente, a più riprese, in più conversazioni com’è finita (anche se non si può parlare di “termine”, per un caso del genere) la sua storia.
Delle nostre chiacchierate via messenger ho realizzato un’intervista, presa, rimaneggiata innumerevoli volte, aggiornata, cambiata, e avendo avuto adesso il consenso di Giulia, ho deciso che quest’intervista la pubblicherò prossimamente, ma approfitto di questa cosa per presentarvi un fatto davvero curioso e singolare.
Se effettivamente come ho spiegato più e più volte la tavoletta Ouija è un oggetto che sarebbe meglio non avvicinare, su di essa circolano moltissime storie e leggende, alcune dichiaratamente fake, altre velatamente false, altre stranamente vere. Come il caso di un uomo, Stephen Young, che è stato condannato all’ergastolo nel 1993 per il duplice omicidio dei coniugi Harry e Nicole Fuller. Che c’è di strano? che il verdetto di colpevolezza venne dato da…una tavola Ouija.

La sentenza della tavoletta Ouija

ouija

Tutto ha inizio nel 1993 a Wadhurst, East Sussex, Regno Unito, quando una telefonata arrivò al numero per le emergenze. Di fronte alle parole biascicate alla cornetta, che risultavano incomprensibili, l’addetto al centralino pensò inizialmente si trattasse di uno scherzo, e non passò subito la chiamata alla polizia. Poi, ripensandoci, era trascorso solo qualche minuto, si mise in contatto con la stazione di polizia più vicina segnalando l’accaduto, e una pattuglia si recò sul luogo segnalato dalla telefonata.

I poliziotti si trovarono di fronte alla scena di un duplice omicidio: le vittime erano una coppietta sposata da soli sei mesi, Harry e Nicole Fuller. Il corpo dei due era ricorto di una polverina bianca, il che inizialmente fece pensare a un regolamento di conti per questioni di droga, ma alla fine quella polverina venne riconosciuta come zucchero a velo…

Partirono le indagini, e un uomo fu arrestato nel giro di pochi giorni: il broker assicurativo Stephen Young. Conosceva da tempo le vittime, e le avrebbe uccise, stando all’accusa, per derubarli al fine di saldare i suoi debiti consistenti. Young fissò un appuntamento con i Fuller nel loro cottage, per discutere di affari, ma quando arrivò sul posto per prima cosa sparò a Harry alla schiena, poi si rivolse a Nicole, e la colpì quattro volte.

L’ultimo colpo passò attraverso la parte posteriore della sua testa, mandando in frantumi la mascella, ed è per questo motivo che l’operatore di emergenza non prestò attenzione alla chiamata, inizialmente, poichè i suoni prodotti dalla mascella della signora Fuller rendevano di difficile comprensione le sue parole, e l’operatore, non capendole, inizialmente ipotizzò si trattasse di uno scherzo.

Alla fine Stephen Young venne arrestato, accusato e portato in giudizio per il duplice omicidio. Il verdetto di colpevolezza giunse dopo le deliberazioni di rito e Young venne portato via… Finchè una nuova prova venne portata alla luce, e grazie a questa il verdetto venne annullato e Stephen Young rimesso in libertà, in attesa, però, di un nuovo processo.

Cos’era successo?
Nel lasso di tempo tra i due processi a Stephen Young, mentre la giuria si trovava in un hotel, la notte immediatamente precedente la sessione definitiva del processo per il duplice omicidio, alcuni membri della giuria hanno deciso di concedersi un paio di drink. Discutendo del più e del meno, uno dei giurati propose agli altri di “giocare” con la tavoletta Ouija, essendo abbastanza pratico di queste cose… così crearono una tavoletta artigianale, usando come planchette uno dei bicchieri che avevano usato per bere… Probabilmente nessuno dei partecipanti aveva davvero in mente cosa stava facendo, in quel momento…forse l’effetto del vino aveva amplificato le sensazioni.. fatto sta che a un certo punto si cominciò a parlare del caso di Harry e Nicole Fuller, senza parlare direttamente con i loro spiriti… la tavoletta indicò chiaramente il nome di Stephen Young, e quando fu chiesto allo spirito che stava conversando con loro chi fosse questo Stephen, lo spirito sentenziò: “voto colpevole di domani”.

La mattina seguente, durante la colazione, i membri della giuria che avevano partecipato a quella seduta erano abbastanza scossi da quanto accaduto, ma alla fine il verdetto arrivò: colpevole. Tuttavia, il resto delle giuria venne informato di quanto era accaduto quella notte, della seduta, delle risposte dello spirito…e iniziò a farsi strada l’ipotesi che il verdetto fosse in qualche modo stato corrotto da quella seduta…Quando la corte d’appello venne a sapere di questa possibilità, e individuò una mancanza di prove solide per definire in maniera completala colpevolezza di Young, la sentenza venne annullata, Stephen Young rimesso in liberà e il processo necessariamente dovette ricominciare…

Poi, fortunatamente, mentre era in corso il processo, venne portata alla conoscenza della giuria una nuova fondamentale prova, grazie alla quale Stephen Young venne giudicato colpevole e condannato all’ergastolo per il duplice omicidio.

La prova della colpevolezza? Un nastro che registrava una telefonata, non quella registrata dalla British Telecom, in cui si sentivano gli ultimi “strilli” della signora Fuller che chiamava aiuto al 999 prima che il colpo fatale venisse sparato, ma un altro nastro, che riportava la conversazione avuta con il signor Fuller la notte prima degli omicidi, in cui i due avevano deciso di incontrarsi al cottage del mattino successivo. Il nastro è stato fatto ascoltare anche durante il programma televisivo Crimewatch, che si è occupato di questo caso di cronaca nera, e la voce di Young è stata riconosciuta. E c’era poi una seconda prova, una registrazione del sistema di sicurezza di una banca che aveva filmato il momento in cui l’auto di Young era entrata a Wadhurst, lasciandola dopo un’ora.

Young, che inizialmente aveva negato entrambi gli omicidi, ha sostenuto in tribunale di aver trovato il signor Fuller morto quando arrivò al cottage, e di aver visto un volto misterioso in una finestra del piano superiore… e di non aver detto nulla alla polizia perchè era stato raggiunto da telefonate minatorie in cui gli si intimava di non dire la polizia quello che aveva visto.

Nessuno gli credette, e Stephen Young fu condannato, non per merito di una tavoletta, ma grazie a delle registrazioni….

 

 

Fonte

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2 pensiero su “Stephen Young, condannato dalla tavoletta Ouija”
  1. Posso comprendere il motivo per cui la condanna venne inizialmente sospesa, uno dei più importanti principi della giurisprudenza anglosassone verte sul fatto che un processo con giuria non debba subire nessuna influenza e nessun pregiudizio. Il fatto che alcuni giurati si fossero convinti della colpevolezza di Young non sulla base delle prove portate in aula ma da elementi esterni è grave.
    Una “leggerezza” come questa avrebbe veramente potuto rischiare di lasciar libero un pericoloso omicida.

    1. infatti. Ma, come si suol dire, sono “americanate”… certo però che non mi ero mai imbattuta in una cosa del genere, cioè…ok che la tavoletta è qualcosa di straordinario, sotto molti punti di vista, e non necessariamente positivi, ma che la gente si fidi a tal punto di una cosa del genere, perfino per giudicare sulla vita o sulla morte di un’altra persona, beh mi lascia sempre più basita!

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