ImmagineLo scorso anno vi avevo augurato Buon Natale con un raccontino scritto da me.
Oggi lo voglio fare con una leggenda demoniaca, presentando una storia che è arcinota, ma che non avevo mai trattato e siccome anche il trito e ritrito va sempre bene, purchè sia tutta farina del tuo sacco, ve lo propongo quest’oggi, augurandovi Buon Natale con la leggenda del Krampus.

Il Krampus è una creatura cornuta con i capelli scuri, denti, zoccoli e corna.

Ha sempre con sè una catena di campane e in una mano agita un bastone di betulla che usa per picchiare i bambini sulla sua personalissima lista dei cattivi.

Inoltre, se un bambino durante l’anno si è comportato particolarmente male, il Krampus lo lega con la sua catena e lo porta nella sua tana, dove lo mangerà nella notte di Natale. Perchè il Krampus è il Diavolo di Natale.

Il Diavolo del Natale

ImmagineIl Krampus è una creatura appartenente al folklore germanico: la parola Krampus deriva infatti dal tedesco Krampen che significa artiglio. Ci sarebbe però una seconda teoria: il nome Krampus deriverebbe dal bavarese Krampn, che significa morto, putrefatto, ma in Alto Adige e in Germania è conosciuto semplicemente come Teufel (Diavolo).

L’origine di questa figura così caratteristica, che si contrappone al buon Babbo Natale (o a San Nicola), si perde nel tempo, ma farebbe riferimento ai tanti riti pagani, più probabilmente celtici, poi adattati alla cristianità, della lotta tra il bene e il male (San Nicolò e i Krampus).

Origini pagane affermano l’uso di fasci di betulla che vengono usati per i bambini indisciplinati. Invece le catene che egli porta sono un simbolo del legame del Diavolo nel cristianesimo: ricordiamo infatti che in molti mazzi di Tarocchi, l’Arcano maggiore del Diavolo viene raffigurato con le catene ai piedi.

La leggenda racconta che tanto tempo fa, specie durante le carestie, i giovani che vivevano nei paesi di montagna, si travestissero usando pellicce, adornate di piume, pelli e che portassero in testa corna di animali. in questo modo, essendo irriconoscibili, andavano in giro terrorizzando gli abitanti dei villaggi vicini, derubandoli di quanto avevano accumulato per l’inverno.
Dopo un po’ di tempo i giovani si accorsero che tra loro si nascondeva un impostore: c’era infatti un essere, vestito di pellicce, che però aveva una particolarità: degli zoccoli di capra. Era il diavolo in persona che si era inserito nel gruppo dei giovani… così venne invocato il vescovo Nicolò, affinchè esorcizzasse l’inquietante presenza e liberasse la valle dalla carestia. Una volta sconfitto il diavolo iniziò l’usanza secondo cui i giovani, travestiti da demoni, sfilavano nei paesi accompagnati del vescovo che aveva sconfitto il diavolo, e portavano doni e picchiavano i bambini cattivi affichè non commettessero più il male.

Durante il periodo dell’Inquisizione, tuttavia, il rito dei Krampus venne proibito proprio per questa sua vicinanza all’oscurità e a causa della sua stessa natura diabolica, ma è sopravvissuto in alcune vallate molto remote, e poi riprese forza dalla metà del XIX secolo, quando si hanno notizie del ritorno ufficiale dei cortei e delle corse dei “Krampus”. E anche oggi la tradizione rimane ben radicata, in Alto Adige e in Germania, con i Krampus, questi orrendi uomini-caproni inquietanti, che si aggirano per le strade alla ricerca dei bambini cattivi, urlando a squarciagola, agitando i loro campanacci, il viso coperto da maschere diaboliche fatte in legno e in cartapesta.

Sono lasciati liberi di scorrazzare, fino a quando non compare San Nicola, solitamente trainato su un carro, che li rimette all’ordine. San Nicola disponsa doni e dolci ai bambini più buoni, e contemporaneamente tiene a bada i diavoli, che rincorrono urlando bambini e ragazzi, senza risparmiare gli adulti, e a tutti questi dispensano qualche colpetto ben assestato alle gambe dal loro rametto di betulla.
Poi al tramonto San Nicola scompare, e i Krampus restano senza controllo, liberi di rincorrere la gente fino a sera, per poi tornare nelle loro caverne…ma senza bambini che bollono in pentola.
Ah, dimenticavo. Buon Natale!
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