karolina olsson

 karolina olssonAprile, dolce dormire, si dice… Risvegliamo il blog da qualche tempo prolungato di “sonno profondo” parlando, appunto, di un vero e proprio caso di sonno profondo. Questa è la storia di una ragazza svedese di 14 anno, Karolina Olsson, che in una fredda giornata dell’inverno 1876 stava tornando nella sua modesta casa di Okno, in Svezia, quando, attraversando un fiume ghiacciato, cadde nell’acqua gelida. La ragazza batté violentemente il capo sul ghiaccio, ma riuscì in qualche modo a uscire dall’acqua gelida e a rincasare. La ragazza iniziò subito ad accusare un forte mal di testa, causato sia dalla botta subita che dalla permanenza nell’acqua gelata, e decise di andare a dormire presto. Era, appunto, il 1876.

«Faccio solo una breve dormita, domattina mi sveglierò fresca come una rosa e riposata». Ma il giorno seguente Karolina non si svegliò. E nemmeno il giorno dopo. E neanche quello dopo ancora. Dormì ininterrottamente, per poi risvegliarsi il 3 aprile 1908. Karolina era andata a dormire che aveva 14 anni; ma si risvegliò che ne aveva 46

Karolina Olsson, sleeping beauty

I genitori, vedendo che la figlia non dava cenni di risveglio, tentarono in tutti i modi di ridestarla, ma alla fine, visto che non si riusciva a farla svegliare, chiamarono il medico che però non riuscì a capire cosa stesse accadendo… Venne portata in un ospedale, dove si tentò in tutti i modi di risvegliarla, anche con l’uso dell’elettrochoc, ma nulla. Karolina venne allora riportata a casa, e qui continuò a dormire… nel 1905 morì sua madre, e poi due dei suoi fratelli…. Karolina continuò a dormire, ma dopo questi decessi, stranamente, la ragazza scoppiò in inspiegabili crisi di pianto, pur continuando a dormire.

karolina olssonDopo la morte della madre, la famiglia assunse una governante che si dovesse prender cura della casa e di Karolina… e ogni giorno la ragazza veniva alimentata con due bicchieri di latte zuccherato che le veniva somministrato con piccole cucchiaiate…e fu sufficiente per farla sopravvivere per tutto questo tempo, anche perchè il riflesso della deglutizione le era rimasto.

Poi, inspiegabilmente, il 3 aprile 1908 Karolina si risvegliò, e grande fu lo choc che provò nel vedere che il mondo attorno a sè era cambiato…  Si guardò allo specchio e non si riconobbe: si ricordava di aver 14 anni, ma la donna che la guardava dallo specchio era molto più anziana, nonostante, in fondo, conservasse un po’ della bellezza giovanile che l’aveva sempre accompagnata per tutti gli anni del sonno profondo.

Karolina fu visitata da numerosi medici, e nessuno di loro trovò mai dei danni cerebrali sulla ragazza. Le fu chiesto se ricordasse qualcosa di quegli anni di lungo sonno, e Karolina rispose che i suoi ricordi erano perfettamente integri, a partire dal momento prima dell’incidente, ma del suo sonno ricordava solo dei volti blu immersi nell’acqua… il che appare molto strano, se consideriamo un particolare: i fratelli di Karolina infatti morirono annegati.

Dopo il risveglio, Karolina continuò a vivere una vita molto felice e morì, in pace, nell’aprile 1950.

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6 pensiero su “Sonno senza fine: la storia di Karolina Olsson”
  1. Beh, bentornata anche tu da questo lungo letargo, si vede che la primavera (e le storie di risvegli dal letargo ) portano bene al tuo blog!!
    Benritrovata! 🙂

  2. Che ii medici non abbiano trovato danni cerebrali non è detto sia vero: nel 1908 le tecniche diagnostiche non sono quelle di oggi e si basavano sull’osservazione, c’era poco o nulla di strumentale, per cui cose come ematomi subdurali potevano tranquillamente sfuggire.

    1. beh, effettivamente è vero, anche perchè usavano tecniche un po’…rozze…mi sarebbe piaciuto sapere cosa avrebbero scoperto con tecniche un po’ più moderne…

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