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Sono molto felice, oggi, di riprendere a parlare di fantasmi made in Italy.

Questo post fa, se così possiamo dire, da apripista alla top ten in arrivo, nella quale parlerò dei dieci castelli più infestati in Italia, così come ho fatto con quelli più infestati al mondo. Diciamo che le mie ricerche sono concluse, e castelli ne ho trovati, e studiati davvero parecchi. Difficile è stato individuare i dieci più infestati, collocati nella topten in base ai soliti criteri che uso e di cui ho parlato qui.

Ma soprattutto mi dispiaceva enormemente non parlare degli altri castelli, di quelli “scartati”, perchè ne ho trovati davvero di curiosi e interessanti, e quindi ho deciso che, per ognuno di essi, realizzerò un post specifico per parlarvi di loro, perchè la loro storia è bella davvero, e merita, dunque, di essere resa nota.

La storia di questo castello e del suo fantasma ci parla di una giovane donna di nome Agata, affascinante fanciulla che prestava servizio presso la corte dei Conti Barattieri, al Castello di San Pietro in Cerro (Pc), nel lontano 1514.

San Pietro in Cerro si trova a 20 km da Piacenza, sul confine tra le province di Parma e Cremona. L’insediamento castellano, costruito sui resti di uno più antico, venne fondato nel 1460 da Bartolomeo Barattieri, giureconsulto e ambasciatore alla corte di Papa Giulio II. La struttura è oggi interamente visitabile (tranne l’appartamento nella torre a sud di proprietà privata della famiglia) e racchiude oltre 30 sale riccamente arredate, due saloni d’onore, le cucine, le prigioni e una biblioteca storica con oltre 2.000 volumi, e un fantasma, il fantasma innamorato per l’eternità, appunto. Agata.

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Agata si innamorò profondamente dello scudiero che prestava servizio al castello, e anche lui ricambiava il sentimento di lei. I due giovani decisero così di coronare il loro sogno d’amore sposandosi, ma il destino beffardo aveva deciso di giocare un brutto tiro ai due innamorati: il conte Bartolomeo II Barattieri, da sempre segretamente invaghito della fanciulla, dopo aver appreso delle nozze venne preso da una sciocca gelosia, e fece pressioni per poter esercitare su Agata il diritto feudale dello ius primae noctis: obbligò Agata a giacere con lui nel suo letto la prima notte di nozze. In questo modo, infatti, voleva almeno per sè la verginità della sposa, dato che il cuore di Agata era ormai di proprietà dello scudiero.

Il giovane scudiero, ferito nell’orgoglio, decise di vendicare l’atto compiuto dal Conte, e durante la notte raggiunse la camera da letto dell’uomo, che nel frattempo, dopo essere giaciuto con Agata l’aveva allontanata in malo modo, e nel sonno lo pugnalò a morte.

Il conte, colpito a morte, ebbe però la forza di urlare a squarciagola, permettendo così alle sue guardie di arrestare lo scudiero. L’uomo, a fronte di un processo sommario, venne giustiziato con impiccagione pubblica in piazza Cittadella a Piacenza.

La giovane Agata si trovò d’un colpo solo depredata del suo amore e per di più coperta di vergogna…così decise di togliersi la vita gettandosi dalla torre del castello.

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Ma non ha mai smesso di abitare le stanze del castello nel quale conobbe il suo unico grande amore e anche la sua rovina: ancora oggi, infatti, il fantasma “eternamente innamorato” come viene definita dimora tra le mura del quattrocentesco maniero, come dimostrano alcuni video e diverse testimonianze di sensitive; Agata appare sempre, molto raramente però, perchè schiva e timida, in concomitanza con un evento nel quale si celebra l’amore puro, ad esempio nelle tante rivisitazioni della Festa di san Valentino che rendono il Castello di San Pietro in Cerro ancora più magico.

Agata si fa sentire in occasioni particolari, in vista di un matrimonio per portare fortuna, quando c’è un’emozione o qualcosa di bello legato all’amore o al bene. Se di fantasma si tratta, è lo spirito di una fanciulla che ancora crede all’amore a prima vista e al per sempre.

Non è una presenza malvagia e spaventosa, come invece potrebbe essere Avalda di Monselice. Non c’è rancore in lei, ma solo la grande tristezza di una giovane fanciulla che non ha avuto il diritto di vivere il suo puro, vero amore.

Però non sono queste le uniche zone in cui è possibile avvertire strane presenze. Il mecenate e collezionista d’arte Franco Spaggiari racconta:

Nei secoli morirono parecchie persone nelle prigioni del castello. Una pietra sul muro, oltrepassato il portone d’ingresso, lo testimonia: reca la scritta di un condannato a morte che invocava “mater”, in caratteri gotici”. Il castello si compone del mastio d’ingresso, che fuoriesce leggermente dalla linea della cortina muraria, e da due cilindrici torrioni ad angolo, a difesa del lato settentrionale. Esternamente sembra, a un primo sguardo, una compatta struttura difensiva, mentre all’interno si apre in una corte quadrata raffinata, a doppio ordine di eleganti arcate. A difendere il lato meridionale è la torre-mastio posta al centro del corpo di fabbrica e dotata di ingresso con ponte levatoio, ed è questo lo spazio che racchiude il “mistero del fantasma”, l’appartamento a sud , il pianerottolo delle scale che separa le stanze private dall’accesso al MIM – Museum in Motion – dove sono raccolte oltre 800 opere d’arte moderna e contemporanea, esposte a rotazione, 120 alla volta. Le tre stanze e il soppalco sono una parte importante del castello, nato come appartamento degli ospiti e in realtà diventate il luogo privato dove mi rifugio quando desidero stare tranquillo immerso nel silenzio, avvolto dalla quiete del luogo. Qui accadono cose speciali. Un castello va vissuto anche così. Poche persone possono accedervi o le hanno viste, proprio perchè sono riservate: è capitato che storici dell’arte, architetti e persino sensitivi abbiamo chiesto di poterle vedere, oltre ad amici e artisti che spesso ospito a San Pietro in Cerro. La camera da letto è collocata esattamente sopra l’ingresso principale del castello, nell’antica torre medievale di difesa, curiosamente a sud, con il sole negli occhi. In origine questa era una stanza per le guardie e lo spessore del muro supera il metro. Proprio lo spessore delle mura renderebbe, secondo alcuni sensitivi, questa ala un luogo particolare che isola le percezioni, le pulisce, le canalizza e le amplifica.

Beh io credo che davvero il castello meriti una visita…non solo per incontrare lo spirito buono e gentile di Agata ma, soprattutto, perchè ne vale davvero la pena!

 

FONTE: www.castellidelducato.it
Si ringrazia, per le foto, l’Ufficio stampa www.castellidelducato.it

 

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