Parlavo giusto ieri del quadro che ritrarrebbe il volto di satana, nella chiesa di san Pietro a Perugia. Sul finire del post, anticipavo che avrei parlato un’opera realizzata, sembra, per evocare direttamente il demonio.

Gli ingredienti di questa “torta” promettono decisamente bene. Un’abbazia, un cimitero oggi semisepolto dalla vegetazione, un affresco, un organo. Il Diavolo. Una musica sconosciuta per evocarlo, appositamente composta. Un demone fatto prigioniero. Un segreto per rivelarlo e rimetterlo in libertà. Ci troviamo a Lucedio, vicino a Vercelli, luogo denso di misteri e stranezze come pochi altri luoghi d’Italia.

Il luogo principe da cui prende avvio tutta la storia è un’abbazia, l’abbazia di Lucedio, costruita nel 1123 dai monaci cistercensi provenienti dalla Francia.

 

Il luogo fu scelto non a caso, poichè Lucedio significherebbe “Luce di Dio“. Eppure per molti secoli questa zona è stata guardata con timore reverenziale, per i fatti che accaddero a fine 1700, e che videro protagonisti i monaci dell’abbazia e le novizie di un convento che si trovava nelle immediate vicinanze. Ancor oggi, chi si trova a passare per Lucedio, non può fare a meno di avvertire un’aura quasi malvagia, una cappa di negatività e di oppressione che sembra ammantare tutto il territorio.

Ma torniamo alla nostra storia, che è più che altro simile a una leggenda, come sempre accade quando il protagonista è l’angelo ribelle, il diavolo. Però in questa storia, leggenda e storia si mescolano e in certi punti vanno di pari passo, perchè i rferimenti storici sono documentati e riscontrabili.

Cimitero di davola (foto di Ercole77 da Flickr)

Narra la leggenda che il 10 settembre 1684 un gruppo di streghe indicessero un sabba, nel cimitero di Darola; durante la veglia attorno al fuoco, il signore del male si presentò, impossessandosi delle menti e dei corpi di alcune di loro. Si dice sia una prassi piuttosto comune, nel corso di questi convegni di streghe… Il diavolo si accorse che proprio lì vicino sorgeva l’abbazia di Lucedio, luogo di pacata e ferrea spiritualità, e decise di soggiogarla al suo potere; per ottenere lo scopo voluto, si insinuò nei sogni delle novizie del monastero di Trino e le plagiò, spingendole a sedurre i monaci di Lucedio. L’intento riucì, tanto che, da quel momento in poi, inizierà un periodo dove i monaci, spinti e guidati dalla forza del maligno, perpetreranno una serie di abusi e violenze ai danni della povere gente sfruttando il loro potere temporale anche per giudicare ingiustamente e torturare. Fino a quando le voci dell’indegno comportamento dei frati non giunsero in Vaticano.
Papa Pio IX diede ordine di secolarizzare l’abbaziaPapa Pio IX diede ordine di secolarizzare l’abbazia, di disperdere i monaci e di sigillare il tutto. Impressionante la serie delle accuse mosse ai frati: si andava dal satanismo allo stupro, alla pedofilia, messe nere, tortura e abusi sessuali di ogni genere.

Alcuni storici suggeriscono però che le accuse furono mosse ad arte: i frati, infatti, attraverso donazioni ed eredità, erano diventati ricchissimi. E il denaro era ovviamente preda ambita. Anche dai poteri “alti”.

Comunque sia, la leggenda narra che alla fine qualcuno riuscì a catturare e imprigionare la forza maligna sprigionata durante il sabba, che fu poi reclusa nelle cripte della chiesa di Santa Maria di Lucedio. A custodia di questa forza infernale furono messi alcuni frati che non subirono alcun influsso diabolico e che, secondo la leggenda, si troverebbero ancora lì sotto mummificati, seduti su troni e disposti in cerchio, a guardia del demonio.

È molto curioso il fatto che negli archivi parrocchiali si troverebbero ancora i racconti degli incubi fatte da alcune novizie proprio nella notte del sabba. Da alcuni documenti dell’epoca, si evince inoltre che le novizie si liberarono delle influenze del maligno utilizzando appositi strumenti detti brevi.

I brevi si usano ancora oggi. Sapete cosa sono e come si confezionano?

Si tratta di sacchettini di tela, all’interno dei quali erano contenuti una serie di componenti, quali immagini sacre, erbe, copie di lettere pastorali, frammenti di reliquie e terra proveniente da santuari. I brevi dovevano essere confezionati in una notte con luna piena; il rito è di tradizione magica risalente ad epoca precristiana. Oggi sono visti come strumenti di culti pagani, poco aderenti alla religione cattolica e mal visti dai sacerdoti, ma nelle zone di campagna o di montagna si usa ancor oggi porre al collo dei neonati, per tener lontani gli spiriti malligni, questi sacchettini di tela grezza. Anche io, a onor del vero, ne possiedo uno che mi fu donato quando ero molto piccola, ma devo ammettere di non averlo mai aperto per vedere cosa contiene. Vengono conosciuti anche come “scapolari”.

Ma torniamo alla nostra storia. Il cimitero di Darola esiste ancora ma si presenta in totale stato di abbandono e degrado. Alcuni sensitivi portati sul luogo affermano che sia infestato da spiriti maligni e ci sia un’alta concentrazione di energia negativa. Infatti gli abitanti della zona evitano quel luogo come la peste.

E che c’entra allora il diavolo, l’abate, l’organo e la musica?

Nei pressi di Lucedio, sulla strada che porta a Trino Vercellese, sorge il Santuario della Madonna delle Vigne, una graziosa chiesetta che fino ad un decennio fa era meta di gite domenicali per il contesto bucolico che la circonda. Tra le decorazioni che si sono conservate all’interno del Santuario di Madonna delle Vigne, proprio sopra al portone d’ingresso, vi è un singolare affresco.

Rappresenta un organo a canne, decorato con due leoni stilizzati che reggono uno stemma sotto ad una corona reale. Al centro di questo disegno è raffigurato un pentagramma, il cui rigo e le cui note sono ancora parzialmente leggibili.

 

Esiste una leggenda legata a questo brano, e all’Abbazia del diavolo, che pochi conoscono.

L’affresco del Santuario della Madonna delle Vigne

Il motivo musicale in realtà sarebbe una musica capace di respingere la presenza demoniaca imprigionata nelle cripte di Lucedio ma, se suonato al contrario, ne consentirebbe la liberazione.

Questa sorta di “sigillo” bivalente è stato analizzato da alcuni esperti di musica antica.

Lo spartito del diavolo

Dopo alcune settimane di studio e di elaborazioni grafiche un’esperta ricercatrice di brani antichi è stata in grado di riprodurre il brano, che si può leggere in due versioni: tradizionale ed inversa.

Dall’ascolto della versione inversa, l’esperta ha notato come la musicalità grave dei primi tre accordi di apertura del brano potrebbero essere le note di chiusura dello stesso, in quanto si tratta della tipologia di sonorità normalmente utilizzata al fine di chiusura di uno spartito.

Di conseguenza la ricercatrice giunge alla conclusione che il brano suddetto possa essere eseguito musicalmente in senso contrario rispetto alla scrittura riportata.

In seguito, eseguendo strumentalmente il brano si può chiaramente constatare la mancanza di una adeguata musicalità. Questi fatti le hanno fatto ipotizzare che il segreto del brano musicale non stesse espressamente nella sonorità ma nel significato della successione delle note.

Nel pentagramma sono presenti dei tranelli, ovvero delle note in più, nascosti tra le righe, che hanno significati simbolici: Dio, nella prima; Fede, nella seconda, e Chiesa nella terza, ovviamente i posti varieranno a seconda della procedura della melodia maledetta.

La completa sonorità è in genere usata nei finali di spartiti, sembra una chiusura, invece a quanto sembra la faccia della verità di tale magia è bivalente, da una parte è chiusura, incatenamento, dall’altra liberazione e quindi un nuovo inizio.

Quindi questa musica servirebbe sia per evocare, sia per imprigionare il diavolo….Ma cosa significano le tre parole che compaiono nella melodia? Che non esiste alcuna melodia capace di evocare il diavolo, e che chiunque provi a interpretare quello spertito, interpretarlo a fondo, si troverà di fronte a tre uniche verità: che per rinchiudere davvero il diavolo serve la presenza di Dio, la Fede in Lui e l’aiuto che solo la Chiesa può dare a ogni credente. Solo in questo caso è possibile imprigionare veramente il diavolo e impedirgli di uscire.

Questa è la mia interpretazione, ma potrebbe anche non essere realmente così. C’è solo un modo per scoprirlo. Suonare quello spartito, che non è impossibile, come testimoniano i molti video su youtube che riportano infatti l’esecuzione.

chi ha coraggio di suonarla?
FONTE: www.teses.net
Foto dal web
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12 pensiero su “L’abbazia del diavolo e i suoi segreti”
  1. Io lo suonerei volentieri, ma…secondo te si può suonare con il flauto dolce??
    Perché non so suonare altro…^^”

  2. Bellissimo articolo, ma non chiedere a me di suonare…, siamo nell’ambito delle vibrazioni…e come credo tu sappia, tutto l’universo è vibrazione….
    Positive o negative…o meglio alte e basse ….udibili oppure no…..il segreto di certe energie…Quando l’uomo non sa, delega i sacerdoti o gli scienziati a scoprire cosa si nasconda…dietro qualche mistero….e nasce la leggenda…
    La superstizione purtroppo acceca la ragione…e non solo…

    1. L’universo è vibrazione poichè i pianeti col loro movimneto generano vibrazioni, tradotte in musica e udite come musica dalla gente…ma solo da chi riesce davvero ad ascoltare…un abbraccio

  3. Articolo molto, molto interessante. Non conoscevo assolutamente questa storia dell’abbazia e dello spartito. Se ci pensi bene (prendendo in considerazione quello che dicono i censori sui dischi che girano al contrario e su presunti messaggi subliminali e demoniaci) siamo nel campo della musica “satanica” ante litteram.
    Mi hai aperto un mondo a me sconosciuto. Grazie mille per avermelo segnalato. è segnalato oggi anche sul mio blog.
    Ciao Donata!

    1. Carisismo Edu, grazie infinite per la tua segnalazione, sono molto onorata di questo. Come ti dicevo sul tuo blog, ci sono altre cose che ho scopreto interessandomi di Lucedio. Sto facendo qualche ricerca per avere materiale il più completo possibile, e a breve pubblicherò qualcosa. Questo è un argomento che affascina molto anche me, e ti posso anticipare che nella storia parlerò di una melodia capace non di evocare il diavolo, ma di poter avere esperienze, diciamo così, extrasensoriali…un po’ come i messaggi sublimilali nascosti in molti brani dei Led Zeppelin…ma in questo caso si parla di esperienze un po’ più drammatiche. A presto 😉

  4. Ciao Lady,
    argomento interessante, mi ha davvero coinvolto.
    Tra l’altro, mi ha anche dato modo di ricordare di alcuni studi che stavo facendo sulle Basiliche di San Pietro a Perugia e dei Frari a Venezia; grazie a te, ora li riprenderò e spero di portarli a termine a breve!

    Buon tutto

    Giuseppe

    1. Ciao Giuseppe, beh sono davvero contenta di questa cosa! Non vedo l’ora di leggere i tuoi studi su MT, attendo! Un abbraccio ^__^

    1. Ciao, scusa il ritardo con cui rispondo. Sì, sia abbazia che cimitero sono perfettamente visitabili, anche se il cimitero è in condizioni purtroppo pietose. Il tempietto invece non credo sia visitabile, è stato chiuso di recente per dei lavori di restauro ma non ho idea se siano terminati e se, soprattutto, l’area sia ugualmente raggiungibile. Non credo, però.

  5. Storie come queste ne esistono a decine in Europa, però sono tutte affascinanti e al tempo stesso riportano indietro a tempi in cui il volto che si dava alla natura era quello del diavolo.

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