Vesuvio: magnifico ma pericoloso!

I VULCANI ITALIANI FANNO PAURA.
Nei giorni scorsi ci eravamo occupati dell’Etna e delle numerose scosse che si erano avvertite, e che avevano fatto lanciare l’allarme di un prossimo risveglio del vulcano attivo più alto d’Europa.
Nonostante le webcam poste a controllo del vulcano mostrino un’attività nella norma, non si può dire che il grande vulcano sia tornato dormiente.
Però, stando a quanto ha affermato nei giorni scorsi la rivista Nature in un articolo poi ripreso dal National Geographic, non tanto all’Etna si dovrebbe guardare, né al vulcano sottomarino Marsilii nè agli altri vulcani sommersi italiani, quanto piuttosto a un vulcano che, sebbene sia dormiente dal lontano 1944, è pronto a risvegliarsi con conseguenze catastrofiche.

IL VESUVIO: BOMBA AD OROLOGERIA PER L’EUROPA INTERA
Il Vesuvio, infatti, potrebbe essere una vera e propria bomba, non solo per l’Italia, ma per tutta l’Europa.
Il vulcano che domina il golfo di Napoli è «la bomba a orologeria d’Europa». Secondo Nature il rischio Vesuvio è sottovalutato, così come lo era l’ipotesi di un terremoto disastroso in Giappone.

La prossima eruzione potrebbe essere peggiore di quanto prevista dal piano d’emergenza. La giornalista Katherine Barnes, autrice del servizio, raccoglie diversi studi e li mette a confronto.

Il cratere del Vesuvio

Il punto di partenza è rappresentato dagli studi del team di Giuseppe Mastrolorenzo, vulcanologo dell’Osservatorio Vesuviano, che assieme ad altri studiosi già nel 2006 indagò sulla cosiddetta eruzione delle Pomici di Avellino, l’evento che circa 3.800 fa devastò l’intera Campania, con effetti ancora più disastrosi della successiva eruzione di Pompei del 79 d.C. Il primo dato riguarda l’area da ritenere a rischio.
La zona rossa comprende attualmente 18 comuni e circa 600mila residenti. Nature mette in discussione in piano di evacuazione e d’intervento. «Quando si appronta un piano di emergenza – sottolinea la rivista scientifica – occorre tener conto anche del cosiddetto “worst-case scenario” cioè del peggiore caso possibile». Ed in effetti l’eruzione del Vesuvio con caratteristiche altamente distruttive metterebbe letteralmente in ginocchio non solo la Campania ma lo stesso sistema nazionale e, di conseguenza, l’intera Unione europea. Nature cita a proposito la teoria dei «cigni neri», vale a dire eventi poco probabili ma potenzialmente devastanti.

SE IL VESUVIO ESPLODESSE?
Ma quali sono gli elementi che creano allarme? Mastrolorenzo e la sua collega Lucia Pappalardo hanno ipotizzato, sulla base di una serie di indagini sismologiche, l’esistenza di una vasta camera magmatica a circa 8-10 chilometri di profondità sotto il Vesuvio; segno di un possibile risveglio violento del vulcano. Lo studio ribadisce la possibilità che i flussi colpiscano anche al di là della cosiddetta «zona rossa», della quale da anni lo stesso Mastrolorenzo chiede l’estensione all’intera area urbana di Napoli, il che imporrebbe un’evacuazione di tre milioni di persone invece delle 600mila attualmente previste.

Nature ha, quindi, interpellato anche i rappresentanti del dipartimento della Protezione Civile che ribattono come il piano di emergenza sia in continuo aggiornamento e che la valutazione del rischio viene compiuta «sulla base delle condizioni presenti del vulcano».

L’eruzione del Vesuvio del 1944

Secondo il vulcanologo Warner Marzocchi dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia «non si può investire tutto in previsione del peggiore evento possibile: la riduzione del rischio deve basarsi su presupposti razionali. Un’evacuazione di tutti i tre milioni di abitanti dell’area urbana di Napoli sarebbe impossibile da gestire». Mazzocchi e i suoi colleghi, segnala Nature, stanno sviluppando una serie di modelli probabilistici che potrebbero aiutare le autorità a valutare la situazione e a decidere le possibili soluzioni in caso di crisi.

Un metodo simile a quello utilizzato dall’équipe di Peter Baxter dell’Università di Cambridge in occasione dell’eruzione avvenuta nel 1997 sull’isola di Montserrat, nei Caraibi. Le previsioni di Baxter consentirono di evitare l’evacuazione dell’intera isola. Per il Vesuvio, Baxter e i suoi colleghi hanno approntato un modello di previsione che tiene conto dei possibili scenari in caso di eruzione.

In base allo studio, un’eruzione media come quella del 1944, con flussi di lava e moderate emissioni di cenere, resta l’evento più probabile.

Qualora il vulcano dovesse risvegliarsi, la probabilità che lo faccia con un’eruzione pliniana, devastante come quelle di Pompei o di Avellino, viene calcolata intorno al 4%. Un simile approccio probabilistico, conclude l’articolo di Nature, sembra l’unico a disposizione di autorità e studiosi, in mancanza di sistemi più accurati per prevedere le eruzioni.

FONTE

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9 pensiero su “Vesuvio: "mostro" pronto a esplodere?”
  1. Ho paura del Vesuvio perché l’esplosione possa arrivare fino a Casal di Principe (Caserta) dove c’e mia nonna zii e zie….secondo voi ci voi ci arriva??rispondete e commentate

  2. Ma 4% è la probabilità di eruzione pliniana rispetto al totale delle eruzioni?
    Beh, bisogna vedere quanto è preciso il modello. Il problema con i modelli è proprio questo, che sono validi fino a un certo punto. E poi 4%, ammesso che sia corretto, può tranquillamente significare che la prossima eruzione sarà pliniana e le successive 24 del tutto innocue (o quasi), così come il viceversa.
    Il worst case scenario deve essere considerato, altrimenti va a finire come a Fukushima.

    1. Sì, 4% è la possibilità di eruzione pliniana rispetto alle altre, e pur essendo una probabilità piuttosto bassa (ma neanche tanto) il rischio di una eruzione devastante c’è. Poi effettivamente bisogna vedere l’accuratezza del modello e degli studi fatti, ma forse troppe persone credono che il Vesuvio sia un vulcano spento, mentre quella zona, oltre al Vesuvio, ha pure i campi Flegrei che non scherzano…e lì non ci dormirei per nulla sonni tranquilli 🙁

  3. Quel misero 4% di probabilità farà dormire sonni tranquilli ai diretti interessati. Sai, mi ricorda le varie sindromi, magari gravi talvolta gravissime, che colpiscono un essere umano su un milione di individui: si sorvola sul fatto che quell’unico a essere colpito potresti essere proprio tu.
    Con la soddisfazione di entrare nella casistica, che con la tua pelle riceve conferma.
    Per sicurezza, pur essendo fuori dall’arcobaleno delle aree interessate, terrò sempre un ombrello d’acciaio a portata di mano; perlomeno i lapilli dovrebbe pararli, purtroppo nella lava non so nuotare.
    (A te è venuta la sindrome delle leggende reali, non hai resistito neanche un giorno per tornarci su; è una di quelle sindromi che colpiscono una persona su sette miliardi, e te la sei beccata).
    Ciau, abbracciu.

    1. Speriamo che rimanga assopito….gattonero mi ha fatto ridere, sulla tua sindrome, aggiungo però che sei brava anche in questi argomenti…
      Abbraccio grande
      Angie

    2. Purtroppo è bravissima soprattutto in questi argomenti. Ci sguazza come un’anatra nel laghetto. La differenza tra il genere ghost che di solito tratta, avvincente, sovente commovente (nel mio caso personale va sul velluto, visto che mi commuovo anche leggendo Topolino), e questa “sindrome”, è che qui, pur essendo più che mai avvincente, non dà spazio alla commozione; è esposizione nuda e cruda, tanto esplicita che al confronto perfino la matematica appare come un’opinione.
      Ogni tanto vorrei essere uno struzzogatto, nascondere la testa nella sabbia, occhio non legge, orecchio non sente e… que serà serà.
      Angie, vengo a trovarti, lascia la porta accostata e non andare via.
      Ciao.

    3. Grazie a entrambi, mi fate arrossire 😀 occhio gattonero, mi paragoni a un’anatra, non è che vuoi mangiarmi?? No è, chè son indigesta, troppo coriacea!!!!!!

  4. Io vivevo a Napoli, e visto da lontano è uno spettacolo meraviglioso….visto da lontano.
    Il problema è che dagli anni sessanta in poi sono mancati chiari piani regolatori, spesso si è costruito abusivamente fino alla zona rossa, quasi fino alle pendici del vulcano. Ora come ora c’è bisogno di piani più attendibili, che tengano conto anche del “worst scenario”

    1. già zietto, ma come sempre avviene, prima ci scappa il morto e poi si interviene. E questo è francamente inaccettabile! Io sul Vesuvio ci sono stata e devo ammettere che è spaventoso :-/

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