Gli ultimi, recenti, tristissimi e dolorosi avvenimenti, mi hanno portata a riflettere sul fenomeno della Morte.

Sorella morte infatti nell’ultimo periodo sta chiedendomi un po’ troppo, mettendo a dura prova i miei nervi…mia nonna, Nerone, il mio piccolino, un caro amico morto a gennaio in un incidente assurdo, due anni fa mio nonno, senza contare altre persone che se ne sono andate, persone cui ero molto legata…insomma, la Morte sta giocando un po’ troppo…

Chi mi conosce sa che lo stesso istante in cui ho aperto gli occhi, la prima cosa che ho visto è stata la morte e certo non sorrideva. Angelo ne ha pagato le conseguenze più importanti, io posso dirmi fortunata.

Chi mi conosce sa cos’ho passato. Chi mi conosce meglio sa che sono testarda più d’un mulo e quando mi metto in testa qualcosa è impossibile togliermelo dalla mente.

Nei momenti di sofferenza ognuno di noi reagisce a modo suo. Chi si sfoga con tutto il mondo, chi piange in solitudine, chi medita, chi urla come un ossesso, chi spacca tutto ciò che trova intorno a sè…
Giusto l’altro giorno passavo in rassegna il mio mazzo di Tarocchi, e osservando gli Arcani Maggiori mi sono soffermata su due carte in particolare.

Una, neanche a farlo apposta, è la Morte. Questa carta mi ha sempre affascinato moltissimo…Un cavaliere, uno scheletro-cavaliere in groppa a un cavallo bianco, mentre passa e distrugge tutto quello che c’è. Il numero di questa carta è il 13, però dal momento che il Matto, che è la prima carta di ogni mazzo di tarocchi, è il numero 0, in realtà la Morte sarebbe il numero 12, ed è questa una cifra che è molto legata a me, alla mia vita…sono nata il 12 aprile, e diversi numeri della mia vita, sommati assieme, danno il 12. Le lettere del mio nome e cognome, sommate, danno proprio 12, così come altri aspetti. Tanti eventi importanti che mi hanno interessata sono accaduti il 12 di qualche mese, per cui posso dire che il 12 è il mio numero.

La Morte poi mi piace. Non mi fa paura, anzi mi affascina, mi incuriosisce, e cerco di capirla il più possibile, per quanto possa essere difficile capirla…ma è proprio cercando di studiare e comprendere ciò che non si conosce che poi è possibile affrontarla, sapendo o quanto meno avvicinadosi a ciò che si sta avvicinando.

La seconda carta che ho tolto dal mazzo è l’Eremita, il numero 9, e anche in questo caso è legata a me…12, cioè 1+2=3, e 9 è 3 per 3, sempre legato al 3…

Ed è proprio come un Eremita che io reagisco di fronte alla morte, o comunque di fronte alle sofferenze: isolandomi, stando il più possibile da sola, e meditando e riflettendo su quello che mi succede.
Può sembrare un atteggiamento stupido, ma ripeto, ognuno reagisce a modo suo, e io so che quando sono di cattivo umore mi isolo, diventando qualcosa di simile a un orso…rispondo a grugniti, a monosillabi, scontrosa al punto da risultare perfino antipatica, ma è il mio modo per metabolizzare, riflettendo, su quanto è accaduto e mi ha fatto soffrire.

Approfitto quindi per scusarmi con gli amici che in questo periodo han tentato di contattarmi e che non hanno ricevuto risposta…vi ringrazio della vicinanza, ma davvero quando sono così è meglio starmi alla larga, potrei risultare davvero antipatica, odiosamente antipatica come ama definirmi Mathias 😉

Così, nella mia sofferenza per gli ultimi avvenimenti, mi sono messa a riflettere sul grande mistero rappresentato dalla Morte. Non che prima non l’avessi mai fatto, dal momento che, se ben guardiamo, l’intero mio blog è incentrato sulla morte o su qualcosa che con la morte ha una stretta affinità, quali sono i fantasmi, ma stavolta ho voluto osservare la Morte da un’altra angolazione.

Mi sono cioè interessata a quei fenomeni, che potremmo inserire nell’ambito della parapsicologia, che potremmo definire come gli “annunci” di morte.

Ce ne sono davvero tantissimi, e ogni cultura ha i suoi: c’è chi identifica lo stridere di un gufo o di una civetta come annuncio sicuro di morte. C’è chi crede che un gatto nero seduto sulla soglia di una casa porti sfortuna, e morte, alle persone che quella casa abitano. C’è ancora chi crede che vedere un raggio luminoso che danza sulla finestra della stanza in cui si trova un ammalato sia sinonimo di morte prossima per quell’ammalato.
Insomma, di curiosità e credenze popolari ce ne sono davvero tante, e ho voluto quindi riassumere in questo post tutte le più importanti, limitatamente al territorio del Nordest dove abito.

Il post che sto iniziando a scrivere avrà una struttura per così dire “itinerante“, perchè di volta in volta aggiornerò l’elenco inserito in fondo mano a mano che parlerò di nuovi elementi. E mi piacerebbe aggiornare il post anche con le vostre segnalazioni, perchè sarebbe davvero curioso, e interessante, scoprire se un particolare fenomeno è tipico solo del Nordest o se magari appartiene a qualche altra Regione.

In Veneto e in Trentino, questi strani fenomeni si chiamano “segnai”, e ne ho individuati (fatalità?) 12:

1) La bala (trad. la pallina).
2) La Bara.
3) Il Martello
4) La Campanella 
5) La Goccia 
6) La Morte che ride
7) L’orologio della morte
8) Il fagotto
9) Segni dal cielo
10) Fenomeni luminosi
11) La mano della morte
12) Gli animali

 

Nei post che seguono affronteremo tutta questa casistica, un po’ alla volta, servendoci di un libro in particolare che considero come la Bibbia di questo genere di eventi: Paranormale e società dolomitica, di Vito Pallabazzer. Un autore che mi sarebbe tanto piaciuto intervistare, ma purtroppo ci ha lasciati, nel lontano 1976…quando io ancora non ero nata.

Grazie al suo testo fondamentale, che mi ha subito colpito per due cose (il colore viola della copertina e gli occhi di gufo disegnati sopra), mi sono appassionata a questo argomento…attraverso questi post, questa serie di post, desidero farvelo conoscere, e apprezzare.

Print Friendly, PDF & Email
20 pensiero su “I "segnai" della Morte”
  1. Da quel poco che è nelle mie conoscenze, la carta dei tarocchi corrispondente alla Morte è una carta positiva, perché indica un rinnovamento, la fine di un ciclo e l’inizio di un altro, un po’ come i trigrammi di passaggio da yin a yang negli I Ching. Sinceramente la mia reazione davanti alla morte, che in questo periodo è andata giù dura anche con me (in 4 anni ho perso i miei genitori, un cugino di 42 anni e uno di 55), è di quasi indifferenza. Un po’ perché io ragiono sempre mettendomi nei panni dell’altro e se una persona smette di soffrire con la morte, sono contento per lei. Un po’ perché ritengo che sia una cosa che fa parte del corso degli eventi e che per quanto mi arrabatti non la potrò allontanare di un microsecondo (ricordi la storia di Samarcanda?). Questo non vuol dire che non soffra per la perdita delle persone care, ma è una sofferenza che, passato il primo momento, viene diluita nel tempo ed è legata a ricordi più che a sensazioni psicologiche. Una persona che non c’è più, per me ormai ha un’altra sua propria vita da qualche altra parte e la correlo a me solo per quello che è stata in vita.

    1. Ciao caro Tim, condivido in pieno le tue osservazioni, la morte in effetti è parte della vita, così come la vita stessa, e accettare la morte delle persone care è un passo in più per non soffrire, o almeno per soffrire gradatamente meno…hai detto giusto, la carta dei tarocchi ha quel significato, davvero affascinante, e a dire la verità ogni carta ha un significato davvero curioso…non sia mai che non ne possa parlare in futuro!

  2. Brava Lady, Sono davvero felice che tu abbia iniziato nuovamente a scrivere, l’argomento come sai bene non mi è nuovo, e affascina anche me.
    Un grande abbraccio
    Angie

    1. Ciao amica mia! Sì ho ripreso, in fondo non avrebbe avuto senso chiudere, un attimo di smrrimento c’è stato ma è presto scomparso, e anzi quel che mi è capitato mi ha dato lo stimolo per scrivere ancora qualcosa di buono, che spero vi piaccia!

  3. Da ateo miscredente ma compagno di una sacerdotessa ho l’idee un pò confuse davanti alla morte… ma perlomeno LA MORTE nei tarocchi significa cambiamento…e per me cambiamento è uguale a miglioramento 🙂 … L’eremita per i miei gusti osserva troppo un pò il passato (interpretazione mia personale)… per la morte fisica ho questa frase stampata in testa che mi hanno detto quando ero piccolo “quando vieni qua al cimitero è riconosci tante facce sulle foto vuol dire che sei vecchio” la mia soluzione e non andare al cimitero 😛

    1. Ciao Atrox, forse mi tirerò dietro una caterba di commenti assurdi, ma…..sono forse l’unico essere umano che si diverte ad andare al cimitero…cioè, divertirsi….diciamo che mi piace come ambiente, passeggiare tra le tombe e osservare le date, i nomi, i luoghi, le foto, la foggia delle tombe, i fiori…insomma mi affascina molto, ma non ci tornerei mai e poi mai dopo il tramonto, specie d’estate……esperienza negativissima al massimo!

    2. bhe diciamo che condivido la tua passione fino che si trattano di cimiteri monumentali e antichi…. se ti riferisci a quelli in cemento armato di oggi assolutamente no…In ogni caso fino a un anno fa abitavo in un ex convento del 1400 quindi probabilmente qualche tomba ci sarà anche stata chi lo sà….

  4. Cara Lady, grazie dei complimenti, ne ho tanto bisogno. Io con la Morte ci vivo accanto e non è che mi faccia tanta impressione. Intanto, alla mia morte non ci sarò, avrò forse l’ultimo sospetto ” cazzo, non starò mica morendo?” Poi sono convinto che si esca da questo corpaccio ( il mio; è stato anche bello ) per ascendere, come dal bruco farfalla.Invece se muoiono le “persone” care ( in cui comprendo gatta Danny e gatta Perla )allora sì, è dura. Ma ci teniamo i ricordi. Non so dirti se ci sarà una riunione di farfalle, alcune piccolette, pelose e con la coda ( farfalla Sofia, per esempio ) .
    Un vivo bacio e complimenti per queste ricerche border line, alla faccia della logica, uffa!Me le leggerò tutte…

    1. Ciao Paolo, spero che le mie ricerche ti piacciano sempre, io ce la metto tutta! Un abbraccio e grazie x il supporto

  5. Se devo essere sincero non mi dispiacerebbe avere la mia personale Banshee che avvisa tutti del mio prox decesso..ma forse pretendo troppo visto che non sono di nobile stirpe!

    1. Una Banshee tutta tua? Uhm, ma avrebbe poi senso continuare a vivere ancora sapendo già cosa ti riserva il destino? A me non ppiacerebbe, sinceramente, ed è per questo che cerco il più possibile di vivere intensamente ogni giorno come se potesse essere l’ultimo…così so che non avrei rimpianti di sorta!

  6. Intanto ‘buon’ ritorno, felice non è il caso.
    Sorella morte è l’epilogo di ogni vita, e di questa è l’unico avvenimento indiscutibilmente democratico che esista. Accettare la morte come sorella della vita è difficile, per me impossibile. Intendo dire la propria vita.
    Quella degli altri, anche la morte delle persone più care, si trova a fianco un fratello, il tempo, che riesce a lenire il dolore, se gli si dà modo di farlo.
    Questo è un post più profondo di quello che forse tu stessa pensi: sia nella parte che ti riguarda personalmente, sia nei primi accenni alla lettura di segnali che ‘potrebbero’ indicare la chiusura del libro.
    Aspetto il seguito.
    Ciao.

    1. Grazie per le tue parole Gattonero, è un post in effetti molto profondo, non mi ero mai addentrata tanto su simili argomenti, è un modo anche per esorcizzare una paura atavica che però non dovrebbe fare tanta paura…
      Spero che i post seguenti dti piacciano, sarà un viaggio davvero particolare

  7. Grazie per questo post. Dimostra che soffri ma affronti con serenità la vita e infondi coraggio a tutti quelli che ti leggono, nonchè meraviglia, perchè io davvero mi chiedo come tu possa reagire con (apparente) calma a tutto ciò…dimostri un distacco e una freddezza mirabili…insegnamelo per favore!
    Bel post ad ogni modo, sono curioso di leggere questi segnali di cui parli, credo ci riserverai delle belle sorprese, lady!

    1. Ciao Thias, grazie a te, non è distacco nè freddezza anche se può sembrare, forse qualcuno potrebbe obiettare che a me non me ne frega nulla di quanto è successo perchè sto qua a scrivere, e difatti un messaggio ricevuto poco fa questo diceva, ma io credo che ognuno reagisca a modo suo, io reagisco scrivendo e buttando fuori quello che ho dentro, ed esorcizzando quel che mi è successo scrivendo, scrivendo a più non posso…spero che qualcosa arrivi!

      Sì sto scrivendo qualcosa di diverso rispetto alle cose scritte in precedenza, un lavoro di pazienza e svolto sul campo, come dev’essere e come PS è sempre stato…avrò bisogno anche del tuo aiuto, dunque nn scappare! Grazie di cuore <3

  8. Mah ! vorrei dire che il sentimento religioso della morte come momento negativo e punitivo è soprattutto cristiano. Se guardiamo invece al ciclo vitale, vediamo che da morte nasce vita.
    Ed è lì che dobbiamo tornare. Con serenità se non con gioia. Ogni cosa ha un inizio ed una fine. Inclusi tutti noi. Come affrontiamo l’ultimo viaggio dipende da come abbiamo vissuto e da quanti rimpianti ci portiamo appresso.

    1. Grazie delle tue belle parole Sole, sono d’accordissimo con tutto ciò che scrivi, la morte dà origine alla vita, la vita alla morte, è un ciclo continuo e fa parte di ogniuno di noi, per questo dico che non mi spaventa…tutto ciò che non mi uccide mi rende più forte si dice, e io aggiungo che ciò che non mi spaventa perchè riesco a conoscerlo non mi può più far del male…grazie!

Rispondi a LadyGhost Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

* Questa casella GDPR è richiesta

*

Accetto

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

error: A questo blog non piace il copia-incolla!