Nuova tappa in un’isola della laguna veneta. Dopo aver parlato di Poveglia e della sua fama sinistra di isola maledetta, dopo aver toccato (metaforicamente) i lidi ombrosi e misteriosi di san Secondo, dopo aver fatto una tappa a Sant’Ariano ed esserci avventurati nell’intrico di rovi, serpenti e ossa che la ricopre, eccoci a un nuovo isolotto misterioso della Laguna, un’isola poco conosciuta, ma con una storia misteriosa da raccontare.

Campana, posta molto al di fuori dei percorsi principali che si fanno col traghetto o il vaporetto nella Laguna veneziana, è un isolotto di circa 5000mq situata in mezzo a dei bassi fondali, a Nord–Ovest degli Alberoni e a Sud–Est del Tronchetto.

Viene conosciuta anche come isola dell’ex batteria Podo, o ancora come Forte di Sopra, poichè era una delle sette batterie che sin dai tempi della Serenissima costituivano un sistema difensivo basato su dei piccoli fortilizi.
Questa piccolissima isola, che è di proprietà privata, vede infatti la sua costruzione nel periodo Austriaco: doveva servire come batteria per la difesa di Venezia, ma successivamente fu del tutto abbandonata e ora le poche tracce rimaste delle costruzioni sono coperte di rovi intricati e impossibili da superare.

Notizie più dettagliate sulla sua storia possiamo trovarle in andrenis.it, che ci spiega come fino al 1883 tutte le batterie della laguna erano in terra con bastioni, polveriere e casermetta, mentre dal 1900, grazie all’analisi di documenti del Quartier Generale Austriaco di Vienna, si rileva l’esistenza di due tipi di batterie in terra di dimensioni poco diverse ma di identica forma (sette lati corti che definiscono la forma semicircolare ed un lato lungo) con i profili, la casermetta, le polveriere, mentre le sponde sono protette da una scogliera artificiale.
Campana, ad esempio, venne trasformata nel periodo della prima Guerra Mondiale in una batteria a difesa della città di Venezia.  Lungo il lato aperto, si notano i resti di una pavimentazione in cotto ed alcuni tratti di fondazioni che molto probabilmente sono vestigia del vecchio ridotto, mentre sul lato settentrionale buona parte del terrapieno è crollato.

Eppure, come quasi tutte le isole della Laguna veneta, anche quest’isola ha un mistero ben nascosto.

Si dice infatti, e a dirlo è una leggenda popolare ben radicata nel territorio, di cui ci parla Alberto Toso Fei nel suo Misteri della laguna e racconti di streghe, che quest’isola fosse abitata da un cane enorme, una bestia nera, feroce e molto aggressiva, con due occhi gialli e tondi, che apparendo di notte impediva a chiunque di sbarcare sull’isola.

Ovviamente faceva la guardia a Campana, ma a cosa, o meglio a chi facesse la guardia è difficile saperlo.

Vi furono dei temerari che pure si avventurarono sull’isola, di giorno, alla ricerca di tracce del cane infernale, ma non riuscirono a trovare nulla, e oltretutto l’intrico dei rovi era così fitto da non permettere un’adeguata ispezione. Si dice soltanto che il cane apparisse sull’isola, di notte, con i suoi occhi gialli, abbaiando furiosamente per tener lontano l’incauto viaggiatore che si fosse trovato, suo malgrado, in rotta con Campana, impedendogli di metter piede sull’isola.

Il cane, secondo la leggenda, faceva la guardia a un immenso tesoro che sembra esser stato sepolto da qualche parte nel territorio di Campana. Il tesoro, però, era un tesoro di inestimabile valore, e di dubbia provenineza, tant’è vero che si dice che il cane altri non fosse che Cerbero, il mitico cane infernale a tre teste, mandato su Campana direttamente dal diavolo in persona a far la guardia a qualcosa di molto prezioso.

Alcuni dicono che il tesoro fosse costituito da gioielli, pietre preziose, oggetti rari ed inestimabili portati lì da qualcuno e poi sepolti.

Altri invece, menzionando appunto il diavolo, dicono che Campana divenne l’ultimo rifugio per qualcosa che al diavolo interessa più di qualsiasi tesoro terreno: le anime di bambini morti prematuramente. Ma questo non è dato saperlo, e parlando di anime di bambini viene in mente un’altra terribile storia, che riguarda la costruzione della Basilica di Santa Maria della Salute a Venezia.

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16 pensiero su “L’isola del tesoro e del guardiano infernale: Campana”
    1. uffyyyyy ma perchè io non li sogno mai??? ho sognato che camminavo sulle uova e le rompevo tutte…ma si può?! Voglio Cerberoooooo!!

  1. Mantenere un cane con tre teste, tre gole e tre stomaci , mi sa che costa un capitale. Ecco che fine ha fatto il tesoro. Io comunque non avrei certo il coraggio di andare a controllare.
    Venezia è sempre più pregna di misteri; oltre all’utile anche il dilettevole.

    Un abbraccio

    1. Ma dai su Granduca, che Granduca sei? In quel di Moletania non avete abbastanza denaro per quel povero cucciolotto? 😉

    1. Non avevo dubbi, ma non sono ancora riuscita a fissare un appuntamento con lui, appena ne so qualcosa ti avviso! 😉

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