L’ultimo post di Nick ha suscitato in me una certa vena compositiva.
Provo anche io a comporre qualcosa per il concorso UNO SQUILLO DA LONTANO di McNab.
Vediamo un po’ se ci ho azzeccato ^__^
Il telefono squillò, interrompendo il mio sonno. Svogliatamente presi la cornetta, bofonchiando un “pronto”.
Una voce fioca giunse dall’altro lato dell’apparecchio. Una voce ostile, nervosa, aspra e dura.
«Eccoti, assassina!» balzai a sedere sul letto. «Sì, hai capito bene. Assassina. Ti nascondi dietro parvenze di brava ragazza, bella, diligente, perfetta bancaria. Neanche trent’anni, e hai una famiglia perfetta, marito avvocato, tre bambini, bella casa, bei vestiti, bella macchina. Ma nessuno sa che sei un’assassina. Nessuno tranne me»
«Senta, se è uno scherzo…» provai a dire, ma la voce mi interruppe.
«Per colpa tua, ho trascorso una vita di continua sofferenza. Ho ventinove anni, come te, ma sono sola e gravemente malata. Per anni ho vissuto del mio corpo, sette aborti, violenze, soprusi. Adesso sono qui in un letto d’ospedale. Il mio cuore mi sta abbandonando, tra poco vedrò solo il Buio, niente altro. Per colpa tua».
«Cosa…non capisco!».
«Capirai, oh, capirai. Il tuo cuore adesso è sano, ma così non sarebbe dovuto essere, se le cose fossero andate diversamente! Tu vivi nella casa dove avrei dovuto vivere io! Tu vivi la mia vita, per uno scherzo del destino sei ciò che dovevo essere io, mia cara! La cicatrice sul tuo petto, dove ti hanno operato al cuore, ce l’ho anche io. Perché io sono te! Allo stesso modo, io sono esattamente ciò che tu avresti dovuto essere: sola e in punto di morte, certo, ma almeno non assassina!».
«Basta, ti prego!» gridai.
«Fa male la verità, vero? Ma il povero Angelo, che colpa aveva? Se avessi aspettato, lui non sarebbe morto. Sarebbe vivo, avrebbe un cuore sano: pochi minuti di ossigeno in più avrebbero salvato la sua vita. Invece hai voluto tutto, volevi essere la prima, e così hai ucciso!». Tremavo, mentre piangevo.
«Come sai del mio gemello?».
«Te l’ho detto! IO SONO TE! Lui è morto per colpa tua, per la tua fretta. Sei nata prima tu, lui è rimasto dentro, pochi attimi gli sono stati fatali. Hanno salvato te, non potendo far nulla per lui. SE invece tu fossi nata pochi minuti dopo…lui sarebbe vivo, mentre tu saresti al mio posto. Ora rifletti: è meglio esser puttane moribonde ma oneste, o ricche rispettabili ma assassine?».
«Perché mi fai questo?»
«Per farti conoscere quale sarebbe stato il tuo destino se le cose fossero andate diversamente! Tu saresti confinata qui, avresti sofferto tutto ciò che ho subito, ora staresti morendo, ma in pace!».
«Cosa…dove ho sbagliato?»
«Oh, sei semplicemente nata! Quel 12 aprile di 30 anni fa avevi fretta di ammorbare il Mondo con la tua spregevole e falsa gentilezza, mentre lui rimase lì, soffocando nel tuo sangue. Il cuore poi lo abbandonò, ma la storia la conosci, no? Lui è qui con me adesso, mi sta accompagnando in Cielo, perché ormai è giunta la mia ora, ma prima vuole che ti riferisca un messaggio. Salderai il tuo debito il 21 dicembre 2012».
«Perché? Cosa succederà?».
«Nulla. Morirai. Come tutti sulla Terra». Rabbrividii. 21/12/2012. Apophis. Asteroide. La fine del mondo.

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7 pensiero su “Una telefonata nella notte: nemesi”
  1. @MIsia: grazie grazie 😉 guardo nella mia sfera d cristallo e ti dico che vedo…oh, già che sciocca, tu lo sai già meglio di me! ^__^

    @Ariano: eheheh sì sn una new entry, sai com’è, sn ancora troppo poco conosciuta e immagino di essere l’unica femminuccia in gara….pink power! ^____________________^

  2. Brava! Veramente bello…e sei riuscita a tirare in ballo pure il 2012!

    ps.A parte ” l’assassina”…hai descritto il mio futuro ideale!!! Soprattutto a riguardo di una sistemazione lavorativa stabile prima dei 30 anni!

  3. @Nick: ciao zio! Grazie ^__^ sì, ho segnalato il post, ora incrocio le dita, pure quelle dei piedi, e speriamo bene!

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