Venezia è indubbiamente una città magica, che però nasconde tanti segreti.
Più volte nel blog ho parlato di misteri che riguardano Venezia, ho parlato di ponti e misteri svelati, ho narrato di nitriti misteriosi e di palazzi con strane statue, ho parlato di fantasmi e case stregate.
Oggi voglio affrontare un tema che già in parte è stato affrontato nel blog della mia amica Angie, ma vorrei approfondire un po’ la questione presentando alcuni particolari che ho scovato sia su internet che su alcuni testi letti.
Oggi parleremo di Ca’ Mocenigo Vecchia e del suo fantasma.

IL PALAZZO

Palazzo Mocenigo, Venezia

Palazzo Mocenigo fu costruito nel 1500, e presenta, come molti edifici veneziani due facciate, una sul canale ed una sulla salizada, che in questo caso sono pressochè identiche.
Se vi state chiedeno cosa sia la salizada, in parole povere è una calle, che ha il pavimento selciato fin dai tempi remotissimi. Il nome le distingue dalle calli normali (a Venezia ci sono infatti Calli e Salizade) che in origine erano in terra battuta.
La facciata sull’acqua ha uno zoccolo in bugnato e una delle ali del Palazzo si presenta con un’altezza inferiore, rendendo l’impianto assimetrico. Alvise Nicolò, ultimo Mocenigo, donò nel 1945 il Palazzo, gli arredi e l’archivio in esso contenuto al Comune di Venezia, perchè assieme al Museo Correr potesse ospitare una galleria d’arte. Attualmente, il palazzo ospita il Centro Studi di Storia del Tessuto e del Costume.

Ca’ Mocenigo Vecchia

A un solo palazzo di distanza da Ca’ Mocenigo sorge un secondo palazzo, costruito nel Quattrocento sempre dalla famiglia Mocenigo, palazzo che fu poi abbattuto e ricostruito da Francesco Contin attorno al 1623, e che nella sua struttura architettonica presenta spiccate caratteristiche di stile gotico. Potete trovare una ricca galleria di immagini del palazzo e dei suoi interni nel sito internet di Sotheby’s.
In questa struttura semplice e lineare, numerosi sono gli ospiti illustri che vi soggiornarono, fra i quali ricordiamo Giordano Bruno, il poeta Thomas Moore e Lord Byron, che qui scrisse i primi due canti del Don Juan (come ricorda la lapide affissa sulla facciata dell’attiguo palazzo). Il palazzo in questione è noto come Ca’ Mocenigo Vecchia, ed è proprio qui che ci porta la storia di oggi.

LA STORIA

Un’inquietante tradizione vuole che Ca’ Mocenigo Vecchia sia visitata dal fantasma, in eterna ricerca di giustizia, di un illustre eretico, suo antico ospite: Giordano Bruno.

Le vicende del sacerdote originario di Nola sono infatti strettamente legate a Venezia e in particolare alla dimora del patrizio Giovanni Mocenigo in campo San Samuele, che ospitò il filosofo. Giodano Bruno, entrato nell’ordine domenicano nel 1565, oltre alla teologia curava interessi per la mnemotecnica, le dottrine ermetiche e neoplatoniche, l’occultismo e la magia, e proprio a causa di questi suoi studi così poco ortodossi fu tenuto sotto controllo dai superiori, di cui più volte si attirò i richiami per l’eccessiva libertà di pensiero.

Nel 1576 subì un processo, rimasto però in sospeso per il suo allontanamento da Napoli. Risulta poco chiara, alla luce di questa sua fuga così repentina, la ragione per cui il teologo abbia accettato di ritornare in Italia. Forse confidava nella liberalità della Repubblica veneta, coltivando l’illusione di poter vivere e insegnare in terra veneziana senza subire persecuzioni.
Nel marzo1592 Giordano Bruno giunse a Venezia, e si stabilì in casa Mocenigo, ospite del patrizio che voleva apprendere le arti della memoria e altre discipline magiche.

Tuttavia, il rapporto con Mocenigo fu difficile ed ebbe un esito tanto imprevisto quanto tragico. 

Col passare del tempo, non notando alcun miglioramento nelle proprie capacità esoteriche, Mocenigo, invidioso dei poteri del suo maestro, lo denunciò alle autorità veneziane. Il 23 maggio 1593 presentò infatti all’inquisitore di Venezia, che allora era Giovan Gabriele di Saluzzo, una denuncia scritta che conteneva imputazioni gravissime nei confronti del maestro.
Accusò Bruno di blasfemia, di disprezzare le religioni, di non credere nella Trinità divina e enlla transustanziazione, di credere nell’eternità del mondo e dell’esistenza di mondi infiniti, di praticare arti magiche, di credere nelle metempsicosi, di negare la verginità di Maria e di non credere nelle punizioni divine.
Quella stessa sera, Giordano Bruno venne prelevato dalle guardie dalla casa di Mocenigo (che l’avava fattto incatenare e rinchiudere nel solaio, guardato a vista da tre servitori), arrestato e portato nelle celle dell’Inquisizione di Venezia, che si trovava in San Domenico a Castello, nell’attuale via Garibaldi.
Ora questo carcere non esiste più. In carcere, Bruno divise la cella con atri sette detenuti, che non esitarono ad accusarlo a loro volta, in sede processuale.

Giordano Bruno al rogo

A Venezia Giordano Bruno negò con forza ogni accusa che gli era stata mossa, confidando che gli inquisitori non potessero essere a conoscenza di tutte le sue pratiche e teorie.
L’Inquisizione romana chiese però la sua estradizione, e così Giordano Bruno, nel febbraio 1593, fu rinchiuso nelle carceri del palazzo del Sant’Uffizio a Roma, raggiunto da nuovi e gravi capi d’imputazione. Qui venne infatti arrestato con l’accusa di stregoneria.
Il processo romano si protrasse per sette lunghi anni, e pur sotto tortura, Bruno non rinnegò mai i principi dlela sua teoria. Dopo aver dichiarato per l’ultima volta di non aver nulla di cui penstirsi, ascoltò impassibile la sua sentenza di morte: fu riconosciuto eretico, impenitente e recidivo, e condannato al rogo secondo la formula “Vivus in igne mittatur” (Sia gettato vivo nel fuoco).
A piazza Carupo de’ Fiori, all’alba del 17 febbraio 1600, sette frati eseguirono la condanna: lo spogliarono, lo legarono al palo e gli serrarono la lingia con una mordacchia di legno perchè non bestemmiasse. E appiccarono il fuoco.

IL FANTASMA

Tanto terribile fu il supplizio del monaco, che ancora oggi, nella notte in cui ricorre la sua morte, il fantasma del frate ritorna e si manifesta con fenomeni paranormali legati all’acqua, quella stessa acqua che quattro secoli prima avrebbe potuto spegnere le fiamme del rogo che lo uccise tra atroci sofferenze. Cosa avviene? Guasti improvvisi alle tubature, rubinetti che si aprono inspiegabilmente da soli, viti che si allentano, spandimenti e allagamenti. Tutti eventi che ci segnalano la presenza del fantasma.

Ca’ Mocenigo Vecchia, dove apparirebbe il fantasma.

Talvolta, nel corso dei secoli, lo spettro del monaco filosofo si è manifestato anche con delle apparizioni, e su queste apparizioni c’è un curioso aneddoto. Sembra infatti avvolto nel mistero il fatto che Giordano Bruno scelga di apparire solamente a  donne, e non proprio nel fiore degli anni: il fantasma si rivela infatti solo a quelle con più di ottantacinque anni.
Il fantasma si manifesta sotto forma di volto incendiato alla finestra superiore destra della casa nella quale dimorò, e che, si dice, l’abbia ospitato gli attimi immediatamente precedenti la sua cattura da parte dell’Inquisizione. 

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13 pensiero su “Il fantasma di Ca’ Mocenigo”
  1. Sono la fiera portinaia di alcuni palazzi antichi gestiti dal comune di Venezia, tra cui il mocenigo. Avendo avuto a che fare con le signore delle pulizie che, come me, restano fino a tardi e chiudono questi inquietanti antri pieni di storia, mi è stato raccontato un episodio da una di loro. Pare che un paio di anni fa, nel mentre delle sue faccende di pulizia, una signora di mezza età (non ultraottantenne però) abbia visto passare alla finestra la faccia di uno vestito in abito seicentesco o giu’ di lì. Scappando impaurita, ha visto formarsi una bruciatura sul pavimento, a forma di mano molto poco umana. C’è chi dice sia a forma di zoccolo…ci sono stati testimoni che hanno assistito alla scena e l’impronta è ancora lì. Che dire..siamo tutti così suggestionabili o cosa? Di sicuro l’ambientazione non aiuta a stare tranquilli. Spero di riuscire a chiudere senza problemi stasera! Ciao a tutti.

    1. Buonasera, vorrei se possibile chiederle di essere contattata, stiamo girando un documentario sui misteri di Venezia e dei testimoni oculari ci sarebbero decisamente utili, se ne conosce alcuni come questa signora mi contatti pure, grazie

  2. Rimango allibito. Non sapevo che questo palazzo nascondesse un fantasma. Grazie per averlo reso noto.
    Marco

  3. @K. ma grazie! chissà chi ci sarà dietro quella K. ;))))
    Felice di ritrovarti 😉 un abbraccio 😉

  4. @7di9: grazie infinite, G.B. è un perosnaggio che mi ha sempre affascinato mltissimo, scrivere un post a lui dedicato mi sembrava il minimo….il prossimo che “sezionerò” sarà Ezzelino da Romano 😉

    @CountZero: grazie a te! tranquillo, i post da lì nn scappano, e anzi sto andando un po’ a rilento x colpa del lavoro 🙁

  5. @Angie: grazie infinite carissima amica! vedi? Il mistero appassiona e rende quasi schiavi 😉

    @Artemisia: ti ringrazio, in effetti ogni post racchiude alcune ore (per nn dire giorni) di ricerche, ma io sn fatta così, mi piace andare a fondo delle cose!

  6. Sei bravissima e hai davvero tanta passione per questi temi sul mistero, grazie di avermi linkato effettivamente è vero mi sento molto in sintonia con te.

    Ciao e grazie e continua così…

    Affettuosamente
    Angie Ginev

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