grafstift_sarajevo Uno dei filoni del blog che sta avendo più successo, oltre a quello sui fantasmi e sui malefici, è indubbiamente quello legato agli oggetti infestati. Oggi voglio rimpinguare la serie di post dedicati a questa tematica parlando di un altro oggetto maledetto, legato indissolubilmente alla storia dell’umanità.

Partiamo da una data ben precisa: 28 giugno 1914.  Sono certa che molti avranno già capito a cosa mi riferisco, visto che questa è la data individuata con lo scoppio della prima guerra mondiale.
L’Arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d’Austria-Ungheria, insieme alla moglie Sophie Chotek von Chotkowa si reca a Sarajevo in visita ufficiale, proprio in occasione festa nazionale serba. Per il suo tragitto tra le ali di folla festante che accoglie l’arrivo dell’Arciduca, Francesco Ferdinando ha scelto una vettura che sia il più possibile rappresentativa della sua condizione di reale, per lasciare di stucco la popolazione… e chiede al conte Franz Harrach di prestargli il suo ultimo acquisto: una “double phaeton” (a doppia fila di poltrone), vettura costruita dalla viennese Graf & Stift, azienda automobilistica fondata pochi anni prima. Una macchina a quattro cilindri e trentadue cavalli, capace di ospitare fino a sei persone a bordo. Tutto sembra andare per il verso giusto, con la gente festante che applaude al passaggio della vettura, quando un giovane studente serbo si fa strada tra la folla e raggiunge la vettura dell’Arciduca, salendovi. Il suo nome è Gavrilo Princip, e sotto la giacca nasconde una pistola. Ed è con quell’arma che uccide l’Arciduca e la reale consorte.

schermata-2016-10-13-a-10-29-50Quest’episodio, così, diventa la scintilla per lo scoppio della prima Guerra Mondiale, una delle più colossali stragi della storia dell’umanità.

Ma cosa c’entra la macchina di Francesco Ferdinando con la sua morte? Forse la vettura era stata vittima di un incidente precedente? forse aveva investito e ucciso qualcun altro prima che l’Arciduca la usasse? NO. Il segreto sta tutto nella sua targa. “A III 118”.  Queste cifre potrebbero essere interpretate in questo modo:  (A) > “armistice”;  (II) > giorno 11; (I1) > mese di novembre; (18) > anno 1918. E l’11 novembre 1918, esattamente alle ore 11:00, venne formato l’armistizio che pose fine alle atrocità della guerra.

Tutto finito. Neanche per sogno, perchè la macchina, che era stata silenziosamente nascosta, improvvisamente ricompare. Con ancora, pare, le macchie di sangue dell’Arciduca Francesco Ferdinando a far bella mostra di sè sui sedili.
E a voler che la vettura venga rimessa su strada è il neoeletto governatore della Jugoslavia, che decide di guidarla personalmente… e alla sua guida commette ben quattro incidenti, che oltre ad aver provocato altrettanti morti gli provocano anche la perdita del braccio destro, rimasto schiacciato nell’ultimo incidente.

Il governatore allora inizia a credere che quel che si dice sulla macchina, che sia un’automobile maledetta, stregata e chi più ne ha più ne metta, e pensa di distruggere l’auto…interviene però un suo amico, che fa di tutto per avere la vettura… e la guida, fino a quando un mattino viene trovato privo di vita, schiacciato dal peso del veicolo che era uscito di strada. Che la macchina sia stregata, a questo punto, appare chiaro anche ai più scettici, ma c’è ancora qualcuno che vuole tentare la sorte…e così la vettura è acquistata da Simon Mantharides, un gioielliere di fama e collezionista di oggetti di antiquariato. Anche in questo caso, però, la maledizione si manifesta: Simon non muore a bordo della vettura, ma si suicida poco dopo averla comprata, per ragioni che rimangono sconosciute.

La Graf & Stift poi passato nelle mani di un altro collezionista, un medico di successo che nel giro di una notte ha cominciato a sperimentare gravi problemi economici e a perdere i pazienti. Così anche il medico si convinse che la macchina davvero era portatrice di sventure, e la vendette a un broker svizzero, che morì pochi giorni dopo l’acquisto, schiantandosi per l’eccessiva velocità con cui viaggiava.

La macchina torna poi da dove tutto è iniziato, a Sarajevo. Qui viene acquistata da un agiato e facoltoso proprietario terriero, che conosce alla perfezione la leggenda che aleggia attorno alla macchina… l’uomo la sta guidando, percorrendo tortuose stradine di campagna, quando l’automobile si blocca improvvisamente. Un vicino vede la scena, e accorre col trattore, per trainare l’automobile e ripararla, ma per qualche inspiegabile ragione la macchina si mette in moto da sola, e travolgem uccidendoli, i due uomini che la stavano trainando. L’automobile maledetta proseguirà, dopo il duplice omicidio, la sua corsa, cadendo in un burrone. Ma se pensate che con la caduta la sua sete di sangue si sia finalmente placata, vi sbagliate…perchè a salvare l’automobile ci pensa Tiber Hirshfield, che possiede un’attività di noleggio auto, e saputo il destino della Graf & Stift si è procipitato al luogo dell’incidente, ha recuperato l’automobile, l’ha restaurata e rimessa a nuovo, poichè quella piccola Rolls Royce d’Austria sembrava perfetta per essere usata in matrimoni e feste di gala… ma ovviamente sull’automobile aleggia la triste fama di cui ben sappiamo, e Tiber pensa che uno dei modi per spezzare l’incantesimo sia….ridipingere la vettura… che infatti viene riverniciata di un bel azzurro cielo… 

giubba_sarajevoTutto sembra filare liscio, adesso, per la Graf & Stift, fino a quando un giorno Hirshfield decide di recarsi a un matrimonio a bordo della vettura, accompagnato da cinque amici… mentre cercava di passare una lunga fila di auto incolonnate, la vettura misteriosamente è andata fuori controllo e si è schiantata. Quattro dei cinque occupanti della vettura sono morti sul colpo. Hirshfield, che la guidava, rimase quasi decapitato.

Da questo momento in poi la storia dell’automobile maledetta è intrecciata con il Museo di Storia Militare di Vienna, dove è stata portata, restaurata, e messa in mostra, con accanto la giubba indossata da Francesco Ferdinando al momento della sua morte, ancora macchiata di sangue.

È interessante notare che, durante la seconda Guerra Mondiale, questo museo è stato pesantemente bombardato dagli aerei alleati, e gran parte della sua preziosa collezione andò distrutta. Tra i reperti andati persi, si vocifera ci fosse anche la famigerata Graf & Stift…

fine della maledizone? No. Perchè in occasione del centenario dello scoppio della Grande Guerra, l’automobile maledetta fece la sua apparizione, fresca di restauro, al Museo di Storia Militare di Vienna.

Ed è lì ancora oggi, dove si spera rimanga ancora per molto, a motori rigorosamente SPENTI!

C’è un’altra macchina considerata maledetta…ma di questo parleremo un’altra volta…

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2 pensiero su “Graf & Stift, l’automobile maledetta”

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