Non ho certo scelto un buon momento per sospendere la pubblicazione del blog…avevo da poco toccato record di visite, superato un milione di visitatori…e mi sono fermata.
Non sto qua a dire il motivo, chi mi ha seguita finora anche sui social sa benissimo a cosa è dovuta la mia sosta… ma credo sia giunto il tempo di riprendere a scrivere.
Lo faccio con un post che, nei miei  intenti ha lo scopo di “esorcizzare” le mie paure, cercando di superare il “blocco” che prima o poi tocca tutti gli scrittori… e con questo post voglio descrivere luoghi geograficamente vicini a dove la “causa” della mia sosta per lungo tempo ha vissuto. Andiamo in Puglia, non nel barese, che pure avrebbe un paio di luoghi di cui voglio raccontare, che riproporrò attingendo direttamente agli scritti inviati da chi quei luoghi ha visitato in prima persona (e che per il momento non mi sento emotivamente in grado di riprendere in mano). Siamo nel salentino, a Lecce, in una città che si chiama Calimera.

Chiesa di San Vito, Calimera (LE) [Wiki]

Qui, nei pressi dell’antico Bosco, in località Malakrito, si trova l’antica pieve di San Vito, che conserva al suo interno non la statua del Santo cui è vocata, ma un oggetto davvero curioso e interessante.
Altro non è che un grosso masso di calcare, che ha la peculiarità di avere un grosso foro, proprio nel mezzo.
La pietra non è stata posata lì: sembra emergere direttamente dal pavimento.
La tradizione prevede che ogni lunedì di Pasqua la gente ci passi attraverso, in un rito cristiano (o forse meglio pagano), secondo cui chi riesce nell’impresa ne esce purificato, nasce a nuova vita, pronto per una nuova avventura.
Di per sè non sarebbe difficile attraversare un foro, se non fosse che l’apertura è davvero molto stretta (solo 30 centimetri), e si potrebbe pensare che solo persone magre o bambini riescono nell’impresa…in realtà, per una strana e misteriosa proprietà, il buco si adatterebbe alla “stazza” della persona per permettere a chiunque di oltrepassarlo.

Il monolite d’epoca precristiana è chiaramente vocato a rituali pagani che vogliono propiziare la fecondità: il gesto semplice (ma complicato) di oltrepassarlo avrebbe infatti trasmesso alla persona che compie il passaggio lo stesso potere fertile della Terra, poichè nel gesto dell’attraversamento si va ricreando l’uscita dall’utero femminile nel momento del parto.


calimera2A causa del suo diametro stretto, si richiede un grande sforzo per attraversarlo, lo stesso che serve nel momento della nascita, quando il bambino spinge con tutte le sue forze per nascere e la madre lo aiuta con con le spinte uterine.
Le persone che passano attraverso la pietra raccontano di sensazioni strane e inspiegabili, di forze misteriose che penetrano nel corpo degli “oltrepassati”, rasserenandoli e tranquillizzandoli.
Si dice anche che, in passato, soprattutto le persone più giovani passassero attraverso il foro, e quando lo facevano, tutte le inibizioni cadevano e tutti si sentivano più tranquilli, più liberi…così, per continuare la festa del giorno del Lunedì dell’Angelo, dopo il passaggio attraverso la “pietra del foro”, ragazzi e ragazze iniziassero a danzare, per poi andare a concludere la festa nel vicino Bosco di Calimera, luogo che anticamente abbracciava tutta la zona, e al cui interno si trovava la pietra, prima che vi si costruisse sopra la cappella dedicata a San Vito, inglobando il monolite pagano nel tentativo di dargli una parvenza più cristiana.
E quando la festa del Lunedì dell’Angelo finiva e i giovani facevano ritorno dal bosco, nove mesi più tardi si potevano vedere i frutti del passaggio nella pietra forata, che assumeva dunque anche la valenza di pietra della fertilità.

 

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6 pensiero su “La pietra della fertilità di San Vito a Calimera (LE)”
  1. Non ci crederai ma proprio stamattina mi stavo chiedendo che fine avesse fatto la mia ghost-hunter preferita… Bentornata!
    Ho visto una cosa del genere nel 2012 nel corso del mio viaggio in Giappone. Nella città di Nara, antica capitale del paese, c’è il Todai-ji, un grande tempio che contiene la più grande statua indoor del Buddha. Alla base di una delle colonne portanti del tempio c’è un foro strettissimo dove i visitatori fanno la coda per tentare di passarci attraverso. Si dice che chi riesce nell’impresa riceverà l’illuminazione (i bambini ci riescono tutti, i grandi… beh, quelli un po’ meno).

  2. Mi eri mancata.
    Mi fa piacere ritrovarti più attiva che mai.
    Sono anche contento che torni ad occuparti di misteri e tradizioni regionalistiche del nostro bellissimo paese.

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