Mentre tutti stanno col naso all’insù a seguire la traiettoria di GOCE e a pregare che non cada in Italia, pochi si sono resi conto che il cielo sta offrendo uno spettacolo davvero curioso…e insolito.
Forse Nostradamus non aveva sbagliato poi molto quando aveva profetizzato l’arrivo di una cometa incredibilmente distruttrice…
A dire il vero, c’è una quartina di Nostradamus che, dopo averla letta, mi ha fatto pensare parecchio che forse qualcosa di davvero strano sta per avvenire.

La quartina in questione è la sesta del sesto libro. Due volte sei. Non credo sia un caso, visto che il numero SEI è un numero mistico e ambivalente nel suo significato, si può leggere sei oppure nove a seconda di come lo si guardi, ha due significati insomma, il doppio e il triplo di 3, numero importantissimo in quanto è il numero dell’equilibrio e dell’ordine perfetto, può predisporre all’unione con la sfera del divino, ma anche generare confusione, illusione turbamento, se lo si guarda dall’altro verso. Però è un numero biblico, perchè sei sono i giorni occorsi a Dio per la Creazione…e difatti Sant’Agostino ne La città di Dio scrisse:

«Sei è un numero perfetto di per sé, e non perché Dio ha creato il mondo in sei giorni; piuttosto è vero il contrario. Dio ha creato il mondo in sei giorni perché questo numero è perfetto, e rimarrebbe perfetto anche se l’opera dei sei giorni non fosse esistita».

Però, torniamo alla nostra quartina. Eccola.

Nostradamus, Centurie, VI, 6.

La traduzione è:

Apparirà verso il settentrione,
Non lontano dal Cancro la stella chiomata:
Suze, Sienne, Boece, Eretrion,
Morirà il grande di Roma, la notte dispersa.

Innanzitutto, la prima cosa che ci viene in mente leggendo questa quartina è ISON.
Ison infatti, la cometa più famosa di cui tanto s’è parlato in questi giorni. L’astrofisico Gianluca Masi, curatore scientifico del Planetario di Roma e responsabile del Virtual Telescope (Fonte: Ansa) ha detto che Ison attualmente si trova tra le orbite di Giove e Saturno ed é visibile con dei telescopi all’alba, tra le stelle poco appariscenti del Cancro.
E la profezia dice: “non lontano dal Cancro la stella chiomata”.

In secondo luogo, sempre secondo Masi, considerando la sua orbita così come é stata determinata dalle osservazioni disponibili, Ison raggiungerà una minima distanza dal Sole il 28 novembre 2013, pari a circa 1,5 milioni di chilometri. Poche settimane dopo, sarà a circa 60 milioni di chilometri dalla Terra, visibile dall’emisfero Nord”. E la profezia dice: “Apparirà verso il settentrione”.

Andiamo avanti? Lasciamo da parte la frase conclusiva della quartina, che può essere interpretata in mille modi: il grande di Roma chi può essere? il Papa (spero proprio di no!), un regnante, un imperatore? Oppure non “il grande di Roma”, ma “grandi di Roma”, cioè molte persone a Roma moriranno, e allora mi viene in mente la notizia circolata pochi giorni fa.

Luke Thomas, famoso per aver previsto un sisma nel sud Italia tra il 16 e il 17 agosto (sisma che poi effettivamente colpi la zona tra Catania e Messina), ha previsto un terremoto di magnitudo 5.5-6.0 che potrebbe colpire tra l’11 e il 15 novembre il Nord-Est Italia. A dire il vero, Thomas ha indicato come zone presunte del sisma le città di Ancona e Pescara, che non sono certo al Nordest, però……

Mi concentrerei invece sulla terza quartina, dove vengono citati quattro nomi. Suze, Sienne, Boece, Eretrion. 
Natale Lanza, uno dei più importanti e competenti studiosi di Nostradamus, fa tutto un discorso su queste quattro parole, ma io mi vorrei focalizzare sulle parole in sè.

Sono quattro nomi, che apparentemente non dicono nulla, e ho provato in qualche modo a interpretarli.

Suze a me fa venire in mente Susa;
Sienne Sienna o Senna, fiume francesce;
Boece ha qualche assonanza con Boezia, ma anche con Boote, il Bifolco, una delle costellazioni più belle del cielo che contiene la quarta stella più luminosa del cosmo, Arturo, superata in luminosità da Sirio, Canopo e dal Sole, ovviamente;
e poi Eretrion, che mi ricorda tanto l’Eritrea, ma anche, stando nell’ambito astrale, Orione, la costellazione più famosa dei cieli invernali.

Al momento non saprei dare altre indicazioni su cosa questi nomi possano significare, ma mi riservo di aggiornare il post, o magari di scrivere un approfondimento, quando avrò un po’ di materiale in più.

Però quel che più mi preme far notare è il numero 4. 4 nomi. 4 stelle. Come 4 sono….le comete che sono presenti in questo momento nel cielo, ma nessuno ne parla, presi come siamo da Ison e dal satellite impazzito.
Eppure le quattro comete ci sono eccome.

Una, come detto, è ISON. Ormai è prossima al perielio e avvicinadosi al Sole, andando incontro a temperature sempre più elevate, sta sublimando il materiale ghiacciato di cui è composta, generando la sua coda e rendendosi sempre più luminosa e visibile.
Già molte persone l’hanno individuata con l’ausilio di un semplice binocolo, ma la sua magnitudine di poco superiore alla settima la rende ormai quasi visibile a occhio nudo in un cielo buio. Poi, tra una settimana, ISON transiterà nei pressi della brillante stella Spica, nella costellazione della Vergine.
La Vergine, nel cielo, si trova a poca distanza da Arturo, come potete vedere in quest’immagine qui sotto (sono le due cerchiate in rosso).

Spica…Arturo…Boote…Boece.

La seconda cometa è invece siglata come C/2013 R1 Lovejoy. Scoperta nel mese di Settembre, è una delle quattro comete osservabili in questo periodo, e si trova a est, nei pressi della costellazione del Cancro.

E poi, LINEAR X1 (l’unica meno luminosa della ISON), che di recente è esplosa, e si trova nella costellazione cosiddetta Chioma di Berenice  (cerchiata in giallo nella cartina qui sopra).

Infine c’è la ENCKE, cometa periodica particolarmente affezionata alla Terra, la cui ultima apparizione è datata 6 agosto 2010 e che tornerà a farsi vedere il 21 novembre. Alcuni ricercatori sostengono che Encke si sia formata da una più grande, spaccatasi nell’Età del Bronzo, e che avrebbe causato in un violento impatto la distruzione del territorio compreso tra Gaza e Troia. Traccia dell’impatto sarebbe individuabile in un presunto cratere, formatosi forse proprio dall’impatto di un meteorite, situato in Iraq e attualmente riempito dal lago di Umm al Binni.

Ho pensato e ripensato in che modo poter collocare le quattro comete ai nomi identificati da Nostradamus, ma senza esito, anche se sono convinta che non si debba per forza di cose “tirare per i capelli” la profezia per renderla aderente alla realtà. Quel che più è rilevante, però, è che Nostradamus previde il passaggio di questa cometa proveniente dalla costellazione del Cancro (e Ison viene proprio da lì), ma forse, citando quei quattro nomi di cui abbiamo appena parlato, forse voleva chiamare in causa altri tre oggetti celesti, altre tre “stelle chiomate”, cioè comete.

Sinceramente non lo so cosa volesse dire Nostradamus, ma l’ipotesi che il veggente avesse profetizzato la presenza di quattro elementi anzichè uno solo è alquanto suggestiva…

Le ultime tre comete si vedono già, con un buon binocolo. Ison no. Staremo a vedere cosa accadrà, quando Ison si farà vedere totalmente in tutto il suo splendore…


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4 pensiero su “L’Etoile chevelue: le comete di Nostradamus”

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