A quanto pare, gli interrogativi riferiti a Papa Francesco sono ormai quasi esauriti.

Non è che se ne parli poi molto, ultimamente, o per lo meno, non si parla più di Papa Francesco accostandolo a qualche profezia, siano esse di Nostradamus o di Malachia o di Fatima o di segni espressi nell‘arte.

Oramai, sembra che tutti si siano adattati allo stile di questo Papa, uno stile indubbiamente diverso da ogni altro Papa finora conosciuto.

Così, ho esaurito anche io le mie “cartucce”, e non ho altri articoli da postare riferiti al Papa.

Stavo seguendo una pista, un confronto che stavo facendo tra le varie profezie finora note e l’Apocalisse, ma tutto ciò non ha portato da nessuna parte…quindi lascio perdere, almeno per il momento, riproponendomi però di rispolverare la questione una volta che qualcosa di nuovo sarà saltato fuori.

Oggi voglio riprendere un discorso lasciato in sospeso qualche tempo fa, quello riferito ai fenomeni di morte, o meglio, ai segnali, alle manifestazioni che la credenza popolare vorrebbe riferiti alla prossima morte di qualcuno.

Uno degli interrogativi che maggiormente emergono dalla coscienza umana, e che vengono costantemente rimossi, è quello che riguarda il giorno e l’ora della morte. Tutti si chiedono: quando dovrò morire?

Lo si fa per paura immagino, per prepararsi bene, spiritualmente e non, al momento del trapasso, l’unica vera certezza della nostra vita.

Se lo chiedono in tanti. Petrarca, ad esempio, afferma nel Secretum che non è da vili aver paura della morte, anzi. Dialogando con Agostino, il poeta analizza compiutamente la tematica della morte, esaminando il modo in cui l’essere umano dovrebbe avvicinarsi a essa, eliminando i beni terreni che con il loro fascino e la loro vanità impediscono di vedere cos’è davvero la morte…

Già, cos’è la morte?


Credo che la più bella definizione della morte la si possa trovare nel libro Il nome della rosa di Umberto Eco.

Mors est quies viatoris; finis est omnis laboris

cioè la morte è la quiete del viandante, è la fine di ogni fatica.

Calma, dunque, serenità, pace interiore.
Questa dovrebbe essere la morte.

E allora perchè tutti la temono?

Uno dei segnai più interessanti, a questo proposito, è quello che viene denominato “orologio della morte“.

Non ha nulla a che fare con quell’applicazione che si trova su internet (The death clock).

Si tratta, invece , di un segnal uditivo.

Nelle credenze popolari si pensa che si possa riferire al suono che il tarlo produce rodendo il legno. Anche il tarlo, tra l’altro, è considerato un animale che annuncia la morte, quando si ode, specie di notte, intento nel suo lavoro in qualche parte della casa.

Come si manifestarebbe dunque questo segnale? proprio come un orologio che ticchetta, senza fine, anche se non si trova nessun orologio nelle vicinanze capace di fare un simile rumore. Molte testimonanze infatti parlano di un suono molto flebile, come un ticchettio appunto, scambiato per un orologio a pendolo o per una sveglia…ma per quanto l’uditore cercasse, non trovò mai da dove provenisse quel suono.

Avete poi mai sentito parlare delle campane di San Rocco e di San Pasquale (Abruzzo), o delle campane di San Patrizio e di San Pietro (Lunigiana)?
Anche in questo caso si parla di un segnale della morte, e viene udito un suono di campane non di origine fisica, che si può percepire in qualsiasi ora del giorno e della notte e che preannuncia sempre morte. Quando parlai del caso delle campane fantasma di Carpegna, una delle possibili teorie di quel fenomeno fu proprio quella che riguardava questo particolare segnal di morte.

Ma non è solo il suono che si riferisce al segnale. Infatti, questo particolare segnale è un po’ uno spartiacque tra i segnali uditivi, di cui abbiamo parlato finora, e quelli visivi, di cui parleremo d’ora in avanti.

Infatti, anche una particolare fenomenologia riferita all’oggetto stesso dell’orologio può essere riferita a un fenomeno di morte.

Secondo diffuse esperienze e credenze popolari, espliciti avvenimenti di morte imminente sono l‘arrestarsi improvviso di un orologio nella camera di una persona malata o peggio al polso della persona stessa, l‘inatteso funzionamento di un orologio o di una sveglia rimasti finora fuori uso, la caduta di un orologio dalla parte, la caduta dei pesi di una pendola.

In alcuni paesi del Nord Italia esiste un’usanza secondo la quale, in una casa in cui era appena morto qualcuno, i parenti del morto fermavano subito tutti gli orologi della casa, e li rimettevano in funzione non appena il morto era stato sepolto.

Ci sono poi alcune testimonanze molto curiose che riguardano questo fenomeno:

Un uomo che si trovava in Australia si svegliò di notte, e contemporaneamente al risveglio sentì l’arresto del ticchettio della sveglia che teneva sul comodino. Ipotizzò si fosse trattato di un gusto al meccanismo di carica della sveglia, ma, come venne a sapere più tardi, nel preciso istante in cui l’orologio cessava di battere, sua sorella, in Italia, cessava di vivere.

Dal libro Paranormale e società dolomitica di Vito Pallabazzer riporto un interessante resoconto di questo fenomeno (in corsivo il testo del libro)

O.C. di Canale d’Agordo racconta: tre giorni prima che mio marito morisse, in una stanza della casa sentivo continuamente un orologio scandire le ore. Molte volte entrai in quella stanza per vedere cosa stesse succedendo, convinta magari che mio marito, a mia insaputa, avesse comperato un orologio, ma non constatai nulla di quanto supponevo, eppure io sentivo questo orologio suonare distintamente allo scadere di uni ora, per tre giorni consecutivi. Poi avvenne la disgrazia tremenda, mio marito perì sul lavoro, facendo il boscaiolo. Dopo la sua morte quell’orologio non lo sentii più.

Canale d’Agordo, terra natia di papa Giovanni Paolo I, papa Luciani.
C’è un piccolo aneddoto che riguarda non lui, ma un altro Papa, Paolo VI.
Lo apprendiamo dal libro di Cristina Siccardi, Paolo VI, il Papa della luce, ed. Paoline (disponibile qui)

nel libro si legge:

Alle 18.15 l’edema polmonare si acutizzò. Si udì che Paolo VI pronunziò distintamente le parole: «Pater noster qui es in coelis».Fece un ciao con la mano e spirò. Erano le 21.40 e in quel preciso istante suonò la sveglia che aveva sul comodino da notte, acquistata a Varsavia quando era stato Nunzio apostolico in Polonia. Forse la sveglia aveva dato il suo segnale di passaggio di testimone al Pietro di Polonia che sarebbe venuto dopo il fulmineo pontificato di Giovanni Paolo I?

Davvero curioso!

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2 pensiero su “I "segnai" della morte: l’orologio della morte”
  1. Cara amica mia, è vero spesso la morte viene annunciata da fenomeni paranormali, la morte non attende mai un secondo in più, nessuno la può ingannare..però sai io non porto mai l’orologio, e per fortuna quando si è fermato l’orologio della cucina, era perchè mancavano le pile, a parte gli scherzi, volevo semplicemente augurarti una buona Pasqua ed abbracciarti forte forte….mi raccomando, l’articolo è bello…
    Angie

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