L’aereo mi terrorizza -_-‘

C’è una domanda che mi ronza da un po’ per la testa: cosa sarei disposta a fare per amore?

C’è qualche gesto, anche non necessariamente eclatante, che farei per la persona di cui sono innamorata?

Che ne so, magari vincere qualche tremenda paura che ho perchè è lui a spingermi a farlo? Potrei mai, ad esempio, riuscire a prendere un aereo (cosa di cui ho una paura infinita) per raggiungere il mio amore se si trovasse dall’altro lato del mondo?

Ecco, nel mio caso non so se ci riuscirei davvero, pur con tutto l’amore che potrei provare….forse ce la potrei fare imbottendomi di tranquillanti come la protagonista del film Alla ricerca dell’isola di Nim…ma sono sicura che, se lui si trovasse in pericolo, e fosse dall’altro lato del mondo, lo raggiungerei senza nemmeno una goccia di Valium, per stargli vicino, perchè sarebbe il pensiero di lui a darmi la forza per sconfiggere la mia paura. Però deve essere veramente in pericolo. E dovrei essere davvero innamorata.

Pensavo a un’altra cosa: sarei disposta a perdere la mia stessa vita per salvare la sua? Questo è un altro paio di maniche, non mi ci vedo a fare l’eroina (nel senso di eroe al femminile) per salvargli la vita, ma forse, sempre nel caso in cui fossi davvero e completamente innamorata, sì, lo farei senza ombra di dubbio.

Perchè in fondo la mia vita non sarebbe nulla se perdessi la persona che amo, e soprattutto non riuscirei affatto a vivere sapendo che non ho fatto tutto quello che avrei potuto fare per salvargli la vita.

Quante persone sarebbero disposte a sacrificarsi per salvare la persona amata? Quante lo farebbero davvero, con piena convinzione? Mi piacerebbe scoprirlo…


So però, perchè ne ho parlato qui sul blog, di diverse vicende che hanno come protagonisti dei fantasmi di innamorati, morti per amore.
Ludovico e Melisenda, i due amanti di Castel Nanno, persero la vita assieme trucidati dal padre di lei e da allora i loro fantasmi infestano i luoghi in cui vissero.

E poi James e Mathilde, i due promessi sposi e la loro storia d’amore che va oltre la morte…

Ma poi ci sono storie d’amore tragico, come la storia di Romedio e Maddalena, in cui il signore di Castel Mozzo divenne fantasma non per aver salvato la vita alla propria amata, ma per averla uccisa…e anche Osman, assassinando l’amata Selima, fu condannato a vagare in forma di fantasma per espiare la sua colpa…e poi che dire della storia tragica e bellissima di Bianca di Collalto, assassinata per gelosia?

O ancora della bella Hao Dong, morta di crepacuore? O ancora di Chiaretta Loredan?

Ma chi sacrificò davvero la propria vita per amore fu Maddalena, che accettò di morire pur di salvare la propria vita a quella del suo amato.

Eppure, c’è un’altra storia che si avvicina molto a quella di Maddalena, una storia bellissima e tragica al tempo stesso. Una storia che parla di amore e dolore, ma anche di speranza.

Lilibeth era una giovane donna, che amava, ricambiata, un giovane falegname di nome Timothy. I due erano davvero molto, molto innamorati, ma erano molto poveri.

Vivevano in una casetta nel mezzo di una foresta, e Timothy lavorava giorno e notte per guadagnare abbastanza da permettere di dare alla sua Lilith, come la chiamava, una vita dignitosa. Oltre a lavorare come falegname, Timothy intarsiava dei piccoli oggettini di legno che la sua amata andava a vendere al mercato, guadagnando qualche soldo.

Un giorno, mentre Lilith si trovava al fiume a lavare dei panni, le si avvicinò un uomo, un vecchio mendicante, che le chiese di poter avere qualcosa da mangiare. Lilith subito gli diede un po’ di pane e del formaggio che aveva portato con sè, e il mendicante, dopo aver mangiato ciò che la giovane gli aveva dato, si allontanò.

Giunse nel frattempo la sera, e Lilith fece ritorno a casa con i soldi guadagnati vendendo al mercato i lavori intarsiati da Timothy. La ragazza preparò la cena, e in quel mentre Timothy fece ritorno a casa, con nuovi oggetti che la sua amata avrebbe venduto il giorno successivo. Mentre i due erano a tavola, qualcuno bussò alla porta.

Era usanza comune in quella famigliola accogliere sempre il viandante che avesse chiesto aiuto di notte, e anche questa volta Timothy aprì volentieri casa sua a chiunque fosse.

Ma davanti a lui non c’era alcun mendicante, bensì tre briganti che, pur conoscendo bene la povertà dignitosa in cui vivevano Timothy e Lilibeth, non avevano alcuna intenzione di desistere dal loro progetto di impossessarsi dei pochi denari guadagnati dalla donna.

Timothy tentò in tutti i modi di proteggere i suoi averi, ma i briganti non volevano sentir ragioni, e dopo aver messo le mani sui pochi denari che si trovavano in casa, rivolsero le proprie disgustose attenzioni a Lilibeth, che era giovane e molto bella e aveva attirato da un po’ gli sguardi dei banditi.

Timothy tentò in tutti i modi di impedire che i tre insidiassero la moglie, e arrivò a brandire l’accetta che usava in falegnameria, rivolgendola verso i banditi, per cacciarli da casa sua.

Calò così l’accetta addosso a uno dei tre, che nel frattempo aveva afferrato Lilibeth per un braccio e stava cercando di portarla via con sè, e gli tagliò di netto una mano. Gli altri due briganti, vedendo il compagno gravemente ferito, sguainarono la spada e si lanciarono addosso a Timothy per ucciderlo. Timothy perse l’equilibrio e cadde a terra, completamente indifeso e alla mercè dei due briganti, ma in quel mentre Lilibeth, vedendo il grave pericolo in cui si trovava il suo innamorato, si lanciò addosso a lui, coprendolo con il proprio corpo e finendo trafitta dalla spada dei briganti .

Timothy prese tra le braccia la sua innamorata, piangendo disperato mentre le ultime forze stavano abbandonato Lilibeth, che era stata colpita mortalmente: le spade infatti le avevano trafitto, attraverso la schiena, gli organi vitali, condannandola a una fine lenta e molto dolorosa.

Lilibeth con il suo gesto aveva salvato la vita al suo amato, perdendo però la propria…ma proprio mentre la giovane e coraggiosa donna esalava l’ultimo respiro, Timothy vide sulla soglia il vecchio mendicante cui sua moglie, quella stessa mattina, aveva donato l’ultimo pezzo di pane e formaggio che possedeva.
Il mendicante entrò nella casetta, si avvicinò a Timothy e gli disse di non piangere, perchè il gesto di Lilith era piaciuto così tanto a Dio che aveva deciso che la donna, in un modo o nell’altro, sarebbe stata al fianco di Timothy per sempre.

Timothy guardò il mendicante come stralunato, non capendo a cosa si riferisse, poi si accorse che il corpo della moglie stava diventando come trasparente, e sempre più leggero…fino al punto in cui divenne decisamente diafano, e guardando davanti a sè, Timothy scorse il fantasma della sua amata Lilith, che liberata dalla sua prigione di carne, era ora solo un’anima, immortale, pronta a restare al fianco del suo innamorato fino alla fine del tempo.

L’amore aveva vinto la morte…Lilibeth era stata pronta a morire per salvare il proprio innamorato. Non aveva esitato nemmeno un secondo…e voi, sareste disposti a morire per la persona amata?

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15 pensiero su “Amore…oltre la morte”
  1. Come Nick, non saprei rispondere, dovrei trovarmi im una simile situazione! Certo è che sono una persona molto istintiva e in una situazione di pericolo potrei non ragionarci troppo e comportarmi proprio come Lilibeth (nome bellissimo tra l’altro), ma chi può dirlo? Sinceramente spero di non venire mai a saperlo ehehehe 😀

    P.s. Vado a leggere di Melisenda, la sento molto vicina, chissà come mai ahahahaha!

    1. quoto in toto la tua risposta Melli…chissà perchè, vero gemellina?? Abbiamo i cervelli sintonizzati sulla stessa linea d’onda mi sa… XD

    1. Che domande? bellissima storia, ma razionalmente non è facile rispondere, occorre vivere la situazione per comprendere sino a dove potremmo spingerci…Ma l’amore è forte..e dicono che può sopportare tutto.
      Un bacione grande
      Angie

    2. @Ferru: immagino immagino 😀
      @Angie: vero, come dicevo sopra, solo nel momento del fatto ti rendi conto se lo faresti o meno…a parole tutti sono capaci, ma alla luce odierna posso dirti che forse non vale la pena morire per qualcuno…dovrei essere sicura di essere amata allo stesso modo, sennò tanto vale…ma così si diventa egoisti e non è bello…ah che complicata la mia vita!!

  2. Comincio dal tuo terrore dell’aereo. E’ sicuramente più comune che il terrore degli squali, recentemente dichiarato dal Dalai Lama; che, nonostante la mistica sia il suo companatico, li teme al punto da essere terrorizzato dal pensiero di finire da essi divorato dopo morto. Se tu andassi in aereo e questo precipitasse, a chi daresti la preferenza per essere divorata?
    Dare la vita per l’amato/a?
    Non si nasce con l’eroismo inserito nel proprio dna; come l’occasione fa l’uomo ladro, anche la possibilità di dare la propria vita per salvare quella dell’amato/a non è programmabile. La risposta, quasi imperativa, di “Anonimo” ha una valenza limitata a questo commento. Non è egoismo, è l’espressione di un attaccamento alla propria vita che impedisce di pensare di sacrificarla a favore di chicchessia. Il momento della verità è quando si presenta l’occasione di una scelta che a mente fredda rifiutiamo di fare.
    Ciao (dovesse capitare, non dimenticare il paracadute, i braccioli e un buon libro da leggere mentre ‘scendi’).

    1. caro Gattonero, nel momento in cui gli squali si affannano attorno a me per mangiarmi dopo che l’aereo è precipitato, credo proprio sarei bella che morta, quindi non mi importerebbe poi motlo se i pesci mi mangiano o meno :-/ certo però che mi roderebbe e non poco morire mentre sto andando a salvare la persona amata…eh sì, mi romperebbe assai!

  3. Molte volte è più facile Morire per la persona amata, piuttosto che rinunciare ad un’uscita con gli amici/amiche, rinunciare al proprio lavoro o per un trasferimento… Il cuore si sacrifica sempre davanti all’amore, ma gli interessi difficilmente si cede…

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