Giusto ieri raccontavo il mistero del Palazzo del Cammello, e spiegavo che una possibile spiegazione per il fenomenno verificatosi poteva trovarsi nel cosiddetto poltergeist, cioè una manifestazione rumorosa di qualche spirito, o fantasma che dir si voglia.

La letteratura in materia abbonda, siti internet dedicati al caso fioriscono continuamente, la filmografia è vasta e su youtube si sprecano video che riprodurrebbero (il condizionale è d’obbligo) l’evento.

Nel post spiegavo anche che Venezia non è nuova a fenomeni di questo tipo, e la storia odierna ci porta proprio a descrivere uno di questi avvenimenti.

Gianni Nosenghi, nel suo Il grande libro dei misteri di Venezia, risolti e irrisolti, vera e propria miniera di informazioni per chi volesse approfondire il mistero di Venezia, racconta infatti di un altro fenomeno verificatosi a Venezia, in Campo san Boldo, nel Sestiere Santa Croce.I giornali (soprattutto la Gazzetta di Venezia), raccontano che nell’estate 1929 una casa di campo san Boldo veniva continuamente presa di mira dalle sassaiole. La casa era abitata da Tullio Gioppo, nato a Firenze il 09/03/1872, trasferitosi poi a Venezia con mogli e due figli.
Dopo circa venti giorni di sassaiole serali quasi continue, con certe pietre così grosse da riuscire a scheggiare anche la porta d’ingresso in legno, e mandare in frantumi i vetri delle finestre, Gioppo si rivolse alla polizia.
Subito vennero predisposti degli appostamenti serali e notturni nei pressi della dimora, per acciuffare i malviventi che si divertivano a lanciare sassi contro la casa.
Non servì a nulla.

La polizia fascista dell’epoca, testimoniano le cronache della Gazzetta di Venezia, riuscì solo a tenere a bada la folla di curiosi che ogni sera si appostava nei presi della casa per assistere allo strano fenomeno.
Eppure, nonostante la presenza della polizia che controllava, le sassaiole continuarono, e gli stessi curiosi testimoniarono che le pietre «sembravano provenire dal cielo».

A fine agosto poi, mentre il lancio delle pietre non accennava a diminuire, qualcuno notò che sul muro perimetrale della casa (visibile perfettamente della foto aerea tratta da Google maps che ho postato), muro costruito con pietre a secco, si aprivano inspiegabilmente dei buchi, e altrettanto inspiegabilmente si chiudevano.
Era proprio da quel muro che venivano lanciate le pietre che colpivano la casa di Tullio Gioppo, ma sull’identità del lanciatore, nessun riscontro.

Il fenomeno terminò soltanto in autunno, senza nessun preavviso.
Si trattava quasi sicuramente di un fenomeno di poltergeist che però non ebbe, e ancora non ha, nessuna spiegazione.
E gli abitanti di campo san Boldo ancora si chiedono chi fosse il misterioso lanciatore di pietre.

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4 pensiero su “Strani fenomeni a Venezia: il poltergeist di Campo San Boldo”
  1. @Edu. Grazie! ne conosco diverse di storie di questo tipo, hanno sempre affascinato molto anche me, appena posso le inserisco!

    @Nick. Grazie infinite!

    Ps. In arrivo nuovo post…

  2. Adoro le storie di Poltergeist e di fantasmi anche se molte si alimentano attraverso la tradizione orale. Ma mi hanno sempre affascinato…
    Anche qui in Campania la casistica è molto vasta e già in passato ne ho parlato sul blog.
    Articolo super interessante. ^__^

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